Monday, May 31, 2010
Friday, May 28, 2010
Davvero lenta la giustizia italiana!
Ho da poco ricevuto notifica di un debito nei confronti di Trenitalia: sembra che nel lontano 2005 sia incorsa in un'infrazione che non avrei saldato.
Pur concernente tempi ormai abbastanza remoti, ricordo che, nella tratta descritta, avevo comprato un biglietto per raggiungere una certa località a cui si poteva arrivare anche per altra via più breve. Sapevo che, se si raggiunge una stazione attraverso una scorciatoia ferroviaria, non si incorre in sanzione se si paga la tratta più lunga e cara. E questo era quello che avevo fatto in quell'occasione. Un bigliettaio, però, mi aveva ugualmente contestato l'irregolarità del biglietto e mi aveva inflitto una multa.
La notifica, ricevuta in questi giorni, afferma che io non ho pagato la sanzione. La cosa è molto strana: nessuna persona di buon senso 'dimentica' una multa, oltretutto della modesta cifra di 60 €, rischiando di pagarej, in seguito, alti interessi sul debito. Potrei sbagliarmi ma quasi sicuramente l'ho saldata anch'io. Penso che non avrei dormito sonni tranquilli all'idea di ritrovarmi con debiti pesanti e crescenti verso Trenitalia.
Trenitalia afferma che io non ho pagato la multa.
Dopo 5 anni! Strano.
Strano anche il fatto che mi si chiedano solo gli stessi 60 €, senza le spese procedurali previste nei casi di debiti insoluti.
E di interessi in 5 anni ce ne sarebbero un bel po', credo.
Altra questione: dopo 5 anni una persona non tiene più i certificati di multe e multine varie. Di solito, passato uno o due anni, li butta.
Ora, io non ho ancora controllato tutte le mie carte e può darsi anche che ritrovi i tagliandi dei versamenti avvenuti, ma non sarebbe strano se fossero stati buttati.
Non è che queste strane multe siano un modo poco ortodosso di fare cassa?
'Mi manda RAI3' è pieno di casi come questi.
Perchè il mio messaggio sia utile non solo a me, raccomanderei:
1. Meglio non buttare i certificati di pagamenti avvenuti neanche dopo 10 o 20 o 50 anni. Sembra che sia pericoloso non poterli dimostrare.
2. Se, tra le persone che leggono questo post, ve ne sono che si riconoscono in simili situazioni, sarebbe bene se le voci circolassero.
Pur concernente tempi ormai abbastanza remoti, ricordo che, nella tratta descritta, avevo comprato un biglietto per raggiungere una certa località a cui si poteva arrivare anche per altra via più breve. Sapevo che, se si raggiunge una stazione attraverso una scorciatoia ferroviaria, non si incorre in sanzione se si paga la tratta più lunga e cara. E questo era quello che avevo fatto in quell'occasione. Un bigliettaio, però, mi aveva ugualmente contestato l'irregolarità del biglietto e mi aveva inflitto una multa.
La notifica, ricevuta in questi giorni, afferma che io non ho pagato la sanzione. La cosa è molto strana: nessuna persona di buon senso 'dimentica' una multa, oltretutto della modesta cifra di 60 €, rischiando di pagarej, in seguito, alti interessi sul debito. Potrei sbagliarmi ma quasi sicuramente l'ho saldata anch'io. Penso che non avrei dormito sonni tranquilli all'idea di ritrovarmi con debiti pesanti e crescenti verso Trenitalia.
Trenitalia afferma che io non ho pagato la multa.
Dopo 5 anni! Strano.
Strano anche il fatto che mi si chiedano solo gli stessi 60 €, senza le spese procedurali previste nei casi di debiti insoluti.
E di interessi in 5 anni ce ne sarebbero un bel po', credo.
Altra questione: dopo 5 anni una persona non tiene più i certificati di multe e multine varie. Di solito, passato uno o due anni, li butta.
Ora, io non ho ancora controllato tutte le mie carte e può darsi anche che ritrovi i tagliandi dei versamenti avvenuti, ma non sarebbe strano se fossero stati buttati.
Non è che queste strane multe siano un modo poco ortodosso di fare cassa?
'Mi manda RAI3' è pieno di casi come questi.
Perchè il mio messaggio sia utile non solo a me, raccomanderei:
1. Meglio non buttare i certificati di pagamenti avvenuti neanche dopo 10 o 20 o 50 anni. Sembra che sia pericoloso non poterli dimostrare.
2. Se, tra le persone che leggono questo post, ve ne sono che si riconoscono in simili situazioni, sarebbe bene se le voci circolassero.
Friday, May 21, 2010
Intercettazioni
Sembra proprio una brutta faccenda quella del divieto delle intercettazioni.
Chi non ha molto da nascondere non ritiene grave che lo si possa intercettare.
Impedire le intercettazioni fa comodo a chi vuole occultare qualcosa.
Ma l'Italia fa parte di un'Unione Europea a cui deve render conto per cose fondamentali come la libertà di parola e la libertà di indagine e lotta al crimine.
Questo è uno dei momenti in cui sentirsi italiano ha un effetto inquietante, mentre rassicura un poco la consapevolezza che l'Italia deve rispondere di quel che fa all'Europa.
Petizione contro la legge-bavaglio:
www.avaaz.org/it/no_bavaglio/?vl
Chi non ha molto da nascondere non ritiene grave che lo si possa intercettare.
Impedire le intercettazioni fa comodo a chi vuole occultare qualcosa.
Ma l'Italia fa parte di un'Unione Europea a cui deve render conto per cose fondamentali come la libertà di parola e la libertà di indagine e lotta al crimine.
Questo è uno dei momenti in cui sentirsi italiano ha un effetto inquietante, mentre rassicura un poco la consapevolezza che l'Italia deve rispondere di quel che fa all'Europa.
Petizione contro la legge-bavaglio:
www.avaaz.org/it/no_bavaglio/?vl
Tuesday, May 18, 2010
Per chi ama scrivere
Siti d'interesse per chi ama scrivere e pubblicare:
www.ilmiolibro.it
www.gentechescrive.it
www.lulu.com
www.neteditor.it
www.ilmiolibro.it
www.gentechescrive.it
www.lulu.com
www.neteditor.it
Sunday, May 9, 2010
www.voglioilruolo.it
E' nato un sito per i precari della scuola: consiglia quali province scegliere per essere più certi di lavorare, in base alle proprie materie e punteggi:
http://www.voglioilruolo.it/
segnalato da http://www.sophia.it/
E' del Ministero ed è a pagamento.
http://www.voglioilruolo.it/
segnalato da http://www.sophia.it/
E' del Ministero ed è a pagamento.
'Homeless' o 'senza fissa dimora'?
Una parola in una lingua racconta a volte anche la mentalità di un popolo.
Una persona povera che non ha casa e dorme per strada viene definita 'homeless' (cioè 'senza casa') nel mondo di lingua inglese e 'senza fissa dimora' in Italia.
Cosa può voler dire questa differenza?
Sia 'homeless' che 'senza fissa dimora' sono termini negativi: alludono a povertà, abbandono ...
Però in Italia questo significato negativo è reso da un'espressione che non si limita a definire una persona senza casa, bensì qualcuno che non ne ha una di fissa.
Un vero povero, semplicemente, non ha casa. Uno che non ne ha una di fissa può essere anche solo un originale o un bizzarro o un avventuroso che ama il cambiamento.
In Italia familismo, campanilismo e provincialismo sono piuttosto forti. Molti italiani si spostano poco e vivono anche tutta la vita nello stesso posto. La mobilità in molti paesi stranieri è più diffusa. Nei paesi del Nordeuropa i ragazzi se ne vanno da casa subito dopo la maturità. In America cambiare casa è frequente, anche se poi, in realtà, molti americani amano così tanto il loro paese che snobbano gli altri e non vanno all'estero; Bush, prima di diventare presidente, era stato solo in Messico. Ma spostarsi in America è molto frequente. Qualcuno dice che l'Homo Americanus abbia, tra le altre parti del corpo, anche la macchina.
Tornando alle definizioni, io, ad esempio, mi posso senz'altro definire 'una senza fissa dimora' perchè cambio spesso affitti e non intendo iniziare un mutuo per la casa perché vorrei tornare all'estero in futuro, ma non sono una 'homeless' perché, per fortuna, ho uno stipendio che mi permette sempre di vivere decentemente. E non avere una dimora fissa, per me, è piuttosto positivo.
Una persona povera che non ha casa e dorme per strada viene definita 'homeless' (cioè 'senza casa') nel mondo di lingua inglese e 'senza fissa dimora' in Italia.
Cosa può voler dire questa differenza?
Sia 'homeless' che 'senza fissa dimora' sono termini negativi: alludono a povertà, abbandono ...
Però in Italia questo significato negativo è reso da un'espressione che non si limita a definire una persona senza casa, bensì qualcuno che non ne ha una di fissa.
Un vero povero, semplicemente, non ha casa. Uno che non ne ha una di fissa può essere anche solo un originale o un bizzarro o un avventuroso che ama il cambiamento.
In Italia familismo, campanilismo e provincialismo sono piuttosto forti. Molti italiani si spostano poco e vivono anche tutta la vita nello stesso posto. La mobilità in molti paesi stranieri è più diffusa. Nei paesi del Nordeuropa i ragazzi se ne vanno da casa subito dopo la maturità. In America cambiare casa è frequente, anche se poi, in realtà, molti americani amano così tanto il loro paese che snobbano gli altri e non vanno all'estero; Bush, prima di diventare presidente, era stato solo in Messico. Ma spostarsi in America è molto frequente. Qualcuno dice che l'Homo Americanus abbia, tra le altre parti del corpo, anche la macchina.
Tornando alle definizioni, io, ad esempio, mi posso senz'altro definire 'una senza fissa dimora' perchè cambio spesso affitti e non intendo iniziare un mutuo per la casa perché vorrei tornare all'estero in futuro, ma non sono una 'homeless' perché, per fortuna, ho uno stipendio che mi permette sempre di vivere decentemente. E non avere una dimora fissa, per me, è piuttosto positivo.
Monday, May 3, 2010
Piccolo giro del mondo gastronomico
Oggi a Padova ho potuto fare un piccolo giro del mondo gastronomico grazie all'iniziativa 'L'Europa in Prato - mercato internazionale' e ad un negozio di prodotti filippini vicino a Prato della Valle.
Oggi ho pranzato con:
aperitivo greco Loukatos,
paella valenciana,
insalata greca,
birra filippina San Manuel e succo di melograno,
ciambelle austriache Mozart, alle mele e alla cioccolata.
Consigliabile.
Oggi ho pranzato con:
aperitivo greco Loukatos,
paella valenciana,
insalata greca,
birra filippina San Manuel e succo di melograno,
ciambelle austriache Mozart, alle mele e alla cioccolata.
Consigliabile.
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