Wednesday, December 24, 2008

Stalking

Ecco come www.wikipedia.org definisce lo stalking

http://it.wikipedia.org/wiki/Stalking


Stalking è un termine inglese (letteralmente: perseguitare) che indica una serie di atteggiamenti tenuti da un individuo che affligge un'altra persona, spesso di sesso opposto, perseguitandola ed ingenerando stati di ansia e paura, che possono arrivare a comprometterne il normale svolgimento della quotidianità.

La persecuzione avviene solitamente mediante reiterati tentativi di comunicazione verbale e scritta, appostamenti ed intrusioni nella vita privata.

Lo stalker può essere un estraneo, ma il più delle volte è un conoscente, un collega, o un ex-partner, che agisce spinto dal desiderio di recuperare il precedente rapporto o per vendicarsi di qualche torto subito.

In altri casi ci si trova davanti a persone con problemi di interazione sociale, che agiscono in questo modo con l'intento di stabilire una relazione sentimentale, imponendo la propria presenza ed insistendo anche nei casi in cui si sia ricevuta una chiara risposta negativa.

Meno frequente il caso di individui affetti da disturbi mentali, per i quali l'atteggiamento persecutorio ha origine dalla convinzione di avere una relazione con l'altra persona.

Solitamente questi comportamenti si protraggono per mesi o anni, il che mette in luce l'anormalità di questo genere di condotte.


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Ecco cosa consigliano di fare: denunciare. Finora lo escludevo perchè non so il cognome del delinquente che mi rovina la vita da anni. So solo che si chiama Stefano ed è di Venezia. Questa mattina ho letto di un caso di molestie cessate subito dopo una denuncia ad ignoti; ora credo che sia proprio questo ciò che devo fare.

http://www.poliziadistato.it/pds/primapagina/stalking/index.html


Stalking: dalla Polizia un aiuto per vittime e operatori

Giovane donna al telefono Ti senti perseguitata con telefonate, messaggini, minacce, molestie e qualsiasi altro atteggiamento che ti mette a disagio? Potresti essere vittima dello "stalking". Con queste termine si indicano i comportamenti persecutori, diretti o indiretti ma comunque ripetuti nel tempo, che incutono uno stato di soggezione nella vittima provocandole un disagio fisico o psichico e un ragionevole senso di timore.

Un fenomeno difficile da denunciare

Il fenomeno è molto diffuso e numerose sono le donne che ne rimangono vittime e che, almeno inizialmente, cercano di risolvere il problema da sole pensando di avere a che fare con persone che rispettano le loro scelte. Nella maggior parte dei casi infatti i persecutori sono uomini che si pensa di conoscere bene in quanto ex partner, amici o colleghi di lavoro.

In molti casi inoltre le vittime non denunciano questi comportamenti per paura che la situazione diventi ancora più insostenibile. Ma in realtà l’unico modo per cercare di venirne fuori è trovare il coraggio di denunciare senza vergogna e senza imbarazzo.

Sensibilizzare i poliziotti per aiutare le vittime

Proprio per cercare di aiutare le donne che si trovano in queste condizioni la Polizia di Stato, insieme all’Università di Napoli, ha creato “Silvia” (Stalking inventory list per vittime e autori) un progetto per monitorare i casi attraverso un formulario che aiuti anche gli operatori a conoscere meglio le caratteristiche di questo fenomeno. L’obiettivo è anche quello di sensibilizzare i poliziotti per fare in modo che il primo contatto con le forze dell’ordine sia rassicurante e permetta di instaurare un rapporto di fiducia con la vittima.

In Italia una legge allo studio

Nel nostro codice penale non esiste ancora un’ipotesi di reato specifica per questo fenomeno (come è invece per Usa, Canada, Australia e altri paesi europei), ma in base agli elementi descritti dalla vittima si può ascrivere la condotta a singoli reati: minacce, ingiurie, molestie, lesioni o violenza privata. È però al vaglio del Parlamento una proposta di legge che prevede una nuova fattispecie di reato art.612-bis “Atti persecutori”.

In attesa degli esiti della discussione e in occasione della giornata nazionale contro le violenze alle donne (25 novembre) pubblichiamo sul sito "Silvia la guida all'uso" nata da un’idea della Direzione centrale anticrimine (Servizio centrale operativo) ed il dipartimento di Psicologia (Centro studi cesvis) della seconda Università degli studi di Napoli.

24 novembre 2007


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In realtà sembra che ora ci sia anche una definizione del reato di stalking, e che la pena arrivi fino a 4 anni di reclusione:

http://blog.panorama.it/italia/2008/06/19/nasce-il-reato-di-stalking-fino-a-4-anni-per-i-molestatori-ossessivi/


Nasce il reato di stalking: fino a 4 anni per i molestatori ossessivi.

Il molestatore, l’assassino, il violentatore, raramente ha un volto sconosciuto. La maggior parte delle violenze sessuali sulle donne è commesso da conoscenti, parenti, amici, ex fidanzati, ex mariti.

E frequentemente si tratta di violenze annunciate dalle telefonate ossessive, dai pedinamenti, dalle minacce, da un’invadenza degli spazi personali che si fa sempre più pressante. In gergo si chiama stalking (in inglese persecuzione, pedinamento). “Atti persecutori”, così sono definiti nel disegno di legge approvato ieri dal Consiglio dei Ministri: saranno un vero e proprio reato, non più un fastidio contro il quale era inutile appellarsi. Fino a 4 anni di reclusione le pene previste, fino all’ergastolo se le minacce si concretizzano e la vittima muore. La proposta è stata portata in Cdm dai ministri della Giustizia Angelino Alfano e da quello delle Pari Opportunità Mara Carfagna. “L’introduzione del reato di stalking mette l’Italia al passo con gli altri paesi che hanno già legiferato in proposito” ha detto Carfagna, “la tutela delle vittime delle molestie insistenti è necessaria per la prevenzione di violenza sessuale e omicidi passionali”.

Da una recente ricerca citata dal guardasigilli Alfano “risulta che su 300 crimini commessi tra partner o ex partner, l’88% ha come vittime le donne e, nel 39% dei casi, si tratta di crimini annunciati poiché si consumano dopo un periodo più o meno lungo di molestie'’. Un’attività persecutoria che attualmente è punita con sanzioni penali modeste.
Per l’Osservatorio nazionale stalking le molestie in un caso su due sono a opera di ex mariti, ex conviventi, ex fidanzati, ma possono essere compiute anche da conoscenti, colleghi o estranei: almeno il 20 per cento di italiani, soprattutto donne, ne sono stati vittime dal 2002 al 2007. Nel provvedimento varato, si stabilisce che “il reato consiste ‘nel porre in essere minacce reiterate o molestie con atti tali da creare nella vittima un perdurante stato di ansia o paura o un fondato timore per l’incolumità propria o di persona legata da relazione affettiva o a costringerlo ad alterare le proprie abitudini di vita'’.
I limiti della pena sono stati adeguati alla gravità del reato (da uno a quattro anni) e possono essere aumentati ‘’se il fatto è commesso dal coniuge legalmente separato o divorziato o da persona che sia stata legata alla vittima da relazione affettiva'’. La pena inoltre è aumentata da un terzo alla metà ‘’se il fatto è commesso ai danni di un minore'’, se a compierlo è una persona armata o mascherata, e, infine, si tratta di una violenza ‘’di gruppo'’.

Sunday, December 21, 2008

Buoni spesa in regalo: una rarità?

Sono un po' sorpresa che in Italia non sia facile trovare dei buoni spesa da regalare. Specie in questi momenti di crisi può essere una buona idea regalare un buono spesa ad un amico o parente.
Ho telefonato alla Coop e mi hanno detto che bisogna fare una lunga trafila burocratica per comprarne uno.
Alla Pam sembra che non esistano.
Ne ho visti alcuni in internet, anche molto comodi da acquistare online, ma sono di linee di negozi come Coin o Trony o Chicco, di cui solo pochissime sedi riconoscono il buono spesa.

Quando ero in USA una mia collega mi ha regalato un buono spesa di qualche decina di dollari che potevo spendere nei supermercati WalMart, che si trovano praticamente dappertutto.
A proposito: perchè mi ha regalato un buono spesa la mia collega? Perchè l'ho sostituita in una lezione di italiano nel periodo in cui stava per dare alla luce la sua seconda figlia.
Io e altri colleghi l'abbiamo sostituita solo nell'ultimo mese prima del parto. Lei poteva stare assente solo pochi giorni, appunto dall'ultimo mese, e per pochi giorni dopo il parto. Non veniva pagata. Se qualcuno la sostituiva lei era tenuta a restituire le ore o a pagargliele.
Io l'ho sostituita per qualche lezione solo un mese prima del parto e al massimo un altro mese dopo, forse meno. In USA funziona cosi.

Wednesday, December 17, 2008

'Regole certe per gli atenei' di Massimo Ammaniti

Riporto sotto l'articolo del Prof. Ammaniti, 'barone' (lui si definisce tale) di un'università italiana. L'articolo compare su Repubblica di mercoledì 17 dicembre 2008.
Ho sottolineato le parti che mi sembravano degne di essere commentate. Sotto riporto i miei commenti.





Dice il Prof. Ammaniti che occorrono regole precise di comportamento perchè le risorse, che sono molte e ricche, non vadano sprecate.
Temo che le regole, almeno a livello giuridico, vi siano già. Ma sono costantemente aggirate. E' evidente che preparare un concorso per un candidato scelto a priori è 'fuori regola' ma la cosa avviene costantemente e pochissimi sono i casi in cui, dopo denunce o processi, vi siano delle condanne effettive. Questo perchè giudicare un candidato dipende da criteri 'soggettivi' su cui è difficile dimostrare la colpevolezza di chi sceglie. I baroni, che hanno vasta cultura e preparazione, sanno bene che ci sono regole da rispettare, ma sanno anche che, nell'ambito del giudizio soggettivo e personale c'è una certa libertà di azione che permette di aggirare le regole. E se proprio non si riesce ad aggirare le regole, si può sempre preparare ad hoc un concorso con criteri così precisi e limitanti che solo quel preciso candidato può rientrarvi.

A proposito delle 'disinformazioni sulla stampa' 'volutamente tendenziose come ad esempio quelle relative agli stipendi dei professori ordinari che raggiungerebbero i 10.000 euro al mese, mentre sono molto al di sotto dei livelli europei',
io ho trovato invece, non sulla stampa ma sul libro di Roberto Perotti, 'L'università truccata', ed. Einaudi, i dati che riporto sotto, e che sembrano invece dimostrare che 'in Italia le remunerazioni medie e massime dei ricercatori e professori associati sono superiori (a quelle della Gran Bretagna). Sono inferiori invece quelle minime, e quasi certamente quelle massime degli ordinari'. Cioè i ricercatori sono pagati pochissimo (giusto per scoraggiarli da eccessive ambizioni) mentre associati e ordinari sono pagati anche più che in Europa.
(Si veda sotto la pag. 41 del libro di Perotti)





Infine, i concorsi. Ammaniti parla di concorsi in cui i commissari siano scelti a sorteggio e che vi siano commissari esterni.
Onestamente non credo che questo risolverebbe molto. Nessuno impedirebbe 'accordi' tra baroni che si incontrano in una sede diversa dalla propria. Poi, si sa, tra colleghi ... la categoria tende a difendere se stessa.

Infine la considerazione delle pubblicazioni scientifiche internazionali.
Beh, direi proprio che sono fondamentali. Sorprende che sia spacciata questa ovvietà per una cosa rivoluzionaria ('questa sarebbe una vera rivoluzione'). Da sempre un candidato dovrebbe essere scelto per i suoi lavori di alto merito e, ovviamente, le pubblicazioni in riviste scientifiche internazionali sono tra i primi criteri da considerare.

Come Perotti scrive nel suo libro, forse l'unico modo per risolvere il problema dei clientelismi e nepotismi nelle università italiane, è che non convenga ai baroni assumere amici o parenti e che convenga invece assumere i migliori studiosi, perchè se non fanno così l'università nel suo insieme e anche i singoli responsabili di tali scelte ricevono meno soldi e meno premi in carriera.

Saturday, December 13, 2008

Pari età pensionabile per uomini e donne

Mi trovo del tutto d'accordo con la proposta di Brunetta. Non mi pare che vi siano motivi validi per mantenere differenze nell'età lavorativa tra uomini e donne. Oltretutto le donne di solito vivono di più degli uomini.
In molti paesi le donne lavorano già tanti anni quanto gli uomini.
Inoltre l'Italia è un paese molto maschilista. Ho sentito molti stranieri dirsi increduli dai discorsi delle donne italiane: sembra che l'unica cosa che interessa loro sia trovarsi un uomo. Moltissime non pensano che sia importante lavorare.

Firmato:
Una dei fannulloni del personale della scuola.

Guantanamo in Europa?

Ma perchè gli americani non si tengono in America Guantanamo? Forse perchè dovrebbero autodenunciare le loro stesse strutture per enormi violazioni dei diritti umani? Un po' comodo scaricare i panni sporchi fuori casa. Abbiano il coraggio delle proprie responsabilità: o accettino di violare i diritti umani a casa propria contro la loro stessa costituzione, o pongano fine a Guantanamo del tutto.
Pessima idea per qualsiasi stato ospitare le porcherie made in USA nel proprio paese.

Friday, December 12, 2008

Barcellona. Toro pensatore.

Sedute di cromoterapia all'aeroporto di Barcellona Girona

L'aeroporto di Barcellona Girona ha delle pareti giallissime che sono molto piacevoli da vedere. Non è un giallo sfacciato o fastidioso. Io lo trovavo molto gradevole e per questo, mentre aspettavo l'aereo, mi sono fatta qualche seduta di cromoterapia.
Il giallo è un colore molto vitalizzante: comunica energia e forza. Ho voluto vedere se è davvero così e sembra di sì.
A costo di sembrare bizzarra, fissavo per decine di minuti la parete gialla (solo gialla, senza decorazioni) e trovavo l'impressione molto gradevole e un po' euforizzante.
Poi, per controprova, ho fissato per un po' le pareti bianche normali di altre parti dell'aeroporto, e l'effetto psicologico si notava, venendo meno questa carica vitalizzante.
Insomma, la cromoterapia andrebbe studiata di più perchè può migliorare molto la vita della gente.

Traffico stradale a Barcellona

Ho notato con piacere che nella città di Barcellona i pedoni passeggiano per strada con grande sicurezza e tranquillità riguardo al traffico stradale.
Uno potrebbe dire: 'Ma va', sai che gran cosa!'. Beh, per noi italiani è una gran cosa.
Se notavo questo è proprio perchè in Italia la sicurezza nelle strade è ai minimi europei.
Anche in Lettonia, a dire il vero, ci sono pessimi automobilisti, ma qualche tempo fa un giornale americano invitava i turisti a non guidare in Italia perchè il paese è troppo pericoloso.
Se si leggono le cifre dei morti sulle strade, non si può che trovare conferma.

Ma a parte le solite polemiche, cercavo di capire perchè a Barcellona mi sentivo, da pedone, così sicura. Secondo me i motivi sono due:
1. le strade sono ben precise e regolarizzate da semafori ovunque. Ho l'impressione che in Italia a volte non ci si aspetti il semaforo perchè vi sono molti segnali di 'dare la precedenza'. Ad ogni svolta a Barcellona l'automobilista deve fermarsi al semaforo.
2. quando c'è un semaforo in Italia le macchine devono dare la precedenza ai pedoni, se vi sono pedoni. Ma se non vi sono possono svoltare e proseguire. Invece a Barcellona ai semafori ci si ferma sempre e i pedoni passano; se non vi sono pedoni le macchine sono bloccate lo stesso.

Credo di aver notato queste differenze. L'impressione di sicurezza comunque è davvero molto diversa tra la città catalana e le città italiane.
Quindi invito gli amministratori italiani a visitare la città, a studiare le regole del traffico e a importarne la migliore gestione.

Barcellona. Il Parco Guell (Parco di Gaudì).




Thursday, December 11, 2008

Obama


Mi chiedevo la ragione del nome di questo bar nel centro di Barcellona. Sono entrata e ho visto un museo, più che un bar: una raccolta ricca e molto interessante di foto del periodo coloniale inglese. Di certo il punto di vista era quello del colonialista britannico in Africa, ma sono ugualmente documenti storici molto interessanti.

Piante grasse a Barcellona


Tapas.

Una delle poche cose che uno straniero di solito conosce sulla Spagna sono le tapas. Come per uno straniero in Italia, la pizza, o il cappuccino, o le gondole.
Anch'io, che conosco di più i paesi di lingua germanica, arrivo in Spagna con la curiosità di mangiarmi almeno una tapas. Comincio ad andare da un bar all'altro e, con mia gran sorpresa, nessuno mi dà una tapas. Chiedo una tapas, mi portano la lista dei piatti, e non vedo scritto 'tapas' da nessuna parte. Qualche barista, che io pensavo un furbacchione, cerca di spacciarmi per tapas degli snack ai gamberetti, o pezzi di carne con olive, o pesciolini fritti. Ma io, non volendomi far imbrogliare, faccio presente che non c'è scritto tapas sotto quei piatti. E così continuo ad uscire, bar dopo bar, senza prendere niente.
Ma che razza di spagnoli sono i catalani, ho pensato, se non mi danno le tapas?
Ed è così che al quindicesimo tentativo di acquistare una tapas, ci rinuncio, e mi accontento delle tortillas alle patate. Anche perchè sennò rischiavo di perdere l'aereo.
In seguito, in aereo, mi riappacifico con gli spagnoli perchè scopro che, in realtà, 'tapas' non vuol dire quasi niente. Sono snack che possono essere fatti in mille modi: con carne, verdure, pesci, patate, pane ...
L'origine del nome deriva probabilmente dal fatto che nel Medioevo i viaggiatori che si fermavano nelle locande si ubriacavano facilmente. Per evitare questo, e per non dover ospitare clienti ubriachi e rissosi, gli osti presero l'abitudine di coprire con coperchi ('tapas', appunto) i boccali di vino. Con gli anni resta associato al nome il significato di un pasto preso velocemente, tra un viaggio e l'altro.

La Sagrada Familia di Gaudì


"Sagrada Familia con Gru". Sì, sembra che non sarà completata prima del 2030. Gaudì l'aveva progettata negli ultimi anni della sua vita, ma non riuscì a portare a termine l'opera.


La Sagrada Familia. Particolare. Natività (tdr - titolo del redattore).


Pietà (tdr).


Il Cavaliere (tdr).

Stazione del Nord. Sculture in stile Gaudì.

Criceti prigionieri


Lungo la Rambla ci sono molti venditori di animaletti: uccelli, criceti, gatti, cagnolini ...
Questi poveri criceti mi hanno colpito: sembrano far di tutto per rompere le sbarre con i denti per poter scappare.

Gattone di Botero (forse).


Questo simpaticissimo gattone (di Botero? Sembra una scultura di Botero, ma non ho trovato conferma nella guida) si trova nella Rambla, che è la strada più frequentata di Barcellona.
E' una lunga e larga zona pedonale, piena di caffè e negozi tipici. La Rambla arriva fino al porto, e il gattone si trova non lontano dal porto.

Barcellona. Vista sulla città e il mare.

Dalla collina del Parco Guell (Parco di Gaudì) si ha una vista panoramica della città e del porto.

Barcellona. Torre Agbar.


La Torre Agbar, uno dei simboli più noti di Barcellona.

Sunday, November 30, 2008

L'università truccata. Seconda puntata.

Davvero interessante il libro di
Roberto Perotti, L'università truccata, Einaudi, 2008.

Ecco un'altra interessantissima informazione.
Sembra che il mito della mancanza di fondi delle università italiane sia da abbattere o da osservare meglio.
Tutti dicono: per le università italiane si spende troppo poco rispetto all'Europa, e mancano perennemente fondi.

Mancano fondi davvero?

Questa lamentela in Italia trova più o meno tutti d'accordo: chi difende l'università e anche chi la critica.
Gli studenti vogliono difendere l'università dal taglio dei fondi. I rettori, i baroni, i ricercatori sfruttati si lamentano che mancano fondi.
Ma come viene calcolata questa cronica mancanza di fondi?
Dagli iscritti nelle università.
Mancano soldi perchè ogni studente 'riceve' in termini di servizi, insegnamento ... una certa quantità di denaro.
Si dimentica però che in Italia gli studenti iscritti all'università sono almeno per il 50% fuori corso.
Quindi sono studenti che studiano a casa ma che non 'usano', se non relativamente, i servizi delle università.
E anche ai rettori che si lamentano della mancanza di fondi sembra che sfugga questo dettaglio per cui viene contato come utente dell'università anche chi magari è fuori corso da 10 anni.

Guarda, guarda come è facile rovesciare la verità:
se di solito si dice che noi spendiamo in università poco più del Messico, e in Europa solo di più dell'Ungheria, Grecia, Slovacchia e Polonia, in realtà sembra che, si fa un calcolo più preciso, spendiamo enormemente, e solo meno dei primi nella classifica, cioè di USA, Svizzera e Svezia.

Consiglio la lettura del libro di Perotti.

Ricercatori calpestati a Bologna

PIAZZA MAGGIORE RICERCATORI (ANSA/GIORGIO BENVENUTI) BOLOGNA, 29 NOVEMBRE 2008 - Bolognesi a bocca aperta questa mattina in piazza Maggiore alla vista del 'crescentone' interamente ricoperto dalle 1860 facce in formato gigante dei ricercatori italiani ‘’da calpestare’’.
(da Il Resto del Carlino di domenica 30 novembre 2008)




Questo weekend centinaia di ricercatori hanno stampato le loro immagini e con esse pavimentato Piazza Maggiore, a Bologna. I passanti potevano così camminare sui volti dei poveri ricercatori. La metafora è piuttosto ovvia: siamo calpestati da decisioni politiche e da università che ci svalorizzano.
Hanno ragione, come ben si sa, anche se la scena è un po' sado-masochista.

Dico un paio di cose che mi sembrano interessanti e che ricavo dal libro di
Roberto Perotti, L'università truccata, Einaudi, 2008.

Lo sanno tutti che ci sono un sacco di concorsi truccati nelle università italiane e che, specie in certe parentopoli accademiche come Bari, chi entra nelle università è innanzitutto un parente di chi già vi lavora.

Il problema è che

1. Pochissime inchieste condannano le evidenti truffe, sia perchè molti accademici tacciono, per ovvi interessi o per vigliacchieria, sia perchè chi viene accusato di truffa riesce sempre a trovare un modo per giustificare un suo giudizio: secondo me il candidato aveva una migliore capacità espositiva ... aveva un comportamento più collaborativo per un lavoro in un team di ricerca ... Giudizi opinabilissimi ma che non facilmente possono essere oggetto di accusa.
Molto spesso. In certi casi, invece, la truffa è davvero troppo evidente.

2. Ci sono leggi contro imbrogli e favoritismi, ma ci sono anche mille sottili cavilli con cui raggirarle. In Italia poi ...

3. Ai baroni, che preferiscono amiche o figli incompetenti a validissimi concorrenti altamente qualificati, fa comodo far entrare i loro amici o parenti nelle università. Fa comodo. Questo è il punto, secondo Perotti.

Quello che lui sottolinea è che è importante fare in modo che ai vari baroni non faccia comodo far passare ai concorsi l'amante impreparata o il cognato incompetente.
Le leggi ci sono ma vengono raggirate; si può condannare e denunciare la truffa, ma molto spesso le accuse scivolano sul piano personale di opinioni o pensieri o gusti.

Occorre invece un sistema di incentivi economici e di carriera per cui al barone di turno faccia comodo avere nel proprio dipartimento il miglior candidato: se un ricercatore brillante porta all'università soldi e iscritti, e il barone riceve soldi e premi in carriera anche in base al prestigio dell'università, allora gli conviene di sicuro impiegare il migliore candidato anzichè il pupillo mediocre che gli fa da portaborse.

Questo è un punto importante e mi fermo qui. Renderò noti ulteriori dettagli nelle prossime puntate.

Cosa pensano gli Afghani delle truppe USA in Afghanistan

Newsletter ricevuta da RAWA www.rawa.org (Revolutionary Association Afghan Women):


Uprising Radio
, November 13, 2008


Afghans to Obama: End the Occupation

Transcript: Radio interview with Eman, Member of the Revolutionary Association of the Women of Afghanistan (RAWA).


Download Audio:
Audio
MP3, 3.47MB, 15:10Min.

Accused of killing 65 Afghans in yet another wedding party massacre last week, US military officials are now claiming that they have evidence of the Taliban holding the party hostage to lure US forces into killing the civilians and stoking more anti-American sentiment. The accusation came from an anonymous US official who declined to share the evidence for the claim. According to Afghan officials, a joint investigation with the US found 37 civilians and 26 so-called insurgents were killed in the Kandahar village. Inexplicably the U.S. figure from the same investigation was 20 dead civilians. Afghan president Hamid Karzai has repeatedly denounced the civilian deaths and urged the US to stop relying so much on air strikes. The same week as the wedding party killings, US airstrikes killed 7 civilians in the Northwest province of Baghdis. Among them were two sons and a grandson of a provincial council member, Mohammad Tawakil Khan. Mourning his loss, Khan remarked bitterly, "The! Americans are hitting civilian houses all the time. They don't care, they just say it was a mistake� Afghan officials are only offering their condolences. After some 100 times that they have killed civilians, we have to take revenge and afterward say our condolences to them." The civilian death toll has stoked anger across Afghanistan and raised increasing calls for an end to the occupation. However, President elect Barack Obama's foreign policy centerpiece was an increase in US troops to Afghanistan.

Sonali Kolhatkar: Many on the American left are celebrating the election of Barack Obama to the presidency of the US. But while he has pledged to end the Iraq war, he has also promised to increase troops in Afghanistan. What is your opinion of Barack Obama and his stated policy on Afghanistan?

Eman: We can easily judge Obama from what he said in one of his recent interviews that he does not feel the need to apologize to the Afghan people. We do not consider this a lack of information. But didn�t he feel the need to apologize for the wrong policies of the US government for the past three decades in our country? Didn�t he feel the need to apologize for the fundamentalist-fostering policies of the US government in creating, arming, and supporting these brutal, misogynist groups like the Northern Alliance and other fascist groups during the past three decades? Didn�t he feel the need to apologize for the occupation of our country under the banner of democracy, the so-called �war on terror,� and women�s rights, but then compromise with terrorists like the Northern Alliance, who cannot be distinguished from the Taliban in the history of their criminal acts? In fact these murderers were the first to destroy our nation. And even after seven years o! f a very long and very costly �war on terror,� terrorism has not been uprooted in Afghanistan but has become stronger and the Taliban are becoming more powerful. Plus recently talking about negotiating with the most wanted terrorist, Gulbuddin Hekmatyar, and with the Taliban, which is in contradiction with what they claimed and what their main objective was in occupying Afghanistan.

From his statements during his election campaign, we don�t think that Obama�s position is different from the Bush administration; it is the continuation of Bush�s foreign policy. As Obama�s first message to our country was that of war, we cannot be hopeful about him.

From his statements during his election campaign, we don�t think that Obama�s position is different from the Bush administration; it is the continuation of Bush�s foreign policy. As Obama�s first message to our country was that of war, we cannot be hopeful about him.

Kolhatkar: Do you think the troops should be withdrawn and if so, what will happen in Afghanistan if US/NATO forces leave Afghanistan?

Eman: RAWA strongly believes that whatever happens, a withdrawal of foreign troops should be the first step, because today, with the presence of thousands of troops in Afghanistan, with the presence of many foreign countries in our nation, for the majority of our people particularly poor people in the other provinces of Afghanistan outside Kabul, the situation is so bad that it cannot get any worse. Today they are also suffering from insecurity, killing, kidnapping, rape, acid throwing on school girls (as happened just last week), hunger, lawlessness, lack of freedom of speech (with journalist Parwiz Kambakhsh being imprisoned), After seven years of occupation failed to bring peace, security, democracy, and women�s rights that they claimed. I think seven years is quite enough time to prove that democracy and peace cannot be brought by foreigners. It can only be achieved by our own people by democratic organizations and individuals. It�s our responsibi! lity to become united as an alternative against the occupation, to rise up, to resist and to organize our people.

Obviously it is very difficult. No one can predict how long it will take, how much blood, how much sacrifice, and what price should be paid. But this is the only solution, as RAWA has always emphasized.

Right now our people are under attack from different sides. From one side we have the Taliban, from the other side are the US air strikes, and from another side are the Northern Alliance warlords in different provinces. We are in a political confusion. With the withdrawal our people will at least get rid of one of these enemies.

We believe that even with the withdrawal of the troops they have a moral duty towards Afghanistan as they have empowered these dangerous fundamentalist groups economically; and given them arms which were a big threat to the security of our country. If the US and its allies are kind enough to try to help us and they are honest in their claim of helping our people then they can prove it in other ways. They can prove it by the disarmament of armed groups. They can prove it by stopping any kind of support, help and compromise with any fundamentalist groups by helping our people to prosecute our war criminals of three decades. They can do this by supporting democratic voices. So they have other alternatives to help us if they really want to.

Kolhatkar: Hamid Karzai�s tenure is up next year and there are to be new elections. What do you think needs to happen before the elections, and is there any chance the elections could bring some positive change inside Afghanistan?

Eman: We have two kinds of elections ahead of us: parliamentary and presidential. About the presidential election, everyone knows that the White House determines who is going to be the next president. Our public�s votes are just used as a formality. But what we are sure of is that the next president will not be independent or a real democrat. So our people are not so hopeful about those elections.

About the parliamentary elections, it is important to state that this election, like the last one, will be conducted under the shadow of guns, airpower and money. So we cannot call it a fair and free election. For a fair and free election to be held we think that disarmament of the powerful warlords which have private armies in different provinces, is a necessary factor. Otherwise it will be a repeat of the last election. For example, according to a law made by the Election Commission, warlords cannot take part in the elections. The last time, our people appealed to the election commission against criminal candidates and drug lords with evidence but nobody paid attention to them and these most-wanted murderers found their way to parliament. There were just a very few exceptions who were really elected by the people. The majority were well-known murderers, criminals, and rapists.

Kolhatkar: In RAWA�s recent statement on the 7th anniversary of the US war on October 7th, you say �Our freedom is only achievable at the hands of our people.� How strong are democratic grassroots forces in Afghanistan, and are they capable of rising up and leading the country?

Eman: Unfortunately the democratic forces are very weak due to many reasons. The two main reasons are, firstly, financial problems because there is no government support at all, and powerful international forces like the United Nations have never been interested in supporting democratic groups, individuals, and voices. Secondly they are weak for security reasons, which have always suppressed these groups. We believe that the main source of power lies with our people. Today they have become hopeless with false promises from the West of establishing democracy. And moreover people are fed-up of the fundamentalism of the Taliban, Northern Alliance, and Gulbuddin Hekmatyar, etc. So today if we witness demonstrations organized by our suffering and tired people, tomorrow they will be much more organized under the leadership of democratic movements. So we should not lose our hope. The groups are weak but they exist. I think it�s the duty of democratic forces ! all over the world to support democratic movements in Afghanistan and they should show their practical solidarity with them.

Kolhatkar: When we started our conversation, you weren�t very optimistic about Barack Obama�s stated policy on Afghanistan. What advice would you give President Elect Barack Obama, when he takes office in January?

Eman: We believe that if the American government does not have any bad, expansionist, hidden intentions regarding our country then they have to accept and change their long-term mistakes and wrong policies in our country. In the early 1990s they supported the anti-democratic, anti-women forces and they still have not learned a lesson and still they rely on and compromise with the different fundamentalist groups, which makes the situation of our country even worse. So from one side they are still nourishing and working with those drug lords and warlords of the Northern Alliance. And from the other side they complain about drugs, corruption and insecurity which is a painful game with the destiny of our people, who do not want more troops and war. Our people want justice, peace, and democracy.

As the US failed with spending billions of dollars on the presence of thousands of troops for the past seven years, I�m sure that they will fail even if they bring millions more troops as long as the American government does not change its policies in Afghanistan.

Kolhatkar: Finally, what advice would you give the American anti-war movement on what Afghanistan needs from them?

Eman: Since the US government has always supported fundamentalist groups and ignored democratic voices in our country, I think that the US government does not represent all American people. But there are great American people and great peace movements who have always raised their voice against war and defended peace with justice. History shows that these movements have always affected government policies, for example on the Vietnam war. So I think that they have a great responsibility to put pressure on their government and especially its foreign policy, to change the policy and to withdraw their troops from Afghanistan. And they have to show their solidarity with the democratic movements in Afghanistan. It�s very very important for us and we need their voices. But I just read an article that some parts of the US peace movements are supporting the Iranian government. We condemn this position because we consider the Iranian government a fundamentalist, ! fascist government. But as long as the peace movement is concerned, we need their solidarity and we are very happy to have their support.

NOTE: Uprising host, Sonali Kolhatkar volunteers her time for the Afghan Women's Mission, a US-based non-profit organization that supports RAWA's projects.



Source: http://uprisingradio.org/home/?p=4351

Saturday, November 29, 2008

l'Italia vista da un osservatore inglese

Vorrei segnalare quest' articolo sull'Italia scritto dallo scrittore inglese Claude Carpentieri:


Thursday, November 27, 2008

Watch it, Italy

A strange mix of racism and authoritarianism is surfacing in Berlusconi's Italy

As parallels are constantly drawn between the current economic climate and the 1929 crash, we can at least hold on to the certainty that Europe is now a profoundly democratic place.

Italy, however, is a peculiar case. Since Silvio Berlusconi's landslide victory last April, it's as if the country started to passively give the nod to a disturbing series of populistic and semi-authoritarian measures. Whether it's style, rhetoric or actions, whatever the government is doing is increasingly greeted by a collective shrug. The result is that Italy's standards of democracy are lowering fast.

. . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Tutto l'articolo e un mio commento in:

http://mymarilyn.blogspot.com/2008/11/watch-it-italy.html

Saturday, November 22, 2008

Contro la chiusura delle piccole scuole. Geniale trovata italo-albanese.

Nel comune di Acquaformosa, in Calabria, vivono gli abitanti di un paese arbaresh, cioè una delle comunità albanesi da secoli insediatesi in Italia.
Questo comune sul Monte Pollino ha una scuola elementare che rischia di essere chiusa perchè gli alunni sono meno di 50.
Gli abitanti si oppongono con decisione a tale scelta anche perchè l'istituzione è attenta a conservare l'identità culturale albanese.
Quale soluzione hanno allora escogitato i geniali abitanti di questo paese di montagna?
Tutti a scuola!
La maggior parte degli abitanti sono anziani, di origine albanese. Per salvare la scuola dei loro nipotini hanno deciso di iscriversi in massa, essi stessi, come alunni della scuola elementare. Molti di loro non hanno questo titolo, o almeno non il titolo della scuola elementare italiana.
Conseguenze importanti: aumenta il livello culturale di un paese intero; gli anziani guadagnano un titolo di studio; sono impegnati in attività comuni culturali e ricreative; salvano l'istituzione culturale più importante in quel paese; salvano un centro importante di cultura albanese.
Trovata geniale.

Thursday, November 20, 2008

Eh, già ...

Da La Repubblica di mercoledì 19 novembre 2008






Sunday, November 16, 2008

Ascensori nella stazione di Mestre-Venezia

La stazione dei treni di Mestre-Venezia è una delle più importanti d'Italia (è sicuramente più importante di quella di Venezia) perchè costituisce uno snodo ferroviario di collegamento con tutti i treni che dal nord-est d'Italia vanno verso ovest o verso sud.
Ho scoperto, con sorpresa, che nella stazione non c'è neanche un ascensore con cui i viaggiatori possano portare nei vari binari (vi sono circa 10 binari) bagagli pesanti, evitando faticose scalinate.
Mi sembra una carenza non da poco.

Bello il Ponte di Calatrava sul Canal Grande! E anche costosetto, dicono. E a Cacciari sicuramente piace essere ricordato come il sindaco che ha fatto costruire questo ponte.
Ma anche cose banali e terra terra come un ascensore in una stazione molto affollata sono lavori pubblici importanti.
Certo, essere ricordati per il Ponte di Calatrava piuttosto che per gli ascensori della stazione di Mestre ... una bella differenza ...

Tuesday, November 11, 2008

'Il cacciatore di aquiloni' di Marc Forster

Che sia un bel film, lo hanno detto più o meno tutti. Forse solo i telebani non lo apprezzano.
Tratto da un romanzo di Khaled Hosseini, la storia è ambientata in Afghanistan.
Inizia con scene del 1978, quando la vita in quel paese era povera ma sopportabile. Non si vedono ancora donne cancellate dalla ferocia del burqa, la gente può divertrsi nelle feste, ascoltare musica e sorridere camminando per strada.
Hassan e Amir sono due amici che vivono nella stessa casa perchè il padre del primo è un domestico del facoltoso padre di Amir. I bambini sono inseparabili e il loro gioco preferito è far volare in cielo gli aquiloni in gare che, nell'Afghanistan di quei tempi, sembrano avere l'importanza delle partite di calcio nelle società occidentali.
Amir quasi invidia il servitore Hassan perchè suo padre lo considera un bambino più coraggioso di lui. Amir è sensibile e gli piace scrivere storie, ma non ha il coraggio e la generosità di Hassan.
Lo rivela drammaticamente quando dei piccoli delinquenti vogliono punire Hassan per non essere un pashtun, il gruppo etnico egemone in Afghanistan. Il bambino non accetta di sottostare alle richieste dei teppisti e rifiuta di dar loro l'aquilone che aveva promesso di portare all'amico Amir.
La pagherà cara: subirà violenze a cui Amir stesso assiste impotente, incapace anche solo di chiamare qualcuno in aiuto. Amir scappa e neanche in seguito trova il coraggio di denunciare la violenza subita da Hassan.
Questo episodio compromette l'amicizia tra i due bambini. Amir non vuole più Hassan in casa perchè gli ricorda continuamente la sua stessa colpa, la vigliaccheria che vorrebbe dimenticare.
Per questo causerà, con una falsa accusa, l'allontanamento di padre e figlio.
Nel frattempo cambia lo scenario politico: nel 1979 i russi invadono l'Afghanistan. Il padre, che è un ricco possidente e che ha sempre criticato i comunisti, deve lasciare il paese. Passerà i suoi ultimi anni, col figlio, in America.
Amir frequenta un college, diventa una scrittore, sposa una ragazza afghana, ma non dimentica la colpa che ha funestato la sua infanzia.
Non si può cambiare il proprio passato, ma si può fare qualcosa per riscattarlo.
Ne avrà l'occasione quando un vecchio amico di famiglia gli fa sapere che il suo amico Hassan è morto, ucciso dai telebani, opponendosi ad un ennesimo sopruso. Quell'amico, scoprirà, è in realtà suo fratello, perchè il padre aveva avuto una relazione con una serva della sua casa.
Il figlio di Hassan, dunque, è suo nipote ed egli sente il dovere di salvarlo da quell'inferno che nel frattempo è diventato l'Afghanistan, dopo l'invasione dei russi e la successiva 'liberazione' dei telebani, che instaurano un clima di violenza e terrore.
Ritroverà il bambino e, donandogli una vita normale in America, sente di risarcire il debito con Hassan, per quell'atto di vigliaccheria che ha segnato la sua giovinezza.

Saturday, November 8, 2008

'Wall Street' di Oliver Stone

Profetico il film 'Wall Street' di Oliver Stone. E' uscito nel 1987. Fa riferimento alla Borsa di New York del 1985, ma potrebbe essere distribuito oggi per spiegare il crollo della Borsa del settembre 2008.
Un giovane broker, proveniente dalla periferia americana, vuole far carriera a Wall Street. In un momento di crisi economica si rivolge ad un pescecane capitalista col quale fa soldi a palate, si compra un appartamento nel cuore di Manhattan, ha donne, macchine e jet personale, e potrebbe persino diventare un socio del suo boss.
Ma ad un prezzo: deve passare informazioni finanziarie illegalmente per favorire le speculazioni finanziarie del suo capo.
Il padre sindacalista guarda con sospetto la facile ascesa del figlio e lo mette in guardia contro chi è mosso solo da avidità ed è privo di scrupoli morali. 'Io non giudico il valore di una persona dai soldi che possiede', dirà al giovane.
L'affare colossale in cui si avventura il figlio coinvolge la compagnia di bandiera BlueStar in cui il padre lavora come sindacalista.
Sembra che il broker rampante possa addirittura arrivare a dirigerla, avviandola ad un miracoloso aumento di produttività e guadagni.
Il figlio stesso ci crede, per accorgersi subito dopo di essere solo una pedina nelle mani del suo boss affarista che acquista la compagnia aerea per svenderla subito dopo, perchè ... 'quel che conta sono solo i soldi'.
Quando il giovane capisce la macchinazione, riesce, sempre per mezzo dello spionaggio industriale, a sventare l'affare e a salvare la compagnia. Ma ormai deve pagare i suoi debiti con la giustizia. Dovrà subire un processo e forse un periodo di carcere per il suo operato disonesto.
Ha salvato la compagnia, però, e migliaia di operai che sarebbero stati altrimenti licenziati. E ha salvato anche il rapporto con suo padre, che ora crede di nuovo in lui.
Le ultime parole del padre sono attualissime: 'Smettila di guadagnare sugli spostamenti di denaro, e mettiti a produrre davvero qualcosa col tuo lavoro'.
E' questa la lezione che l'America del 2008 dovrebbe fare propria.

'Obama: giovane, bello e abbronzato'

Ho chiesto a mia sorella, che vive a New York, se ha sentito la battuta di Berlusconi su Obama, definito un futuro buon collaboratore perchè 'bello, giovane e abbronzato'.
Mi ha risposto che non si poteva non sentirla; è rimbalzata subito su CNN.
Che la battuta sia di pessimo gusto, siamo d'accordo. Ma che in Italia si siano mossi tuoni e fulmini per una battuta, in fondo, insignificante, mi sembra eccessivo.
Partiti convocati, assemblee per discutere la cosa, mobilitazione politica per dissociarsi, comunicati stampa per criticare il governo ...
cioè un sacco di ore e soldi pubblici, pagati dai contribuenti italiani, spesi per una stupidaggine del genere!
Penso che tutte le forze politiche farebbero meglio a lavorare seriamente su cose importanti, specie in un momento di crisi come questo.

Sunday, November 2, 2008

Murales a Bologna. Fiori.

Murales a Bologna. Siesta andina.

Murales a Bologna. TV e ritorno alle origini.

Bled (Slovenia). Davanzale fiorito.

Anatroccoli



Sono anatroccoli sloveni. Li ho incontrati a Bled. Simpaticissimi, come i loro parenti italiani.

Il Fiore della Passione

Lo chiamano il Fiore della Passione. Trovo che sia un piccolo capolavoro.

Thursday, October 30, 2008

www.trenitalia.it

Ieri sera l'ennesima arrabbiatura con le ferrovie italiane.
Prendo il treno a Conegliano alle 17.14 perchè voglio essere a Bologna alle 20.04.
Ho il cambio a Mestre alle 18.10. Il treno, che dovrebbe arrivare a Mestre alle 17.50, vi arriva alle 18.10. Treno per Bologna perso. Il treno regionale successivo per Bologna è alle 19.10, cioè ben un'ora più tardi.
Chiedo in treno al capotreno se può scrivere due righe in cui conferma con firma che il treno è in ritardo, così chiederei di poter prendere il primo treno successivo, anche se Intercity o Eurostar.
Il capotreno mi scrive in un pezzetto di carta, che sembra una nota della spesa, che c'è stato un ritardo, e si firma con il numero della sua tessera, neanche con il nome. Inoltre era proprio una nota della spesa: foglio strappato da un quaderno, non intestato, niente timbro ...
Io prenderei il primo treno per Bologna ma non mi fido: voglio chiedere all'ufficio accoglienza clienti se posso prendere il treno successivo che è un treno con supplemento, naturalmente senza pagare il supplemento, visto che è per colpa loro se non ho potuto prendere il mio normale treno regionale.
Ovviamente il responsabile dice di no, che se salgo su quei treni mi chiederanno il supplemento.
Allora chiedo se lui può scrivere due righe che certifichino il ritardo del treno, in modo tale che, se arrivo tardi al lavoro, almeno una nota delle Ferrovie dice che è colpa loro, non mia.
Neanche quello! Quell'impiegato continuava a dire che lo avrebbe fatto volentieri, ma proprio non poteva. Allora chiedo a chi posso chiedere questa banale constatazione di un dato di fatto.
A nessuno. Non possono scrivere, cioè non si prendono nessuna responsabilità dei loro errori.
Noi paghiamo per un servizio. Se il servizio non funziona, non importa, il prezzo è lo stesso e le Ferrovie non si prendono neanche la responsabilità di attestare loro eventuali inefficienze in modo tale da evitare almeno guai a chi è danneggiato dai loro ritardi.
Quando sono ritornata da Bologna ho preso, anzi, avrei preso, il treno delle 3.18. Il treno non è arrivato alle 3.18, ma alle 5 circa.
Ho sentito l'altro giorno che le Ferrovie Italiane sono stata convocate da 'Mi manda RAI 3', trasmisssione in cui si invitano i consumatori che sono stati danneggiati da qualche grossa ditta, e la ditta stessa, che è tenuta a rispondere delle sue nefandezze.
Nella trasmissione il problema discusso era che i passeggeri sono costretti a pagare multe se salgono in treno senza biglietto, anche quando nelle stazioni di partenza non vi è alcuna possibilità di farsi il biglietto, o perchè lo sportello è chiuso o non vi sono sportelli, o perchè le macchinette non funzionano.
Praticamente le ferrovie pretendono un costo sembre totale dei servizi, e penali se non si paga adeguatamente, ma non sono disposte mai a prendersi alcuna responsabilità per le loro inefficienze.
Aggiungo che ho scoperto che una stazione importante come Mestre-Venezia non ha neanche un ascensore per portare valigie da un binario all'altro. Ce l'hanno stazioni anche piccole o medie mentre un centro di passaggio frequentatissimo e centrale come Mestre ne è privo.

Tuesday, October 28, 2008

Riforma di scuola e università

Sono stata molto tiepida in questi giorni a proposito della riforma Gelmini.
Mi auguro che ci sia un'attenta considerazione del decreto che sembra più il calcolo di un amministratore che di un ministro che capisce i contenuti importanti dell'università e della ricerca.
Però questo grande movimento di piazza sorprende perchè mette insieme persone che non possono essere d'accordo in sostanza.
Studenti a fianco di baroni, ad esempio: si lamentano della riforma Gelmini, o anche di un potere baronale che limita i diritti degli studenti non raccomandati e che soffoca la meritocrazia in Italia?

Secondo me i tre principali attuali problemi dell'università, in ordine di importanza, sono:

1. il potere baronale degli accademici che trattano l'università come oggetto di privilegi personali, piuttosto che un laboratorio di cultura in cui più i cittadini sono coinvolti e più il paese cresce e migliora.

2. l'Italia è un paese che dedica troppo poche risorse a università e cultura, rispetto agli altri paesi occidentali.

3. il Ministro Gelmini se ne intenderà di bilanci, ma non sembra conoscere molto bene i problemi seri della scuola e dell'università.

Il primo dei problemi, comunque, è il più grave e importante, secondo me.
Per questo non sono troppo ostile alla riforma Gelmini. Chi la contesta dice: troppi pochi soldi all'università. Ne occorrono di più, non di meno.
Vero, ma dare i soldi a una classe accademica che alimenta e difende privilegi personali, favoritismi e nepotismi non mi sembra una grande idea.
Dare un sacco di soldi per concorsi che tutti sanno essere una presa in giro perchè truccati, o dare molti soldi perchè i baroni possano aprire inutilissime cattedre così ci piazzano moglie o figli ...
Si sa bene che in Italia nascono come funghi cattedre o corsi il cui senso di esistere sta solo nel fatto che così il barone di turno ci piazza come titolare qualcuno che gli fa comodo.
E' noto che in Italia se c'è una cattedra di, ad esempio, geografia, i baroni interessati possono modificarla con fantasia e creatività per ottenere fondi per persone che a loro interessano. Si insegna geografia? Troppo banale. Inventiamo una cattedra in 'geografia generale'. E' la stessa cosa, giusto? Invece no. E' un corso numero 2 in cui piazzare qualche collega. Oppure 'Storia moderna'. Ci si può sbizzarrire: 'storia moderna e contemporanea', 'storia contemporanea e moderna', 'storia moderna ma non troppo', 'storia contemporanea e anche moderna' ...
Scherzi a parte ... è proprio così. Naturalmente con distinzioni più sottili di quelle che ho suggerito io, che non sono un'esperta in imbrogli accademici.
E' risaputo. Basta leggere 'Le mani sull'università: cronache di un'istituzione in crisi' di Felice Proio, Editori Riuniti, 1996. Testo ancora molto attuale.
Io stessa ho dovuto fare un esame di 'Geografia soprattutto antropica' che mi lasciava un po' perplessa. Non sarà mica una definizione scientifica! Infatti quando mi è capitato di tradurre il mio certificato di laurea in inglese o tedesco, non capivano cosa volesse dire 'geografia soprattutto antropica'.

Quindi va bene impiegare più soldi per la ricerca, l'istruzione e la scuola. Ma come vengono impiegati in Italia non va bene per niente. Mi auguro che i soldi vengano destinati meglio. Tagli a cose inutili, e incrementi a cose importanti.

Monday, October 20, 2008

Come risparmiare fondi pubblici nel campo dell'istruzione

Il Ministro Gelmini, impegnatissimo a risparmiare soldi nel campo della cultura, potrebbe risparmiare molto anche in questo modo: abolire i concorsi per dottorati di ricerca (dicono che anche i concorsi per ricercatori o ordinari funzionino così, ma io di certo so solo dei dottorati di ricerca).
E' risaputo che in Italia tu inizi un dottorato di ricerca se piaci intellettualmente (nel migliore dei casi) a qualche barone.
Il barone ti dice: 'Perchè non fai un bel dottorato con me?'.
Dopodichè però viene lo stesso allestito un concorso - truccato - per 'scegliere' un candidato che hanno in realtà già scelto.
Così si spendono molti bei soldini dello stato per pagare queste ben note prese in giro.
Con l'aggravante che gli studenti che non sanno, e che si illudono di partecipare ad un concorso onesto, spendono soldi e tempo per prepararsi per un concorso truccato.
Soldi e tempo buttati per un imbroglio legalizzato.
Non fare più questi concorsi sarebbe un bel risparmio.
Nelle università americane o di altri paesi europei si mandano application forms, i professori valutano le candidature, e scelgono quelle che interessano. Ovvio che sono dei professori che scelgono il nuovo candidato, ma con una decisione collettiva e non imbrogliando tutti con concorsi palesemente falsi come avviene in Italia.

Sunday, October 12, 2008

Patrimonio culturale italiano

Noi italiani abbiamo un patrimonio culturale che tutto il mondo ci invidia, tanto che se, come sembra, tra crisi internazionali e manovre dei vari governi, tra un po' finiremo tutti sotto i ponti, beh, mica son ponti banali: Ponte di Rialto, Ponte di Calatrava, Ponte Vecchio, Ponte di Castel Sant'Angelo ... continueremo di certo ad essere invidiatissimi!

Saturday, October 4, 2008

Bled (Slovenia)

Ho visitato pochi giorni fa ...


Bled, un gioiellino nel cuore della Slovenia.


Nel lago di Bled vi è una piccola isola, l'unica isola della Slovenia. Nell'isola vi sono una chiesa e un museo che si raggiungono con imbarcazioni vagamente orientaleggianti.



Prospicente la riva vi è un castello iniziato nell' XI secolo, raggiungibile a piedi e visitabile.


Per arrivare a Bled vi è un comodo trenino a Nova Gorica. Per chi non conosce molto la zona: a Nova Gorica e alla stazione di Nova Gorica si arriva in una ventina di minuti a piedi dalla stazione di Gorizia. Dico anche il costo per incoraggiare soprattutto i più giovani a visitare Bled e Lubjana: da Nova Gorica con 5 € si è a Bled e da Bled con altri 5 € si è a Lubjiana.

Friday, October 3, 2008

Souvenir

Con le immagini dei souvenir racconto di qualche mio viaggio.




La pergamena l'ho comprata a Pechino. Rappresenta cantanti d'opera. L'opera cinese ha costumi bellissimi e coloratissimi. La voce dei cantanti però è troppo acuta.
Il vaso azzurro è artigianato di Malta.
I due oggetti scuri sono souvenir preziosi, ma non li ho comprati io: sono regali di un'amica peruviana che ho aiutato a stabilirsi in Italia. Sono oggetti precolombiani autentici.
Il vichingo barbarossa l'ho comprato a Copenaghen in un museo in cui era stata ricostruita una nave vichinga.



A sinistra dietro vi sono due immagini regalatemi da un'amica che è stata di recente a Mosca.
Più a destra un draghetto di Cracovia, comprato durante il mio viaggio in Polonia nel 2004.
Il gattino è un regalo portafortuna di un'amica giapponese che studiava in un mio corso di italiano per stranieri tenuto a Venezia.
A destra una statuina egiziana comprata quando ero a Luksor in un insolito Natale in maniche corte sotto un sole di 40°.

Si denuncino i fatti di razzismo

Quasi ogni giorno, negli ultimi tempi, vi sono esempi di razzismo nelle cronache italiane.
Forse sono solo la punta di un iceberg. Uno straniero che arriva in un nuovo paese molto spesso ha paura o vergogna di denunciare fatti ingiusti subiti, o non sa che certe cose possono essere denunciate.
Voglio invitare col mio blog tutti gli stranieri che subiscono o hanno subito violenza o ingiustizie a denunciarle, incoraggiati dal numero crescente di fatti che stanno emergendo nelle cronache.

Lettere di lamentela alle ferrovie dello stato

Se vi sono dei disguidi nelle ferrovie, ritardi, carrozze sconnesse, obliteratrici o macchine per biglietti che non funzionano, è consigliabile, e secondo me davvero utile, scrivere le lettere di lamentela che vengono rilasciate in biglietteria.
Vale la pena di segnalare ogni disfuzione. Non è tempo perso.
Ne ho scritte varie e rispondono sempre, a lettera, di solito, più raramente via email o telefono.
Mi è capitato che, dopo aver scritto quasi ogni giorno lettere di lamentela per perdita di coincidenze dovute a ritardi di un certo treno, alla fine in quella stazione gli orari venivano effettivamente rispettati.
Un altro consiglio: se rischiate di perdere una coincidenza per ritardi dei treni, chiedete al capotreno di telefonare nella stazione della coincidenza in modo tale che cerchino di trattenere il treno e che il passeggero possa prendere la coincidenza.
Per quanto riguarda le lettere di lamentela, facciamo un esempio: se dopo un ritardo di 40 minuti tutti i passeggeri vanno a scrivere una lettera di protesta in biglietteria, quella stazione può trovarsi a dover rispondere (come ripeto: rispondono sempre) anche a centinaia di persone.
Una volta risponderanno, la seconda staranno di certo più attenti a non dover rispondere più perchè è una perdita enorme di tempo.
Quindi, invece di bestemmiare o brontolare per niente, consiglio di seguire questa procedura che sembra efficace.

Tuesday, September 23, 2008

Gorizia e lo stile liberty

Gorizia deve essere una delle città più liberty in Italia. Moltissimi sono gli edifici in questo stile. D'altronde in quest'angolo del nord-est italiano vi è stata la massima influenza della cultura mitteleuropea e lo stile liberty, che in Italia non è così diffuso, trova in Austria un centro importante. Grandi pittori della Jahrhundertswende sono gli austriaci Klimt o Schiele. Il viennese Schnitzler era uno dei grandi scrittori della fin du siécle.
Una curiosità: una delle città europee con più architettura liberty è Riga, capitale della Lettonia.

1. Nova Gorica (Slovenia). Busto di Ivan Trinko.


Ivan Trinko era un vescovo cattolico e scrittore sloveno che ha fondato varie associazioni umanitarie e culturali già prima della I Guerra Mondiale.

2. Busto di Simon Gregorcic. (Beh, quel che resta del busto di Simon Gregorcic)


Anche Simon Gregorcic era un prete cattolico sloveno, inviso alle autorità specie negli ultimi anni della sua vita.

Invece dei soliti nanerottoli ...


Insolita decorazione da giardino in una casa privata di Conegliano.