Saturday, August 4, 2007

'Il fondamentalista riluttante' di Hamid Mohsin

Ho letto su Repubblica una recensione del libro 'Il fondamentalista riluttante' di Hamid Mohsin.
L'autore ha doppia nazionalità americana e pakistana. E' vissuto in USA fin da bambino e solo negli ultimi anni è stato in Pakistan.
Racconta un aneddoto significativo. Si trova in USA alla presentazione del suo libro e un americano gli chiede: 'Ma perchè i musulmani ci odiano tanto?' La domanda lo prende alla sprovvista, ma è motivo di riflessione. E risponde dicendo che gli americani non sanno molto di ciò che gli USA stessi fanno in giro per il mondo. Non sono abbastanza informati o quello che sentono non è abbastanza chiaro e completo.
E anch'io, dopo aver passato un anno in Indiana, ho la stessa impressione. Ho anche seguito un corso di storia americana contemporanea e da quel che sentivo ricavavo l'impressione che gli americani non fossero abbastanza consapevoli delle conseguenze drammatiche di tanti interventi USA nel mondo.
In generale gli Americani tendono a idealizzare e difendere le posizioni politiche del loro paese. Ma a volte rischiano di sembrare addirittura ciechi di fronte a situazioni che in Europa vengono giudicate in modo completamente diverso.
In USA io leggevo i giornali (locali di West Lafayette, e dell'università Purdue) gratis. E questo è già significativo. Chi regala giornali forse ha anche interessi nel diffondere le notizie che riporta. E l'impressione è di stampa troppo a sostegno delle strutture politiche e pubbliche americane. E' vero che l' Indiana è uno degli stati più conservatori degli USA. Ma a volte è addirittura sorprendente questa difesa ad oltranza delle decisioni dei potenti. Nel giornale dell'università c'era un ragazzo tedesco che prendeva in giro questa difesa ad oltranza. E quando la pacifista Sheehan, la madre-coraggio americana che dopo la morte del figlio in Iraq ha protestato ovunque contro la guerra, è stata invitata dall'Istituto di Studi Americani a tenere un discorso all'Università, ovunque c'erano infiammati dibattiti sul fatto che la Sheehan non doveva affatto essere invitata. La scusa era che non era una personalità di livello accademico. In realtà c'era un rifiuto quasi totale di discutere sulla pace e criticare il ruolo americano in Iraq.
Il mio professore di storia americana, di cui non critico assolutamente la preparazione, dava l'impressione però di non porsi abbastanza il problema della presenza americana all'estero, delle occupazioni americane di altri stati. Evidentemente questo è ormai passato come un diritto indiscutibile dell'America.
Aggiungo che l'Istituto di Studi Americani (anche in quest'istituto ho frequentato delle lezioni) sembrava l'unico un po' critico nei confronti delle istituzioni politiche americane. E deve essergli anche costato molto, visto che uno dei professori dell'istituto è iscritto nella 'lista nera' delle persone che il governo americano tiene sott'occhio in quanto 'sovversivi'.
Si ha l'impressione in USA di una difesa totale delle decisioni dei leader politici.
Un mio alunno di 20 o 21 anni ha scritto che 'noi poveri americani siamo impegnati ad aiutare gli Iraqeni e spendiamo un sacco di soldi e vite umane per loro, e loro ci ricompensano con attentati e violenza'. C'è una incapacità enorme di mettere in discussione il ruolo della presenza USA nel mondo.
Il mio professore di storia americana difendeva con entusiasmo la politica di Reagan che ha migliorato l'economia americana negli anni '80, ma sorvolava totalmente sulle conseguenze della sua politica in Medioriente e sull'occupazione di Iraq e Kuwait.
Bush ha fatto la stessa domanda a un gruppo di intellettuali invitati a pranzo alla Casa Bianca in questi giorni. Perchè gli Europei lo criticano così tanto?
La mia risposta: perchè gli americani trattano molti paesi nel mondo come un cortile di casa in cui loro hanno il diritto di entrare senza chiedere permesso. Per il cinismo con cui si permettono di interferire nelle questioni di altri stati ignorando il terribile costo in vite umane che le persone nel mondo pagano per queste interferenze. Perchè non si pongono il problema se loro hanno davvero il diritto di decidere in casa altrui. Per come strumentalizzano tante loro decisioni facendole apparire 'giuste' mentre sono solo la copertura dei loro interessi.
E' necessario aggiungere che non sono affatto anti-americana, che in USA ci tornerei volentieri a insegnare o studiare, che il carattere degli americani mi sembra il più gentile e rispettoso tra tutti quelli dei popoli che ho consociuto e che ci sono cose estremamente positive in America. Ma in politica estera, secondo me, occorre rivedere tutto.
Si ha proprio l'impressione che gli americani, come diceva giustamente Hamid Mohsin, ignorino le consequenze drammatiche della loro politica estera. Per questo non capiscono perchè in certe parti del mondo la gente non li ami affatto.