Oggi, lunedì 14 aprile 2008, sarebbe in corso lo spoglio delle schede elettorali per la definizione del nuovo governo italiano.
I seggi si sono chiusi alle 15 e ora, sono le 18.30, molti risultati sono già apparsi e probabilmente si sa già chi ha vinto.
Probabilmente? Sì, perchè finora non ho ancora avuto la curiosità di accendere la TV o cercare i risultati in internet.
Strano, no? Decisamente non sono una che non segue gli eventi politici, ma il problema è ... che mi trovo in Italia.
Per me è una sofferenza stare in Italia, e per questo sento la necessità di distanziarmene.
Non sono andata a votare. Un mio alunno mi ha chiesto se andavo a votare e cosa avrei votato; ho risposto che 'preferivo non parlarne perchè non sarebbe stato molto educativo'.
E' così: direi a tutti che è opportuno e responsabile andare a votare ... ma qui in Italia l'insofferenza, per problemi che mi creano altri italiani e per i quali la società mi sembra coresponsabile o indifferente, è eccessiva, e quindi si preferisce in qualche modo ... fregarsene di questo paese.
Due anni fa, nel mio appartamentino a Skopje, ho seguito le elezioni politiche della primavera del 2006 con molta partecipazione, e il giorno dello spoglio delle schede, sono stata alzata fino a notte fonda per vedere i risultati.
Lo scorso anno ero in USA. Non ci sono state elezioni ma seguivo con molto interesse le vicende politiche italiane, e non solo perchè lì insegnavo italiano. Addirittura avevo intessuto un simpatico scambio di contatti via email con personaggi della scena politica o culturale italiana come l'ex-sindaco di Palermo Leoluca Orlando, Lilli Gruber, Piergiorgio Odifreddi, Pecoraro Scanio, Massimo Cacciari, Gianfranco Bettin, Ilvo Diamanti, ed ero diventata poi una assidua 'consigliera' del sito dei DS, a cui suggerivo opinioni e idee su vicende e realtà sociali e politiche.
Ora, aimè, sono di nuovo in patria e l'entusiasmo è 'un po' ' calato, diciamo.
Come dire: Bel Paese, l'Italia, basta che resti a qualche migliaio di km di distanza ....
Beh, non proprio così ... ma quasi. Meccanismo psicologico, peraltro, abbastanza ovvio: finchè i legami sono troppo stretti ... si preferirebbe slegarsi un po'. Poi, quando le distanze fanno respirare meglio, torna la simpatia e l'interessamento.
Fatto sta che io in Italia ci sto un po' strettina, mentro all'estero divento molto più costruttiva e ben disposta nei confronti del mio paese. E non per capriccio o banale insofferenza, ma perchè in questo paese a me sembra di aver subito delle perdite davvero gravi.