A chi pensa ad un insegnante nelle scuole italiane, che cosa viene in mente?
Secondo me pensa ad una persona arcigna, con denti digrignati e occhi sospettosi e indagatori, uno frustrato perchè 'sennò non è un bravo insegnante' ... e simili delizie.
Nella preparazione all'esame TEFL (Teaching English as a Foreign Language) che ho appena passato, insegnano a spiegare la lingua e la grammatica inglese, ovviamente, ma anche a ... sorridere.
Ritengono molto importante che un insegnante sia sorridente in classe, ben disposto verso gli alunni, molto attento ai loro sforzi di apprendimento, che intervenga soprattutto per aiutare l'apprendente, persino che non volti le spalle agli alunni quando scrive alla lavagna per non escluderli o per mantenere il contatto comunicativo.
Tutto questo è ovviamente sempre più diffuso in un mondo sempre più civile, un mondo scolastico in cui il protagonista è sempre più lo studente piuttosto che l'insegnante, un mondo in cui sempre più si diffonde la didattica umanistico-affettiva che concepisce l'insegnamento non più solo come un passaggio di nozioni intellettuali, ma anche come un rapporto umano in cui il risultato scolastico e intellettuale dipende anche dall'empatia con l'insegnante.
Quindi non sto dicendo che in Italia non si va verso questa consapevolezza, ma secondo me siamo ancora lungi da consistenti risultati, e ancora troppo spesso si ha l'impressione che per essere considerato un buon insegnante bisogna assumere un aspetto arcigno e un atteggiamento rigido e autoritario.