Posso confermare: 'I Baroni' di Nicola Gardini è proprio un bel libro (vedi tre post fa).
L'ho finito alle 4 di questa notte ed è stata una lettura molto coinvolgente.
Poco tempo fa avevo letto anche 'L'università truccata' di Roberto Perotti: altro libro molto interessante, ma scritto in modo molto diverso. Perotti è un economista e ha parlato da scienziato dei mali del mondo accademico italiano: dati precisi, statistiche, proposte risolutive di carattere economico.
Nicola Gardini, ricercatore umiliato e rifiutato dall'università italiana e accolto niente meno che dall'Università di Oxford, è un letterato, e il suo libro è un romanzo autobiografico, più che un saggio, sulle malefatte dei Baroni. Naturalmente è tutto vero quello che racconta, ma la sua è una scrittura personale e coinvolgente, che analizza il problema del baronaggio affiancandolo a riflessioni più vaste sulla vita, la sofferenza, la poesia, la letteratura.
Quello che mi attirava di questo libro era proprio questo, e l'autore lo aveva anticipato in un'intervista fatta al TG3 qualche giorno prima: voleva parlare anche degli aspetti umani di questo problema, la miseria e l'interesse nelle relazioni personali, la squallida manipolazione delle persone.
Ed è sicuramente molto interessante da questo punto di vista.
Di nuovo si delinea un mondo accademico italiano in cui i Baroni trattano l'università come un feudo personale, una scacchiera in cui muovono le pedine secondo i propri interessi di potere.
La promozione della cultura, la valorizzazione delle persone dotate e lo sviluppo culturale del paese sono l'ultima delle loro preoccupazioni.
Questo sistema è funzionale agli interessi personali del Baroni, ma anche degli altri, degli 'assistenti', coloro che, pur di far carriera, accettano questi meccanismi perversi senza smascherarli.