Una delle poche cose che uno straniero di solito conosce sulla Spagna sono le tapas. Come per uno straniero in Italia, la pizza, o il cappuccino, o le gondole.
Anch'io, che conosco di più i paesi di lingua germanica, arrivo in Spagna con la curiosità di mangiarmi almeno una tapas. Comincio ad andare da un bar all'altro e, con mia gran sorpresa, nessuno mi dà una tapas. Chiedo una tapas, mi portano la lista dei piatti, e non vedo scritto 'tapas' da nessuna parte. Qualche barista, che io pensavo un furbacchione, cerca di spacciarmi per tapas degli snack ai gamberetti, o pezzi di carne con olive, o pesciolini fritti. Ma io, non volendomi far imbrogliare, faccio presente che non c'è scritto tapas sotto quei piatti. E così continuo ad uscire, bar dopo bar, senza prendere niente.
Ma che razza di spagnoli sono i catalani, ho pensato, se non mi danno le tapas?
Ed è così che al quindicesimo tentativo di acquistare una tapas, ci rinuncio, e mi accontento delle tortillas alle patate. Anche perchè sennò rischiavo di perdere l'aereo.
In seguito, in aereo, mi riappacifico con gli spagnoli perchè scopro che, in realtà, 'tapas' non vuol dire quasi niente. Sono snack che possono essere fatti in mille modi: con carne, verdure, pesci, patate, pane ...
L'origine del nome deriva probabilmente dal fatto che nel Medioevo i viaggiatori che si fermavano nelle locande si ubriacavano facilmente. Per evitare questo, e per non dover ospitare clienti ubriachi e rissosi, gli osti presero l'abitudine di coprire con coperchi ('tapas', appunto) i boccali di vino. Con gli anni resta associato al nome il significato di un pasto preso velocemente, tra un viaggio e l'altro.