Per questo ho cominciato a vivere e lavorare in altri paesi. Sono un'italiana all'estero. L'emigrazione italiana conosce pagine di storia a volte molto drammatiche ...
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La storia statunitense conosce addirittura esempi di linciaggi di italiani, cioè di italiani linciati solo perchè italiani; sono casi di razzismo. E tra '800 e '900 nel sud degli Stati Uniti non si era ancora definita la questione se gli italiani fossero da considerarsi bianchi o neri; anche questo segno del razzismo di molti americani, ma anche dei loro problemi di vista.
Certo, ora gli italiani all'estero conoscono in genere situazioni più allegre. Anzi a volte non so bene se considerarmi un'emigrante (con la connotazione sempre un po' triste che questa parola comporta) o piuttosto una lavoratrice/turista, visto che quando arrivo in un paese straniero inizia sempre per me una nuova interessante avventura.
Considerando poi che in questi ultimi anni la precarietà del lavoro è crescente, specie nel mondo della cultura, ho fatto di necessità virtù e quasi posso tessere le lodi della precarietà (soprattutto perchè non ho famiglia, in realtà; con uno o due bambini a carico forse non sarei della stessa opinione). Tanto che se mi proponessero un lavoro a tempo indeterminato, mi prenderebbe di certo la claustrofobia, e scapperai subito da qualche altra parte.