Interessantissimo, come al solito, il programma di Iacona su RAI3, questa sera.
Tema: gli emigranti africani respinti in mare prima di arrivare in Sicilia, e ricacciati in Libia.
Con una certa soddisfazione mi sembrava di ripercorrere, nella prima parte del programma, il mio stesso lavoro che ha portato alla stesura di "Storie di emigranti": l'ascolto del racconto dei clandestini provenienti dal Corno d'Africa, la ricostruzione del loro percorso nelle carte geografiche, e il confronto con documenti e testimonianze, tra cui, tra l'altro, il sito "Fortezza Europa", in cui anch'io ho trovato la conferma di molte drammatiche informazioni.
A parte questo, quel che mi ha colpito nel programma è l'accostamento del discorso del premier Berlusconi a quello di Gheddafi in occasione della visita di quest'ultimo alla Sapienza di Roma.
Il nostro premier parla della proficua collaborazione tra l'Italia e la Libia in tema di respingimento dei clandestini del Corno d'Africa che, quasi tutti, hanno diritto all'asilo politico. Gheddafi risponde ridendo del loro presunto diritto d'asilo: dice che quella gente viene dalla foresta, che loro hanno bisogno solo di mangiare e che è ridicolo pensare che milioni di africani possano pretendere l'asilo politico in Europa. Questi due discorsi accostati sono tremendi: altro che scoop! Il nostro premier, diplomatico e ipocrita, sottolinea i rapporti 'corretti' e di collaborazione tra i due paesi, di certo sapendo che Gheddafi se la ride dei diritti umani di quella gente. Berlusconi sembra voler credere che la Libia è pronta a rispettare i diritti delle persone che l'Italia rispedisce lì, anzi dice che gli emigranti possono chiedere in Libia l'asilo politico. E, subito dopo, il sarcasmo crudele di Gheddafi che non si fa problemi ad ammettere che quelle persone se lo possono scordare il diritto d'asilo. Nel seguito del servizio, poi, immagini e video sulle violazioni gravissime dei diritti umani nei confronti degli stranieri in Libia.
Non so se il discorso del premier più quello di Gheddafi sono stati accostati per un montaggio a posteriori, ma sembra proprio di no: era nell'occasione della visita di Gheddafi alla Sapienza e c'era anche Berlusconi.
La cosa che mi colpisce è che questo scambio sia saltato fuori solo per un reportage costruito mesi dopo, e non subito, non durante quei giorni stessi. Ovviamente si è parlato delle violazioni dei diritti umani in Libia, delle critiche a Gheddafi, ma io non ricordo queste parole precise. Ricordo che Gheddafi parlava della sua rivoluzione verde, della sua indifferenza per la democrazia, ma quel discorso preciso ed agghiacciante, subito dopo le parole diplomatiche di Berlusconi, non era stato trasmesso per niente.
E' talmente sconvolgente il contrasto tra l'ipocrisia di un premier occidentale, e la palese criminalità ostentata dal leader africano, che non poteva non comparire immediatamente su tutti i giornali e sconvolgere l'opinione pubblica. Avrebbe dovuto rimbalzare su stampa e tv per giornate intere. E invece sembra un servizio inedito fino a questa sera.
Mi vien da pensare a quel che dicono i giornali stranieri: che la stampa e le tv italiane sono troppo morbide e acquiescenti al potere; non hanno il coraggio di criticare troppo, o forse temono un premier che è pronto a denunciarli anche solo per delle domande.