Tehmina Durrani è una donna pakistana ancora vivente, di circa 50 anni.
Nel libro racconta la sua vita: l'infanzia in una famiglia molto agiata ma diretta da una madre durissima che schiaccia la personalità della figlia; il matrimonio con un politico pakistano e, dopo un iniziale idillio, le violenze psicologiche e fisiche, l' obbedienza assoluta a cui era costretta, la totale mancanza di autonomia, l'impossibilità di prendere la minima decisione, anche la più banale e quotidiana; in una parola, la sua schiavitù.
E' un libro autobiografico, ma è molto più che una autobiografia: racconta la condizione della donna e la storia politica nel Pakistan più recente. E vi compaiono personaggi noti, come i leader politici Ali e Benazir Bhutto, o il Generale Zia e Nawaz Sharif.
Tehmina Durrani è una donna ricca e intelligente. Per questo le ingiustizie, le umiliazioni, le violenza che subisce fanno pensare a quanto terribilmente peggiore può essere la vita delle donne che non hanno neanche la sua ricchezza e il suo livello culturale.
Dopo il matrimonio il marito sempre più tratta la moglie senza il minimo rispetto, e distrugge la sua autostima, la sua sicurezza, il suo equilibrio psicologico e persino la sua integrità fisica.
Fino a quando lei stessa comincia a rendersi conto che nessuno ha il diritto di trattarla in questo modo, e reagisce alla violenza.
Da questo momento il marito è costretto a riconoscere che quell' oggetto che ha sposato ha una volontà che sfugge al suo controllo. Sempre più Tehmina opporrà le sue scelte a quelle del marito brutale, ricostruendo a poco a poco la sua personalità annichilita.
La crescente consapevolezza del suo diritto di pensare, di scegliere, di agire, aumenta con la partecipazione di Tehmina alle vicende politiche del marito stesso e del suo paese. E' grazie a lei che il marito, in carcere per motivi politici, sarà liberato. Ma se la crescente indipendenza della moglie gli ha portato indubbi vantaggi, resta il suo rifiuto di accettare che una donna possa fare troppo di testa sua.
Tehmina decide infine di rompere il matrimonio, in un paese in cui una donna non ha valore se non in relazione al marito che l'accompagna. E chiede il divorzio, anche perchè delusa dalle scelte politiche meschine, opportuniste, disoneste di colui che lei riteneva un politico realmente preoccupato per le sorti del popolo pakistano.
Scrivere questo libro è costato molto a Tehmina Durrani: condanna da parte della famiglia, della società maschilista pakistana, condanna anche del tribunale per adulterio e per il suo coinvolgimento nelle attività dei servizi segreti indiani.
Ma è la storia di una vincitrice, di una persona che ha conquistato la libertà di decidere, e che è consapevole che la condanna della società, specie verso le donne, non ha spesso nulla a che fare con la vera giustizia, ed è invece il risultato di abusi e crimini secolari ma ancora attuali.
Roberta Barazza