Thursday, April 30, 2009

Dibattito politico al Parlamento italiano

Recenti contenuti dell'autorevole dibattito politico italiano in sede parlamentare.

Berlusconi: "Devo innanzitutto scusarmi per non aver portato in aula le veline ..."
"Come si sa, noi maschietti il sabato sera andiamo a fare shopping ..."

(Non è una parodia. Sono proprie le sue parole)

Nicola Gardini, I Baroni, Feltrinelli, Milano, 2009

Posso confermare: 'I Baroni' di Nicola Gardini è proprio un bel libro (vedi tre post fa).
L'ho finito alle 4 di questa notte ed è stata una lettura molto coinvolgente.
Poco tempo fa avevo letto anche 'L'università truccata' di Roberto Perotti: altro libro molto interessante, ma scritto in modo molto diverso. Perotti è un economista e ha parlato da scienziato dei mali del mondo accademico italiano: dati precisi, statistiche, proposte risolutive di carattere economico.

Nicola Gardini, ricercatore umiliato e rifiutato dall'università italiana e accolto niente meno che dall'Università di Oxford, è un letterato, e il suo libro è un romanzo autobiografico, più che un saggio, sulle malefatte dei Baroni. Naturalmente è tutto vero quello che racconta, ma la sua è una scrittura personale e coinvolgente, che analizza il problema del baronaggio affiancandolo a riflessioni più vaste sulla vita, la sofferenza, la poesia, la letteratura.
Quello che mi attirava di questo libro era proprio questo, e l'autore lo aveva anticipato in un'intervista fatta al TG3 qualche giorno prima: voleva parlare anche degli aspetti umani di questo problema, la miseria e l'interesse nelle relazioni personali, la squallida manipolazione delle persone.
Ed è sicuramente molto interessante da questo punto di vista.
Di nuovo si delinea un mondo accademico italiano in cui i Baroni trattano l'università come un feudo personale, una scacchiera in cui muovono le pedine secondo i propri interessi di potere.
La promozione della cultura, la valorizzazione delle persone dotate e lo sviluppo culturale del paese sono l'ultima delle loro preoccupazioni.
Questo sistema è funzionale agli interessi personali del Baroni, ma anche degli altri, degli 'assistenti', coloro che, pur di far carriera, accettano questi meccanismi perversi senza smascherarli.

Wednesday, April 29, 2009

1.Paese che vai, problemi che trovi. Il potere in USA.

Ieri sera ho visto 'Terminal' di Steven Spielberg.
Ottimo film. Sembra una commedia buffa, ma la dice lunga di tante cose in America.
Il film conferma quello che pensavo io degli USA dopo essere stata lì un anno accademico.
Il protagonista, uno straniero che arriva all'aeroporto J.F.K. di New York, si trova intrappolato nel terminal dell'aeroporto, uscita 61, e non può nè rientrare nel suo paese, nè uscire dall'aeroporto perchè il suo paese è in guerra, c'è una nuova leadership e non sono stati ancora definite le relazioni diplomatiche con l'America.
Il poverino resta 9 mesi al J.F.K., guadagnandosi la simpatia di tutto il personale dell'aeroporto perchè è una persona molto generosa e simpatica, ma anche le ire e l'odio invidioso del 'capo assoluto' dell'aeroporto, che vuole a tutti i costi liberarsi di questa presenza che disturba perchè non rientra in un posto preciso nel suo cervello abituato a concepire le persone come fossero documenti ordinati di uno schedario burocratico.
Per tutti i novi mesi il povero straniero cerca di guadagnare qualche soldo, anzi ne guadagna tanti, diventando amico di tutti e sfuggendo sempre ai tentativi malvagi del capo del J.F.K., che cerca di intrappolarlo in tutti i modi.
Le persone, dapprima piuttosto aggressive e diffidenti, vedono in lui una persona libera che ha il coraggio di non piegare la testa alle autorità. E per questo, alla fine, anche molte altre persone imparano ad alzare la testa e ad essere più libere.
Il capo viene umiliato e non riuscirà più a imporre la sua autorità basata sulla malvagità e sul desiderio di comandare a tutti i costi, anche quando le regole vanno contro il buon senso.

Mi è piaciuto molto questo film perchè dice quello che pensavo io dell'America dopo averci passato un anno.
E' un paese in cui le persone sono generose e aperte più che altrove, ma poco libere. Chi comanda in America ha poteri davvero molto forti. E la gente, per quanto simpatica e aperta, piega la testa a questi poteri enormi. Un capo in USA può sbatterti via senza tanti problemi. Alla Purdue University i due capi da cui dipendevo mi sembravano aguzzini che, come il capo assoluto di 'Terminal', osservavano bene la situazione, analizzavano i dettagli, stavano attenti ai minimi particolari ... per fregarmi. E mi hanno creato dei problemi tanto pesanti quanto assurdi.
Per non dire di certi discorsi che sentivo lì: un professore, forse per spaventarmi, mi diceva che l' ISS, cioè l'International Student Service, cioè un banale ufficio per gli studenti stranieri, è in realtà una specie di ufficio delle SS perchè, se trovano qualcosa di strano, ti deportano, ti mandano in galera ... e altre cose del genere. Quando ho fatto presente ad un professore che avevo subito delle cose ingiuste, il professore, che ha capito che c'era qualcosa che non andava, ha preferito tacere, facendomi capire che è meglio non mettersi mai contro i capi.
Ho avuto l'impressione di un popolo simpatico ma costretto, o disposto, a piegare la testa ai capi, anche quando questi fanno cose ingiuste.

Questo era particolarmente vero, forse, nell'era Bush. Aggiungo che mia sorella, che vive a New York da qualche anno, era lì quando è stato eletto Obama. Mi ha detto che il primo giorno della nuova amministrazione USA lei, passeggiando per New York, aveva l'impressione di respirare già un nuovo clima. Sembra una cosa superficiale, ma anche altre persone le hanno detto la stessa cosa.
L'atmosfera che ho respirato io in Indiana era molto simile a quella dello straniero-Tom Hanks in 'Terminal'.

2.Paese che vai, problemi che trovi. L'oscurità degli italiani.

Ogni paese ha le sue.
In Italia una caratteristica molto forte è l'ambiguità, la non chiarezza, l'oscurità: in burocrazia, nei rapporti gerarchici di lavoro o politici, ma anche nei rapporti comuni tra le persone.
Io, e suppongo molti altri, specie se persone un po' vistose, mi ritrovo a subire interferenze continue in quel che faccio.
Si va dallo stalker, che rovina letteralmente la vita, all'invadenza dei pettegoli, alle attenzioni di persone che mi sarebbero simpatiche, ma che non sanno, o non vogliono, comunicare in modo chiaro.
Lo stereotipo degli italiani istintivi più che razionali, morbosi, un po' maniaci, a me sembra vero.
Mentre in USA è stato possibile subito stabilire moltissimi contatti, in Italia ho sempre meno contatti (mi toccherà tornare all'estero). Ma non perchè non vi siano persone sempre attorno che interferiscono, quanto piuttosto perchè interferiscono ma non comunicano in modo corretto, chiaro, normale, verbale. La comunicazione in Italia è fisica più che verbale e razionale.
E siccome la cosa non è di mio gradimento, allora non c'è molta comunicazione.
A me piacciono i discorsi chiari, i messaggi non ambigui. Gli italiani parlano col corpo: anzichè dirti 'Ciao, come stai?', ti passano davanti senza rivolgerti la parola. Lo spazio fisico di distanza tra le persone è strettissimo, e ci sente continuamente oggetto di invadenza e mancanza di rispetto. Troppe persone hanno comportamenti morbosi, ambigui, molto spesso anche malvagi e vigliacchi. La chiarezza non sembra essere di casa in Italia.
Ci sono persone con cui mi piacerebbe comunicare. E sono certa che anche a loro piacerebbe.
Io gli ho sempre mandato messaggi chiari, parole dette a loro personalmente o email o messaggi precisi e formulati, e loro rispondono con ambigue presenze, che appaiono e scompaiono, senza mai dire niente. Non rivolgono mai la parola, ma ti passano davanti, si fanno vedere, spesso venendo apposta da lontano perchè li hai contattati. Ma non danno mai messaggi chiari.
In passato questo modo di 'rispondere' mi bastava, e io riprendevo a contattarli in modo chiaro, con messaggi o parole precise. E loro di nuovo rispondevano in questo strano modo ambiguo. Rispondevano e esprimevano intenzione di comunicare, ma con quest'ambiguità che non accetto più.
Ora non sono più disposta a considerare validi messaggi di questo genere. Accetto volentieri di comunicare, ma solo in modo chiaro.

Tuesday, April 28, 2009

"I baroni" di Nicola Gardini

ibaroni.jpgNon l'ho ancora letto ma so già, con sicurezza, che lo troverò molto interessante.




Tratto da:

http://www.corriereuniv.it/2009/04/i-baroni-diario-di-un-cervello-in-fuga/

"I Baroni", diario di un cervello cacciato.

Sembra un romanzo di fantasia ma è (purtroppo) tutto vero. Quando lo si legge viene da pensare: “fantasioso questo scrittore” e ci si dimentica che la storia stampata è la sua. “I Baroni – Come e perché sono fuggito dall’università italiana” (edito da Feltrinelli, 203 pagine, 13 euro) ultimo libro autobiografico di Nicola Gardini è la storia di come un giovane e brillante ragazzo italiano abbia cercato di introdursi in un modo o nell’altro nel mondo universitario e di completare la tanto agognata “scalata” alla carriera universitaria.

Nicola non ce la fa: una storia dal finale tragico? Non proprio visto che il nostro diventa professore all’Università di Oxford vincendo un concorso senza conoscere nessuno dei componenti della commissione. Impresa che – secondo l’autore - in Italia sarebbe impossibile o quanto meno ardua.

Nicola è un giovane e promettente studioso appassionato di Letteratura. Si laurea in Italia e dopo aver conseguito un dottorato negli Stati Uniti sente il desiderio di tornare nella sua terra e per proseguire le ricerche e condividere i suoi studi con altri professori nelle università italiane.

Questo non gli riesce e il confronto con la fresca esperienza americana è deprimente: quello che Nicola trova nel Belpaese sono concorsi decisi a tavolino, candidati mossi come pedine in un gioco condotto da una serie di potenti “Baroni” che, trascurando l’interesse dei giovani e della società, mandano avanti i candidati “fedeli” anziché quelli bravi, prendono in considerazione gli studenti del loro “ovile” cancellando completamente gli esterni, come se non esistessero.

Questo è quello che l’autore sembra dirci: se non conosci, se non hai le spinte, in Italia, non esisti. Le vicende raccontate nel libro sono un continuo passaggio tra candidati “giusti” e di successo, e poi Nicola, appassionato, brillante, traboccante di voglia di fare ma che è sempre quello “esterno”, cancellato, battuto; un continuo confronto tra l’estero e l’Italia, il primo che attira e sembra l’unica via possibile, la seconda che tiene legati e via via rappresenta sempre di più un’illusione.

Nicola alla fine riesce a trovare l’ambiente che sogna, un lavoro che gli permette ricerca e confronto, immerso tra le sue passioni e circondato da persone che le condividono; ma non in Italia. Storia dell’ennesimo cervello che il nostro paese ha cacciato e che non riavrà più.

Viva il 612-bis!

Il 612-bis è un nuovo articolo del codice penale che riguarda il reato di stalking. E' diventato legge in aprile 2009.
Recita così:

http://www.consiglieraparitatorino.it/cdp/documents/stalking.pdf

"Chiunque, reiteratamente, con qualunque mezzo, minaccia o molesta qualcuno in modo da indurgli un grave disagio psichico ovvero da determinare un giustificato timore per la sicurezza personale propria o di una persona vicina, o comunque da pregiudicare in maniera rilevante il suo modo di vivere, è punito, a querela delle persona offesa, con la reclusione da sei mesi a quattro anni. "

Sia lodato il 612-bis!
Questo decreto, recentissimo, pone, spero, fine ad un incubo che dura per me dal 2001.
Un idiota maniaco veneziano continua a seguirmi dal 2001.
La mia vita è cambiata drasticamente da allora, e ho subito degli enormi danni personali, psicologici, economici, di relazione.
Il mio problema, come quello di moltissime persone, era che non vi è stata violenza fisica. Per molti anni non sapevo come denunciare questa persona. Non ho mai neanche parlato con lui e non mi ha mai sfiorato con un dito, eppure questa presenza continua, squilibrata e maniacale, mi ha letteralmente rovinato la vita.
Il 612-bis permette finalmente di denunciare questi casi. E ci si è resi conto che questa legge, già presente in molti codici legislativi dell'Occidente, mancava davvero in Italia, se da aprile 2009, ci sono già state moltissime denunce o segnalazioni.
Finalmente sono andata anch'io dalla polizia, ma, dal 2001, ho dovuto aspettare il 2009 per poterlo fare con una certa sicurezza.

Saturday, April 25, 2009

"Non chiederti cosa fa il tuo paese per te ... "

"Non chiederti cosa fa il tuo paese per te; chiediti piuttosto cosa fai tu per il tuo paese," diceva J. F. Kennedy.
Troppo buono, Mr Kennedy. Io ho preferito chiedermi cosa ricevo dal mio paese. E questa è la risposta.


Il mio paese mi dà uno stipendio continuo ma minimo solo all'età di 40 anni passati.

Non mi dà nessuna possibilità di carriera. Se resto nel mio paese, al massimo insegno nelle scuole medie o superiori per il resto della vita.

Il mio paese mi dà una vita sociale e di relazione completamente rovinata da un problema di stalking quasi decennale.

Una cosa preziosa, però, il mio paese me la dà: mi costringe ad andare all'estero.

Friday, April 24, 2009

Telebani in Italia

In Italia la mentalità maschilista è a livello dei telebani.
L'unica differenza è che ci sono leggi, peraltro solo molto recenti, con cui si può far sbattere in galera i telebani più indecenti.

Tuesday, April 21, 2009

Il discorso di Ahmadinejad a Ginevra

Avevo interpretato male i giudizi della stampa occidentale sull'intervento di Ahmadinejad al summit di Ginevra contro il razzismo.
Mi sembrava un'accusa pregiudiziale di stampo vagamente neo-colonialista.
Solo dopo aver trovato il discorso integrale in internet mi sono resa conto che è in effetti inaccettabile.
E' vero che ci sono molte ingiustizie nella gestione dei territori palestinesi, troppe ingiustizie a cui l'occidente non fa abbastanza attenzione, ma da quanto dice Ahmadinejad sembra che, come pensavano in Europa durante il Medioevo, tutti i mali del mondo siano causati dagli Ebrei.
E' un discorso ideologico: non è solo una denuncia delle ingiustizie in Israele, quanto piuttosto la demonizzazione di un popolo intero.

Si legga il discorso integrale in 'The Guardian', www.guardian.co.uk , di martedì 21 aprile 2009:

http://image.guardian.co.uk/sys-files/Guardian/documents/2009/04/21/speech.pdf

(Nel suo intervento parlato Ahmadinejad ha omesso le righe in cui definisce l'Olocausto un pretesto sionista per impossessarsi dei territori mediorientali)

Comunque è piuttosto stupido scandalizzarsi e lasciare la sala senza ascoltare.
In fondo l'ingiustizia di base di cui parla è un problema vero e non ancora risolto.
I Palestinesi non hanno uno stato. Ce l'avevano ma l'hanno perso del tutto, perchè anche i territori palestinesi, in realtà, sono sotto il potere di Israele.
Chi ha la cittadinanza palestinese e si trova all'estero non è certo di poter rientrare in Palestina. Lo può fare solo se Israele dà il consenso.
Lo si è visto chiaramente durante i recenti massacri di civili ad opera di Israele: nei territori "palestinesi" bombardati gli Israeliani non concedevano alla gente neanche il diritti di fuggire perchè le frontiere sono sotto il loro controllo.
C'è un solo stato in quei territori: Israele. E questo non è forse peggio dell'apartheid?

Sunday, April 19, 2009

Eleonora d'Arborea

Durante il recente viaggio in Sardegna ho scoperto una personalità della storia sarda di cui, e questo mi sorprende, non avevo mai sentito parlare.
Strano che a scuola, nelle università o nei corsi di storia italiana che ho frequentato, non abbia mai sentito parlare, a mia memoria, dell'importante personalità di Eleonora d'Arborea.
Forse non viene abbastanza valorizzata (maschilismo italiano?). Forse non è un caso che il falco del Mediterraneo, che ha preso nome proprio da Eleonora, è chiamato Falco di Eleonora in tutte le lingue eccetto l'italiano (si veda sotto l'articolo in Wikipedia). In italiano è chiamato semplicemente Falco della Regina.

L'importanza di Eleonora d'Arborea sta nel fatto che è una delle pochissime donne che hanno avuto un ruolo politico determinante nella storia italiana antica. Ha consolidato il peso politico della Sardegna rafforzando il potere centrale della sua monarchia. Ha combattuto contro la presenza degli stranieri in Sardegna, ed è stata sconfitta non direttamente dagli Aragonesi, quanto piuttosto dalla peste che, nel Trecento, ha messo in ginocchio l'isola e l'ha consegnata agli spagnoli. E' stata l'ultima regnante italiana in Sardegna.
Le leggi da lei promulgate, La Carta de Logu, sono state estese a tutta la Sardegna e accettate anche dai regnanti aragonesi a lei succeduti. La Carta de Logu è un passo avanti verso una legislazione moderna. Ha governato dando molta importanza al popolo e alle sue esigenze.
A Oristano si può vedere la statua di Eleonora.

Da www.wikipedia.com :

http://it.wikipedia.org/wiki/Eleonora_D%27Arborea

Saturday, April 18, 2009

Dalle 'Memorie di una professoressa'. Aneddoto buffo.

Una delle prime scuole in cui ho insegnato era un autorevole liceo nel veneziano.
Io per certe cose sono pasticciona e poco attenta ai dettagli.
Una delle cose di cui mi interesso poco è l'abbigliamento.

Una mattina arrivo al liceo. Avevo lezione alla prima ora e per arrivarci mi alzavo molto presto perchè abitavo allora in provincia di Udine. Lo dico per giustificare in qualche modo quel che è successo.

Nel mezzo della lezione un giovane studente, con estrema serietà, mi chiede:
"Scusi professoressa, ma come mai ha indossato due scarpe diverse?"
Erano simili, dello stesso colore e tipo mocassino entrambe.
Ma erano diverse.

La malcapitata insegnante inventa al momento la scusa di un qualche improbabile male al piede.

Ricordo con simpatia l'estrema serietà del ragazzo. Forse fuori dell'aula si son sbellicati dalle risa parlando della professoressa disordinata, ma quando lo studente mi ha chiesto spiegazioni aveva un atteggiamento estremamente serio e corretto.

Era uno di quei licei in cui i ragazzi si alzano in piedi ogni volta che entra un insegnante. E quel liceo ha partecipato ad una puntata di 'Per un pugno di libri', trasmissione in cui due classi si confrontano sulla conoscenza di romanzi e scrittori.

Un libro per la mia nipotina

Davvero divertente pubblicare con www.ilmiolibro.it

A questa primo racconto, dedicato alla mia nipotina Margherita,

http://ilmiolibro.kataweb.it/schedalibro.asp?id=206578

seguiranno molte altre pubblicazioni.

Friday, April 10, 2009

"Il vento fa il suo giro". Un film di Giorgio Diritti.

Uno straniero viene a vivere in un paesino di montagna nella provincia di Torino.
Fa il pastore. Ha moglie e tre figli. Dapprima accolto, lo straniero è oggetto di crescenti critiche da parte degli abitanti. Certi suoi difetti vengono ingigantiti e presentati come gravi danni alla comunità. Gli mandano l'ispettore sanitario. Gli contestano di calpestare terreni comuni, persino di rubare. Mentono, accusandolo ingiustamente, e non vedono l'importanza della sua presenza in quel paesino in cui nessuno più vuol stare. Lo straniero e la sua famiglia, alla fine, decidono di andarsene dall'Italia.

Cosa può venire in mente quando si legge una simile trama?
Forse vengono in mente extracomunitari poveri, dalle abitudini 'strane', magari non cristiani e poco ben voluti dai più. Si può pensare alle molte storie di stranieri accusati di non conoscere le regole e le leggi del nostro paese. Nel film gli abitanti del paese discutone spesso se han fatto bene a permettere l'arrivo dello straniero, o se era meglio impedirlo. Si arriva a dire che 'il sindaco l'ha combinata davvero grossa a dare il permesso'. Insomma, si può pensare alle solite storie di emigrazione in Italia, alla difficile integrazione e convivenza.

In realtà non è la solita storia. Lo straniero non è un extracomunitario povero. E' invece un ricco francese, un ex-professore che ha deciso di abbandonare la carriera scolastica perchè 'troppo burocratica; si fanno troppe cose inutili, e non si insegnano cose importanti'.
Abitava nei Pirenei e decide di cercare un'altra casa in montagna perchè nella sua città stanno costruendo una centrale nucleare.
Viene in Piemonte e compra una grande casa a Chersogno. Vive del formaggio che lui stesso produce e vende. Ottimo formaggio. Lui è un gran lavoratore e la sua famiglia è giovane e simpatica.
Ma ...
Ma è uno straniero. Ha un'attività rispettabilissima e lucrativa. Viene a vivere in un paesino di montagna in cui nessuno vuol più vivere. Quindi, a maggior ragione, dovrebbe essere benvoluto. Porta in questo paesino la vitalità di una famiglia giovane, un lavoro che incrementa lo sviluppo della zona e può dare avvio ad altre attività, come ristoranti o negozi. Anzi, la sua vita diventa tanto attraente che anche altre persone decidono di comprare delle capre.
A volte i suoi animali sporcano, ma i vantaggi sembrano molto superiori a questi piccoli danni. Inoltre, la moglie è molto simpatica, i bambini parlano francese e quindi rappresentano un patrimonio culturale a portata di mano. Per non parlare della casa che gli viene data in affitto e che quindi diventa una rendita cospicua per il proprietario. Casa piuttosto malandata, che il francese stesso ristruttura.
Dopo discussioni animate e un po' grottesche, all'osteria e in giunta comunale, alla fine decidono, bontà loro, di concedergli l'onore di prendere in affitto una casa in paese. Il grottesco sta nel fatto che si discute, con grande preoccupazione, non dell'arrivo improvviso di 5000 extracomunitari, ma di una sola famiglia di stranieri che, forse, pensavano che la libertà di circolazione in Europa fosse scontata.
All'inizio l'accoglienza è buona, ma poi iniziano gli attriti a cui si accennava.
Aggiungo qualche particolare.
Una signora fa passare per ladro il francese perchè prende la legna 'di sua sorella', dice lei. In realtà è legna di terreni pubblici. Per poter accusare lo straniero di averle causato danni, giunge a rompersi intenzionalmente tre dita. Tutto il villaggio ritiene doveroso che il francese chieda scusa pubblicamente alla signora. Non potrà presentarsi al 'tribunale del popolo' perchè nel frattempo qualcuno ha fatto sparire due sue caprette, che egli ritroverà impiccate ad un portone.
Altro episodio: il francese ha abbandonato in un dirupo un maiale morto. E' un crimine? Secondo gli abitanti di Chersogno, sì. Fanno arrivare subito l'ispezione sanitaria ... che non trova nulla di irregolare.
Lo straniero non è un cattolico, e quindi non vuole che il prete vada nella sua casa per la consueta benedizione. Ovviamente per un po' non si parla d'altro all'osteria.
Le signore che comprano il formaggio del francese portano i pasticcini alla moglie 'perchè così quei poveri bambini hanno qualcosa di buono da mangiare'. E le portano pure i vestiti della Caritas ...
Si aggiunga che la ricostruzione della casa aveva portato molta vivacità in paese: il francese fa lavorare con sè un giovane che può così finalmente andarsene di casa, dove doveva sopportare padre e madre brontoloni e autoritari; e dà lavoro anche a un uomo un po' matto che con lo straniero ritrova comprensione e voglia di vivere. Tant'è vero che, quando la famiglia decide di ritornarsene in Francia, si suiciderà.
Si suiciderà mentre il sindaco di Chersogno parla, in un programma televisivo, delle virtù della gente di montagna: dedizione al lavoro, altruismo, tenacia, gratuità, disinteresse, collaborazione.
E parla ancor più del suo impegno per valorizzare l'ambiente e far ripopolare la montagna. (Salvo poi far scappare i pochi coraggiosi che sono disposti a stabilirvisi.)

L'ovvia domanda che ci si pone, dopo aver visto questo film, riguarda l'emigrazione.
La presenza di questi stranieri era estremamente positiva. Eppure ...
Sono gli stranieri un problema nella realtà italiana, o sono gli italiani il problema?

Spese militari USA: Obama più di Bush.

Sembra che Obama voglia riservare alle spese militari più soldi di quanto avesse stabilito Bush.

Ricevo da www.votersforpeace.org



Dear ROBERTA,

President Obama has put forward a military budget that is $21 billion larger than the Bush military budget. His Defense Secretary, Bush holdover Robert Gates, has called for cutting some no-longer-needed and very expensive weapons systems, but he is also seeking more money for drones and a bigger DoD budget.

Obama's DoD budget is $534 billion, compared to Bush's $513 billion budget. On top of all this he is preparing to ask Congress for more war funding for Iraq, Afghanistan and Pakistan - an additional $75.5 billion for the remainder of 2009 is expected. The military budget continues to be out of control despite the massive federal budget deficits and urgent economic needs at home. Does the U.S. really need to spend as much as the whole world combined on weapons and war?


Rep. Barney Frank (D., Mass.) had it right when he called for a 25% cut in military spending. Rep. John Conyers (D., Mich.) describes Obama's military budget as "embarrassingly naïve." Rep. Lynn Woolsey (D., Cal.) says she cannot imagine voting for such a budget and she heads the largest caucus in Congress, the Progressive Caucus.

Please take action today to support those in Congress who oppose military spending and urge President Obama to reduce his request for more military spending. Click here to send a letter to Obama and your representatives in Congress.

Virtually every day we read about drones killing civilians and creating new enemies for America. The U.S. needs to stop creating more enemies with drone attacks that kill civilians in Pakistan and Afghanistan. This does nothing but undermine U.S. national security. President Obama needs to be a commander in chief that holds the military accountable every time a civilian is killed. He needs to say to his military commanders - no more drone attacks if you cannot guarantee no more civilian deaths. Such killings undermine diplomatic and reconstruction efforts and makes the U.S. less secure.

Please take action now and urge your elected officials and President Obama to reduce military spending, stop killing civilians with drones and other weapons, and end the wars in Iraq, Afghanistan and Pakistan now.

Sincerely,


Kevin Zeese

Executive Director

Thursday, April 9, 2009

Anno scolastico 2008/9. Viaggi low cost.

Sono davvero una grande opportunità i viaggi low cost. Quest'anno scolastico ho potuto permettermi un bel po' di viaggi spendendo molto poco. Di certo lo stipendio di un insegnante non permette grandi cose; nonostante ciò da settembre 2008 a agosto 2009 ho viaggiato e viaggerò, con voli già acquistati e pagati, nei seguenti luoghi:

Barcellona;
Bucarest;
Dublino;
Stoccolma;
Sardegna;
Oslo;
Bratislava;
Siviglia;
Olanda del Sud e
Lussemburgo;
Madrid;
Portogallo;
Finlandia.

Niente male per quest'anno. In questo modo entro fine anno scolastico giungo a visitare anche l'ultima regione italiana che non ho ancora visitato e tutti i paesi della EU eccetto Cipro.

Tuesday, April 7, 2009

Si accettino gli aiuti internazionali

Berlusconi ha rifiutato gli aiuti internazionali per i terremotati dell'Abruzzo.
Speriamo cambi idea immediatamente. Provi a chiedere ai terremotati se accetterebbero gli aiuti interenazionali. Penso che direbbero senz'altro di sì.
Dice che rifiuta in nome dell'orgoglio italiano. E' assurdo. In situazioni di emergenza va benissimo che tutti i paesi collaborino. Anche l'Italia ha partecipato a moltissime missioni internazionali e al volontariato internazionale.

Sunday, April 5, 2009

Tanto rumore per nulla. Berlusconi e la stampa.

In questi giorni del G20 si è sollevato un polverone megagalattico sul fatto che Berlusconi si fosse assentato qualche minuto mentre i leader degli altri paesi stavano posando insieme per una foto sul confine francese e, dopo due passi, su quello tedesco.
Berlusconi era al telefono con Erdogan, leader turco la cui posizione politica era oggetto di discussione importante proprio al vertice del G20.
Per questa sua assenza di pochi minuti, dalla stampa italiana e anche da molta stampa straniera, Berlusconi è stato paparazzato e fotografato morbosamente, oltre che criticato in lungo e in largo.
Lui se l'è presa e ha minacciato una dura presa di posizione.

Quel che penso io è che c'è molto giornalismo di basso rango in giro.
Berlusconi stava parlando con Erdogan. La posizione di Erdogan è molto importante nel contesto delle scelte del G20. Si deve decidere se la Turchia può o meno entrare nella EU. Che Erdogan fosse al telefono, io penso, giustifica in abbondanza il fatto che Berlusconi si fosse assentato per qualche minuto. Al limite si potrebbe rimproverare a Erdogan di aver chiamato in momenti poco opportuni.

La stampa lo ha ridicolizzato in modo impietoso. Hanno insinuato che forse non era neanche vero che Erdogan era al telefono. Invece poi lo hanno dovuto ammettere.
Per giustificare l'eccessivo polverone, poi, i giornalisti dicono che Erdogan cita Berlusconi solo al quarto posto tra i leader con cui ha parlato, dopo la Merkel, Obama e non so chi.
Anche questa è una stupidaggine. Berlusconi sta parlando al telefono con Erdogan. Questo è un argomento importante. Punto e basta. Poi se Berlusconi ha avuto un ruolo importante o non ci sia riuscito, è una cosa da senno di poi. Se uno parla al telefono per temi così importanti ha tutto il diritto di essere lasciato in pace e di continuare a parlare.

E per dire ancora come nei giornali a volte si parli solo per frasi fatte e slogan, e titoli senza contenuto, proseguo con le conseguenze di quanto è accaduto.

Dicono i TG di oggi che Berlusconi ha detto che 'è tentato da misure durissime'. Cosa intende con misure durissime? Non si sa. Non lo ha detto neanche lui. Ma, pur non sapendo che cosa Berlusconi stesso intenda con 'misure durissime', ecco le reazioni cubitali e senza contenuto: 'Insinuazioni di una gravità inaudita!', urla l'opposizione e i sindacati dei giornalisti.
Come possono essere insinuazioni di una gravità inaudita se non si sa bene ancora cosa vogliono dire?
'Misure durissime' potrebbe voler dire anche solo denuncia di quei giornalisti che lo hanno calunniato. Nessuno lo sa, ancora, e forse non lo sa neanche Berlusconi.

Insomma, mi sembra che sia da una parte che dall'altra tutto sia pregiudiziale. Non si cerca mai di ascoltare l'avversario, ma lo si giudica a priori. Berlusconi è un avversario politico? Bene, allora sbaglia a priori. Non si analizzano le situazioni con tranquillità e obiettività.

Questo non toglie niente a certe cose davvero gravi che ci sono in Italia: certo uso del potere per difendere gli interessi privati, il connubio tra potere politico e possesso di media nelle mani di una sola persona ...
Ovvio che ci sono molti problemi politici seri di cui discutere e di cui criticare il governo.
Su questo siamo d'accordo. Quel che non va bene è un'informazione che condanna sempre o ridicolizza o svilisce o crea clamori assurdi e eccessivi senza analizzare bene i contenuti.

Sviluppo economico nell'area del Mediterraneo.

Riporto alcune pagine, che mi sembrano molto interessanti, sul forte sviluppo economico in corso nell'area del Mediterraneo. Grande opportunità anche per l'Italia, se la sa cogliere.


Tratto da
Carlo De Benedetti e Federico Rampini, Centomila punture di spillo, Mondadori, Milano, 2008,
pp. 257-261.



Saturday, April 4, 2009

Classi con al massimo il 30% di stranieri.

Si legga l'articolo sotto. Sembra che al ministero vogliano che dal prossimo anno non vi sia più del 30% di stranieri in ogni classe scolastica.
Secondo me vanno incontro a pasticci terminologici e distinzioni etnico-culturali-linguistiche particolararmente incasinate.
Per stranieri cosa si intende esattamente? In Italia da meno di un certo numero di anni? Senza cittadinanza? (son tantissimi!) O importa più che, stranieri o non stranieri, conoscano l'italiano? Molti stranieri parlano benissimo l'italiano. E ci sono anche italiani doc che se la cavano meglio in dialetto.
E io che pensavo di restare in Italia ancora il prossimo anno e tornare ad insegnare all'estero l'anno successivo! Dovrò rivedere i miei progetti, perchè se le mie classi sono come quelle di quest'anno, il prossimo anno non me ne daranno neanche una, visto che ho più studenti stranieri che italiani.

Queste sono le mie classi:
Ho una classe con un solo studente straniero su una ventina di ragazzi.
Un'altra classe con presenza di stranieri al 90%.
Un'altra ha il 40 % di stranieri.
In un'altra la presenza straniera è al 45%.
In un'altra al 33%.
Un'altra infine con presenza di stranieri al 13%.

Meglio anticipare la preparazione dei bagagli ...


http://www.tuttoscuola.com/cgi-local/disp.fcgi?ID=19521&

Tetto massimo del 30% di stranieri nelle classi


Il ministro Gelmini, nel corso della conferenza stampa a Palazzo Chigi, ha annunciato che il suo ministero sta ragionando per introdurre un tetto massimo per la presenza di alunni stranieri nelle classi.

Una ipotesi allo studio è quella - ha precisato - di prevedere che dal 2010 il tetto massimo venga fissato intorno al 30%.

Il ministro non ha precisato se questo tetto si riferisce a tutti gli stranieri presenti in classe oppure a quelli di più recente immigrazione che, come è noto, incontrano più degli altri notevoli difficoltà nella conoscenza e nell'uso della lingua italiana.

Ci sono da considerare anche gli stranieri di seconda generazione, cioè nati in Italia, che si presume conoscano la lingua italiana. Su poco meno di 600 mila sono infatti 201 mila in nati in Italia.

La Gelmini ha dichiarato che bisogna "impegnare risorse per accompagnare i bambini immigrati nella conoscenza della lingua italiana".

Thursday, April 2, 2009

Pericolo cinese o opportunità cinese?

Mi sembra interessante l'argomento proposto nel libro sottocitato.
Per molto tempo si è diffusa la fobia dei prodotti cinesi che inondavano il mercato con le conseguenti allarmate reazioni di arginamento in senso protezionistico.
Una cosa sono le contraffazioni, che è giusto perseguire, un'altra è lo sviluppo economico di paesi molto grandi, che dovrebbe non allarmare bensì rallegrare i nostri produttori stessi, che proprio per questo maggiore benessere altrui possono contare su un pubblico più ricco e quindi più disposto all'acquisto anche dei propri prodotti.
Ottima la conclusione del paragrafo:
"Di una cosa la Zenga [leggasi: le aziende italiane] ha bisogno davvero: che la Cina e l'India continuino a crescere."


Tratto da
C. De Benedetti e F. Rampini, Centomila punture di spillo, Mondadori, Milano, 2008, pp. 236-7.



Come usare al meglio gli stalker

Visto che anch'io, come, temo, parecchi italiani e soprattutto parecchie italiane, ho un problema di stalking e un bel po' di gente mi molesta perchè, poveri stupidi, credono di impormi chissacosa, ho pensato che sarebbe intelligente sfruttare al meglio queste presenze disturbanti, usandole per uno scopo che a me va bene.
A me piace molto viaggiare e mi interessano i progetti cultural-umanitari. Pensavo allora che sarebbe una buona idea andare in giro per paesi un po' sfigati e starci qualche giorno lasciandogli non solo i soldi miei (hotel, mezzi di trasporto, cibo per me) bensì i molti più soldi di quei cretini che mi seguono per darmi fastidio.
Quel che si dice: far di disgrazia [vda - variante dell'autore] virtù.

Conclusioni di un anno scolastico

Siamo quasi alla fine dell'anno scolastico e devo dire che sono piuttosto soddisfatta del lavoro fatto.
La cosa che più mi sembra di valore è il fatto che le lezioni, specie quelle tenute agli studenti adulti, non sono state solo banalmente scolastiche, bensì significative per la vita stessa degli studenti: alle lezioni di inglese ho affiancato il più possibile l'uso del computer, ad esempio facendo svolgere compiti con l'aiuto di un vocabolario online o usando video tratti da siti in lingua inglese; ho cercato di insegnare come organizzare un viaggio super-low-cost, com'è nelle mie abitudini, tramite l'uso di siti appositi; si sono visti siti per cercare lavoro all'estero e preparare un CV per candidarsi; ho fatto circolare i miei video e ne ho prestati a centinaia; e spero anche di realizzare presto il mio progetto di un libro sulla storia di alcuni miei studenti stranieri e le loro difficoltà nel raggiungere l'Europa.

Wednesday, April 1, 2009

Ricordi

Quand'ero una fanciulla di dodici-tredici anni, ricordo di aver frequentato, alle medie, due corsi extra-scolastici: uno di taglio e cucito e l'altro di dattilografia.
Per il primo ho dovuto tagliare e cucire addirittura una camicia. L'ho anche fatta, la camicia, con l'aiuto dell'insegnante, ma non ci sono stati molti altri sviluppi, e ancora oggi so a malapena cucire un bottone.
Il secondo corso, invece, è stato molto utile: ho imparato a battere a macchina alla cieca e ancora oggi sono velocissima quando scrivo al computer alla cieca. Corso consigliabile.