Segnalo una proposta di un B&B a Tagliacozzo (L'Aquila) che offre vitto e alloggio in cambio di collaborazione nella loro casa.
Per studenti o stranieri che vogliono fare un viaggio in Italia senza spendere molto mi sembra una idea molto simpatica. Si veda:
http://www.abruzzonaturale.it/casale/prezzi.htm#UNA%20PROPOSTA
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UNA PROPOSTA:
ESPERIENZA DI LAVORO AL CASALE LE CRETE
SCAMBIO LAVORO-OSPITALITA'
Una settimana lavorando nella quiete della Natura attorno al Casale, lavorando e camminando sui monti più belli dell'Abruzzo, esplorando i dintorni, ecc.
Vitto e alloggio per 8 giorni in cambio di 6 giorni lavorativi (40 ore di lavoro almeno a settimana, ma senza cronometri e cartellini, quello che chiediamo è auto-responsabilizzazione, saper lavorare, saper prendere un obiettivo e arrivare a concluderlo, anche lavorando da soli quando noi siamo impegnati).
Ospitalità in una casetta in legno esterna senza bagno, doccia all'aperto e servizi nell'edificio principale. E' possibile dover dormire anche in tenda in estate in caso di affollamento.
Pasti vegetariani e biologici.
La vita in comune presuppone anche la partecipazione alle attività casalinghe: cucinare, andare a fare la spesa, lavare i piatti, rifarsi la camera, ecc. Di solito al Casale si fanno i turni, nessuno ne è escluso. Insomma non vogliamo persone che pensino di essere in un albergo, vogliamo persone che partecipano attivamente alla vita familiare del Casale e che sappiano intervenire quando c'è bisogno d'aiuto.
Se dovessero sorgere dei problemi di incompatibilità durante il soggiorno si può arrivare anche alla decisione di troncare in anticipo l'esperienza, anche se una buona comunicazione iniziale dovrebbe bastare per evitare ciò.
Il Casale le Crete è socio ospitante dell'Associazione WWOOF Italia. Essere soci Wwoof è importante, perchè presuppone l'assicurazione in caso di infortuni. Quindi nell'accettare i volontari chiediamo loro di diventare soci Wwoof, se già non lo sono. Per gli italiani: prenotatevi solo se siete sicuri di venire!!
Mansioni: al Casale si fa un po' di tutto, a seconda delle necessità e delle stagioni. Lavori di giardinaggio, orto e bosco sui 2 ha. di terreno di proprietà; collaborazione alla gestione del bed&breakfast in presenza di ospiti; piccoli lavori di carpenteria; manutenzioni; ma anche realizzazioni pagine web, segreteria, ecc. Cerchiamo sempre di favorire le predisposizioni e le esperienze individuali.
In questo momento per esempio serve:
* taglio arbusti per liberare un terreno incolto
* costruzione di un labirinto
* lavoro nell'orto
* verniciatura porte e finestre
* riapertura di un vecchio sentiero invaso dalla vegetazione
* preparazione buche per ampliamento frutteto
Prenotate per tempo la vostra settimana telefonando o scrivendo. Quello che vi chiediamo è collaborazione e responsabilità. Nella richiesta specificate cosa sapete fare e perchè vi interessa aderire a questa proposta.
Abbiamo in questi anni avuto volontari da New York, California, Olanda, Germania, Polonia, Irlanda, Austria, North Carolina, Svizzera, Massachussets, Nuova Zelanda... e qualcuno anche dall'Italia... Un grazie a tutti loro! Thank you to all of them!
Hanno scritto di questa esperienza:
Luca e Mariella,
hello, wanted to tell u guys that i had such a great time with u guys. the food fun and great company. thanks again for taking us places like the concert that was so much fun! the other 2 farms did not take us any where. take care and i will keep in touch.
Casale Le Crete is a spiritual place full of love and kindness. I wanted to tell both of you that I have learned so much about Italy as well as myself.
Now I know nothing can stop me, not even a wall of thorns!
peace
daniel from North Carolina
One thing is sure: I never had so many scratches like after this week of reopening the old path! The scratches have nearly gone but the memories stay. I am happy that I could stay with you and your animals. all the best. Kate
Casale Le Crete 67069 Tagliacozzo (AQ) Tel. 0863 678311 casale@abruzzonaturale.it
Tuesday, July 24, 2007
Sunday, July 22, 2007
israele - palestina
Gli Israeliani dicono che non possono concedere l'autonomia territoriale ai Palestinesi finchè i Palestinesi non dichiarano di riconoscere lo stato d'Israele.
Secondo me conviene risolvere il problema in senso contrario:
primo passo dovrebbe essere concedere l'autonomia ai territori palestinesi incondizionatamente. Anche se i confini possono essere rivisti. Ricordiamo inoltre che lì fino al 1948 c'erano solo i Palestinesi e che il primo diritto di un popolo è quello alla propria terra.
Credo non sia difficile immaginare che moltissima violenza finirà quando i Palestinesi avranno una terra in cui costruire qualcosa per se' o per i loro figli. La violenza attuale dipende da un'assoluta precarietà e dal fatto che non sono padroni da nessuna parte.
Credo che una soluzione di questo genere sia un vantaggio immediato sia per i Palestinesi che per gli Israeliani.
Si può poi aggiungere che in realtà quella degli Israeliani sembra una scusa più che una richiesta onesta, visto che almeno la metà dei Palestinesi accetta l'esistenza del popolo d'Israele. Dall'inizio dei tentativi di accordo c'è una continua riduzione del possibile territorio palestinese. Ed è un po' difficile cerdere ad un atteggiamento onesto di sola difesa da parte di Israele. Sembra piuttosto un voler ridurre all'osso le richieste dei Palestinesi.
Comunque è una perdita anche per loro. Perchè non vivranno mai tranquilli se tengono praticamente prigionieri i Palestinesi.
Secondo me conviene risolvere il problema in senso contrario:
primo passo dovrebbe essere concedere l'autonomia ai territori palestinesi incondizionatamente. Anche se i confini possono essere rivisti. Ricordiamo inoltre che lì fino al 1948 c'erano solo i Palestinesi e che il primo diritto di un popolo è quello alla propria terra.
Credo non sia difficile immaginare che moltissima violenza finirà quando i Palestinesi avranno una terra in cui costruire qualcosa per se' o per i loro figli. La violenza attuale dipende da un'assoluta precarietà e dal fatto che non sono padroni da nessuna parte.
Credo che una soluzione di questo genere sia un vantaggio immediato sia per i Palestinesi che per gli Israeliani.
Si può poi aggiungere che in realtà quella degli Israeliani sembra una scusa più che una richiesta onesta, visto che almeno la metà dei Palestinesi accetta l'esistenza del popolo d'Israele. Dall'inizio dei tentativi di accordo c'è una continua riduzione del possibile territorio palestinese. Ed è un po' difficile cerdere ad un atteggiamento onesto di sola difesa da parte di Israele. Sembra piuttosto un voler ridurre all'osso le richieste dei Palestinesi.
Comunque è una perdita anche per loro. Perchè non vivranno mai tranquilli se tengono praticamente prigionieri i Palestinesi.
Nancy Pelosi: autosufficienza energetica in USA
Un'altra idea coraggiosa e onesta dell'italo-americana Nancy Pelosy:
ha chiesto al Congresso USA di intensificare gli sforzi affinchè gli USA raggiungano l'autosufficienza energetica.
Mi sembra un'ottima proposta e, se pur indirettamente, tocca sul vivo le questioni più spinose della politica interna e estera degli Stati Uniti. Perchè è evidente che tutti i disastri ancora in corso nel mondo e in cui gli USA sono partecipi o responsabili dipendono proprio da questo problema: il fabbisogno energetico dei superconsumatori statunitensi.
Iraq e, in passato Iraq e Kuwait, e Medio Oriente, sono tutte questioni in cui una una molla fondamentale è la necessità USA di accaparrarsi fonti energetiche sufficienti.
Se gli USA non avessero più troppo bisogno del petrolio mediorientale, cesserebbero di certo molti conflitti nelle zone più calde del mondo.
Speriamo che abbia successo la proposta di Nancy Pelosi.
ha chiesto al Congresso USA di intensificare gli sforzi affinchè gli USA raggiungano l'autosufficienza energetica.
Mi sembra un'ottima proposta e, se pur indirettamente, tocca sul vivo le questioni più spinose della politica interna e estera degli Stati Uniti. Perchè è evidente che tutti i disastri ancora in corso nel mondo e in cui gli USA sono partecipi o responsabili dipendono proprio da questo problema: il fabbisogno energetico dei superconsumatori statunitensi.
Iraq e, in passato Iraq e Kuwait, e Medio Oriente, sono tutte questioni in cui una una molla fondamentale è la necessità USA di accaparrarsi fonti energetiche sufficienti.
Se gli USA non avessero più troppo bisogno del petrolio mediorientale, cesserebbero di certo molti conflitti nelle zone più calde del mondo.
Speriamo che abbia successo la proposta di Nancy Pelosi.
Thursday, July 19, 2007
'La Casta' di S.Rizzo e G.Stella
Troppo bello! E troppo incredibile ... ma vero, purtroppo!
'La casta' è un libro sulla classe politica italiana e sull'incredibile costo che essa costituisce per il bilancio pubblico, cioè per le tasche dei cittadini.
A differenza del giornalista Stella che ha detto in un'intervista che non si può non amare un paese che nonostante un'amministrazione così disastrosa, se la cava sempre, io non provo la minima simpatia per uno stile così godereccio e irresponsabile.
Questo di Rizzo e Stella è grande giornalismo. Da quando è uscito il libro si vedono spesso sui giornali articoli su continue decisioni prese per ridurre la spesa pubblica. Come se la classe politica si sentisse osservata dai moltissimi cittadini che hanno ormai letto il libro e sentisse l' indiscutibile necessità di correggere queste nefandezze.
E' giornalismo che sta cambiando il paese. Speriamo in modo radicale.
Qualche tempo fa proponevo come progetto di PhD uno studio sulla classe accademica italiana e i temi noti del baronaggio, concorsi truccati, nepotismo e altre amenità made in Italy, e se alcuni professori si sono dimostrati interessati, uno in particolare ha criticato il mio tema perchè ho detto che un lavoro simile vale se poi qualcosa cambia. Ha detto che non è compito delle università cambiare la realtà, bensì solo studiarla. Purtroppo è proprio così.
Purtroppo le università, specie in Italia, amano parlare della realtà ma sembrano spesso sorprendentemente incapaci di qualsiasi attivo intervento in essa.
Tutto il mio apprezzamento a Rizzo e Stella che, intenzionalmente o meno, stanno cambiando davvero la realtà politica italiana.
- 'La casta' ha avuto nei soli mesi di maggio e giugno 12 edizioni. Enorme! Questo dimostra che gli italiani non sono per niente indifferenti alle questioni politiche e, che, al contrario, sono forse i politici italiani che non sono attenti ai bisogni della gente e spesso usano il loro ruolo politico per soli scopi personali.
- In UK lo stato e anche la corte inglese sono obbligati a far conoscere alla gente tutte le loro spese. In Italia no. In Italia il bilancio del Quirinale è vietato ai cittadini. Si potrebbe almeno chiedere di giustificare tale scelta.
- In UK la corte inglese è soprattutto una fonte di guadagno per i cittadini inglesi. I dati più recenti parlano di circa 290 milioni di € di guadagno e 57 di spesa. Il Palazzo di Roma è agli antipodi. Esso è quasi solo una spesa per gli italiani e il suo costo è di circa 4 volte superiore a quello di Buckingham Palace.
- Nel 2000 i dipendenti del Presidente della Repubblica Italiana erano 1859. Quelli del Presidente della Germania 160. Quelli del Presidente della Francia (che è però Repubblica Presidenziale) 923.
Se poi si paragona l'efficienza dei tre paesi, il contrasto è ancora più grande, visto che tra i tre il paese più inefficiente è proprio l'Italia.
Quindi per dipendenti, servi, portaborsa in Italia ci sono molti soldi. Per professionisti, studiosi, ricerca no. Per questi ultimi meglio emigrare.
- Un viaggio di 4 giorni del Governatore della Regione Puglia al Columbus Day di New York è costato, alle casse dei cittadini, 345.000 €. Se un insegnante in Italia guadagna circa 15.000 € l'anno, la quota corrisponde a circa 20 anni di lavoro di un insegnante in Italia! Mica poco. Poi non ci fosse bisogno di istruzione in Italia! Certo le intenzioni erano nobili: un convegno sull' "Area del Salento come ponte tra l'Italia, i Balcani e il Mediterraneo".
- Mi sono chiesta, dopo aver letto anche solo i primi capitoli, quante querele questo libro avrebbe ricevuto, visto che è terribilmente scomodo per politici e potenti di tutti gli schieramenti. E invece scopro che finora non ne ha ricevuto alcuna. Questo conferma la correttezza delle affermazioni e, quel che è peggio, la loro gravità.
- Per donazioni in denaro ai partiti politici la deduzione fiscale è 51 volte maggiore di quella alle associazioni umanitarie.
- A Backingham Palace ci sono 6 centralinisti. Lo stesso numero del centralinisti del comune di Catania! Invece nella Asl di Frosinone il doppio, 12, viene assunto solo in dicembre 2002. All'università di Palermo invece nel solo concorso bandito nel 2004 sono stati assunti 30 centralinisti non vedenti.
- Sembra che le autoblu dei politici abbiano raggiunto quota 40000. E sembra che vengano usate - tutte le spese, anche lo straccetto in daino per pulire i vetri, a carico delle casse pubbliche - anche per andare al casinò o in vacanza con gli amici, o a fare shopping con la moglie.
- Un primo piatto alla mensa dei netturbini di Marghera costa 3 €. Invece al Senato 1.59 €. Una macedonia 1.50 € e al Senato 75 c. Confronto imbarazzante.
- La scorta dei politici. In Spagna dove il problema del terrorismo basco ha portato alla morte almeno 800 persone, e in UK dove gli scontri con l'IRA hanno causato dal 1969 3300 morti e 38000 feriti, le persone con scorta erano circa 250 per una spesa di circa 190 milioni di Euro attuali. In Italia? Il triplo, con una spesa di 568 milioni di Euro. Spesso solo per vanità. E mentre a Marco Biagi era stata negata la scorta, nonostante le sue scelte politiche rischiose, uno dei tanti ex-politici che ancora ce l'ha è Irene Pivetti, che alla Camera non ha più impegni, ma che mantiene per tutta la vita questi privilegi, anche se ormai fa soprattutto la mamma e la presentatrice sexi di spettacoli televisivi.
- Certo, questi son brutti tempi, e nessuno si sente ormai troppo sicuro da nessuna parte. E la scorta è un optional indispensabile, per chi può permetterselo.
Prima di lasciare il posto di Primo Ministro a Prodi, Berlusconi si era accapparato una scorta di 31 uomini, più 16 auto di cui 13 blindate. Lo stesso numero di Arafat, quando andò in visita a Craxi.
- Toni Negri ha frequentato la Camera per 9 sedute in cui 'c'era e non c'era'. Dal 1993, quando compì 60 anni, Toni Negri prende 3108 Euro al mese per questo servizio.
- Macchè competenze. Basta la tessera del partito! Sei un chimico? Allora ti diamo la presidenza di un istituto letterario. Se sei un letterato puoi gestire il consiglio di amministrazione di un ente idraulico. Sei una soubrette? Eccoti ai vertici di un organismo atomico. Sei un elettricista? Eccoti all'Enea.
- Il Ministro della Giustizia Roberto Castelli cercava uno specialista in edilizia carceraria. E lo individuò in Giuseppe Magni, un amico leghista che aveva fatto il sindaco a Calco, vicino a Lecco. Esperienze precedenti? Artigiano metalmeccanico, fili da saldatura. Poi grossista alla Seemar (commercio di prodotti ittici). Poi? Deputato, per la provincia di Lecco, 'al Parlamento di Chignolo Po', l'assemblea padana dove i bossiani giocavano ai piccoli statisti nell'era del Dio Po. E poi? Niente altro. E che ne sapeva lui di edilizia carceraria? Niente. 'Ho detto al Ministro che di carceri non so niente. Mi ha risposto che comunque avrei fatto dieci volte meglio del mio predecessore'. E Castelli deve essere stato proprio soddisfatto del suo collaboratore, visto che gli rinnovò il contratto per ben 7 volte, per un totale di 200.000 Euro di retribuzione. O forse non gli andava bene solo dopo, quando è stato condannato a risarcire lo Stato di circa 100.000 Euro per 'l'eclatante illegittimità e illiceità del comportamento del Ministro'. I soldi con cui Castelli pagava il suo 'esperto in edilizia carceraria' erano, ovviamente, spese pubbliche.
- Le Regioni italiane sembrano malate di 'gigantite'. Ecco uno dei tanti eccessi: la regione Lombardia ha speso in un anno 345.000 Euro in 'spese di rappresentanza del presidente della giunta regionale'. Il che corrisponde al quadruplo della stessa voce nel bilancio del Presidente della Repubblica Federale di Germania Horst Koehler, ma è di molto inferiore alla stessa voce nei conti della Regione Campania, dove si toccano i 962.506 Euro.
- Che senso ha che il Molise abbia un dipendente regionale ogni 357 abitanti, cioè, in proporzione, 7 volte più della Lombardia, pur dovendo gestire una realtà più povera e anche molto meno complessa?
- Gli enti pubblici a volte non hanno nessun ruolo effettivo, bensì servono a usare denaro pubblico secondo gli interessi dei partiti politici. Un esempio: le Province. Se si parla di abolizione delle Province, molti insorgono come se si offendesse l'identità nazionale. Ma quali sono le loro effettive competenze? Tutte cose che potrebbero essere tranquillamente assegnate ai Comuni. Solo un paio di competenze contano: edilizia scolastica per gli istituti superiori (le elementari e medie spettano ai Comuni) e quel pezzo di viabilità che l'Anas reputa meno importante. Questo vale per le province italiane eccetto Trento e Bolzano per le quali non vi sono quasi del tutto poteri regionali, bensì solo provinciali.
E' che le Province fanno comodo ai partiti; sono un formidabile serbatoio di poltrone da distribuire.
'La casta' è un libro sulla classe politica italiana e sull'incredibile costo che essa costituisce per il bilancio pubblico, cioè per le tasche dei cittadini.
A differenza del giornalista Stella che ha detto in un'intervista che non si può non amare un paese che nonostante un'amministrazione così disastrosa, se la cava sempre, io non provo la minima simpatia per uno stile così godereccio e irresponsabile.
Questo di Rizzo e Stella è grande giornalismo. Da quando è uscito il libro si vedono spesso sui giornali articoli su continue decisioni prese per ridurre la spesa pubblica. Come se la classe politica si sentisse osservata dai moltissimi cittadini che hanno ormai letto il libro e sentisse l' indiscutibile necessità di correggere queste nefandezze.
E' giornalismo che sta cambiando il paese. Speriamo in modo radicale.
Qualche tempo fa proponevo come progetto di PhD uno studio sulla classe accademica italiana e i temi noti del baronaggio, concorsi truccati, nepotismo e altre amenità made in Italy, e se alcuni professori si sono dimostrati interessati, uno in particolare ha criticato il mio tema perchè ho detto che un lavoro simile vale se poi qualcosa cambia. Ha detto che non è compito delle università cambiare la realtà, bensì solo studiarla. Purtroppo è proprio così.
Purtroppo le università, specie in Italia, amano parlare della realtà ma sembrano spesso sorprendentemente incapaci di qualsiasi attivo intervento in essa.
Tutto il mio apprezzamento a Rizzo e Stella che, intenzionalmente o meno, stanno cambiando davvero la realtà politica italiana.
- 'La casta' ha avuto nei soli mesi di maggio e giugno 12 edizioni. Enorme! Questo dimostra che gli italiani non sono per niente indifferenti alle questioni politiche e, che, al contrario, sono forse i politici italiani che non sono attenti ai bisogni della gente e spesso usano il loro ruolo politico per soli scopi personali.
- In UK lo stato e anche la corte inglese sono obbligati a far conoscere alla gente tutte le loro spese. In Italia no. In Italia il bilancio del Quirinale è vietato ai cittadini. Si potrebbe almeno chiedere di giustificare tale scelta.
- In UK la corte inglese è soprattutto una fonte di guadagno per i cittadini inglesi. I dati più recenti parlano di circa 290 milioni di € di guadagno e 57 di spesa. Il Palazzo di Roma è agli antipodi. Esso è quasi solo una spesa per gli italiani e il suo costo è di circa 4 volte superiore a quello di Buckingham Palace.
- Nel 2000 i dipendenti del Presidente della Repubblica Italiana erano 1859. Quelli del Presidente della Germania 160. Quelli del Presidente della Francia (che è però Repubblica Presidenziale) 923.
Se poi si paragona l'efficienza dei tre paesi, il contrasto è ancora più grande, visto che tra i tre il paese più inefficiente è proprio l'Italia.
Quindi per dipendenti, servi, portaborsa in Italia ci sono molti soldi. Per professionisti, studiosi, ricerca no. Per questi ultimi meglio emigrare.
- Un viaggio di 4 giorni del Governatore della Regione Puglia al Columbus Day di New York è costato, alle casse dei cittadini, 345.000 €. Se un insegnante in Italia guadagna circa 15.000 € l'anno, la quota corrisponde a circa 20 anni di lavoro di un insegnante in Italia! Mica poco. Poi non ci fosse bisogno di istruzione in Italia! Certo le intenzioni erano nobili: un convegno sull' "Area del Salento come ponte tra l'Italia, i Balcani e il Mediterraneo".
- Mi sono chiesta, dopo aver letto anche solo i primi capitoli, quante querele questo libro avrebbe ricevuto, visto che è terribilmente scomodo per politici e potenti di tutti gli schieramenti. E invece scopro che finora non ne ha ricevuto alcuna. Questo conferma la correttezza delle affermazioni e, quel che è peggio, la loro gravità.
- Per donazioni in denaro ai partiti politici la deduzione fiscale è 51 volte maggiore di quella alle associazioni umanitarie.
- A Backingham Palace ci sono 6 centralinisti. Lo stesso numero del centralinisti del comune di Catania! Invece nella Asl di Frosinone il doppio, 12, viene assunto solo in dicembre 2002. All'università di Palermo invece nel solo concorso bandito nel 2004 sono stati assunti 30 centralinisti non vedenti.
- Sembra che le autoblu dei politici abbiano raggiunto quota 40000. E sembra che vengano usate - tutte le spese, anche lo straccetto in daino per pulire i vetri, a carico delle casse pubbliche - anche per andare al casinò o in vacanza con gli amici, o a fare shopping con la moglie.
- Un primo piatto alla mensa dei netturbini di Marghera costa 3 €. Invece al Senato 1.59 €. Una macedonia 1.50 € e al Senato 75 c. Confronto imbarazzante.
- La scorta dei politici. In Spagna dove il problema del terrorismo basco ha portato alla morte almeno 800 persone, e in UK dove gli scontri con l'IRA hanno causato dal 1969 3300 morti e 38000 feriti, le persone con scorta erano circa 250 per una spesa di circa 190 milioni di Euro attuali. In Italia? Il triplo, con una spesa di 568 milioni di Euro. Spesso solo per vanità. E mentre a Marco Biagi era stata negata la scorta, nonostante le sue scelte politiche rischiose, uno dei tanti ex-politici che ancora ce l'ha è Irene Pivetti, che alla Camera non ha più impegni, ma che mantiene per tutta la vita questi privilegi, anche se ormai fa soprattutto la mamma e la presentatrice sexi di spettacoli televisivi.
- Certo, questi son brutti tempi, e nessuno si sente ormai troppo sicuro da nessuna parte. E la scorta è un optional indispensabile, per chi può permetterselo.
Prima di lasciare il posto di Primo Ministro a Prodi, Berlusconi si era accapparato una scorta di 31 uomini, più 16 auto di cui 13 blindate. Lo stesso numero di Arafat, quando andò in visita a Craxi.
- Toni Negri ha frequentato la Camera per 9 sedute in cui 'c'era e non c'era'. Dal 1993, quando compì 60 anni, Toni Negri prende 3108 Euro al mese per questo servizio.
- Macchè competenze. Basta la tessera del partito! Sei un chimico? Allora ti diamo la presidenza di un istituto letterario. Se sei un letterato puoi gestire il consiglio di amministrazione di un ente idraulico. Sei una soubrette? Eccoti ai vertici di un organismo atomico. Sei un elettricista? Eccoti all'Enea.
- Il Ministro della Giustizia Roberto Castelli cercava uno specialista in edilizia carceraria. E lo individuò in Giuseppe Magni, un amico leghista che aveva fatto il sindaco a Calco, vicino a Lecco. Esperienze precedenti? Artigiano metalmeccanico, fili da saldatura. Poi grossista alla Seemar (commercio di prodotti ittici). Poi? Deputato, per la provincia di Lecco, 'al Parlamento di Chignolo Po', l'assemblea padana dove i bossiani giocavano ai piccoli statisti nell'era del Dio Po. E poi? Niente altro. E che ne sapeva lui di edilizia carceraria? Niente. 'Ho detto al Ministro che di carceri non so niente. Mi ha risposto che comunque avrei fatto dieci volte meglio del mio predecessore'. E Castelli deve essere stato proprio soddisfatto del suo collaboratore, visto che gli rinnovò il contratto per ben 7 volte, per un totale di 200.000 Euro di retribuzione. O forse non gli andava bene solo dopo, quando è stato condannato a risarcire lo Stato di circa 100.000 Euro per 'l'eclatante illegittimità e illiceità del comportamento del Ministro'. I soldi con cui Castelli pagava il suo 'esperto in edilizia carceraria' erano, ovviamente, spese pubbliche.
- Le Regioni italiane sembrano malate di 'gigantite'. Ecco uno dei tanti eccessi: la regione Lombardia ha speso in un anno 345.000 Euro in 'spese di rappresentanza del presidente della giunta regionale'. Il che corrisponde al quadruplo della stessa voce nel bilancio del Presidente della Repubblica Federale di Germania Horst Koehler, ma è di molto inferiore alla stessa voce nei conti della Regione Campania, dove si toccano i 962.506 Euro.
- Che senso ha che il Molise abbia un dipendente regionale ogni 357 abitanti, cioè, in proporzione, 7 volte più della Lombardia, pur dovendo gestire una realtà più povera e anche molto meno complessa?
- Gli enti pubblici a volte non hanno nessun ruolo effettivo, bensì servono a usare denaro pubblico secondo gli interessi dei partiti politici. Un esempio: le Province. Se si parla di abolizione delle Province, molti insorgono come se si offendesse l'identità nazionale. Ma quali sono le loro effettive competenze? Tutte cose che potrebbero essere tranquillamente assegnate ai Comuni. Solo un paio di competenze contano: edilizia scolastica per gli istituti superiori (le elementari e medie spettano ai Comuni) e quel pezzo di viabilità che l'Anas reputa meno importante. Questo vale per le province italiane eccetto Trento e Bolzano per le quali non vi sono quasi del tutto poteri regionali, bensì solo provinciali.
E' che le Province fanno comodo ai partiti; sono un formidabile serbatoio di poltrone da distribuire.
Sunday, July 15, 2007
Italia, terra di scioperi
Saturday, July 7, 2007
Nancy Pelosi: Bush dovrebbe essere destituito
Nancy Pelosi, la coraggiosa italo-americana Presidente della Camera dei Rappresentanti del Congresso USA, ha chiesto la destituzione del Presidente Bush:
http://www.newsitaliapress.it/interna.asp?sez=267&info=137737
Spero che abbia successo perchè un Presidente che si macchia di crimini così gravi (guerra in Iraq) dovrebbe già essere stato destituito. L'Iraq è un paese quasi completamente distrutto. Credo che gli Iracheni rimpiangano, al confronto, i tempi di Saddam Hussein.
Riporto sotto un brano tratto da una mia breve ricerca sul rapporto tra potere accademico e potere politico in USA
http://barazzaroberta.blogspot.com/2007/05/intellectuals-and-political-power.html
Questo è il brano seguito da una breve traduzione:
"Another case of manipulation of information is Laos. For many years thousands of people, above all children and poor farmers, were killed in the Plain of Jars in Northern Laos: it is recorded as the heaviest bombing of civilian targets in history. The worst moment began in 1968 when Kissinger and Nixon had to begin agreements for the end of Vietnam war. Bombing was stopped in Vietnam, and they decided to shift it to Laos and Cambodia. This period of war had an average of 20000 casualties per year, the half of which were deaths.
How did the US media react to these events? We said that in Kosovo Nato’s intervention was applauded by US press because it stopped violence and ethnic cleansing, while it actually increased it. As regards Laos, US media said nothing at all, excusing this with the fact that it was a ’secret war’. Press and televisions chose an incredible self-censorship and nowadays too, Laos war is little known. While Milosevic in the Balkans was condemned by the International Tribunal for crimes against humanity, Kissinger, the architect of the massacres in Laos, has never had problems with justice and he is celebrated as an expert and a successful politician."
(traduzione)
"Un altro caso di manipolazione delle informazioni è il Laos. Per molti anni migliaia di persone, soprattutto bambini e poveri contadini, sono stati uccisi nel Plan of Jars nel Laos del Nord: è stato il più pesante bombardamento di obiettivi civili nella storia. Il peggior momento è cominciato nel 1968 quando Kissinger e Nixon dovevano cominciare gli accordi per porre fine alla guerra del Vietnam. I bombardamenti furono interrotti in Vietnam e allora decisero di spostarsi in Laos e Cambogia. Questo periodo di guerra ebbe una media di 20.000 feriti l'anno, di cui metà mortali.
Come reagirono i media a questi eventi? E' stato detto che in Kosovo l'intervento della NATO è stato apprezzato dalla stampa USA perchè ha poneva fine alla violenza e alla pulizia etnica, mentre di fatto l'ha aumentata. Per quanto riguarda il Laos, i media USA non hanno detto assolutamente niente, giustificando ciò in quanto si trattava di una 'guerra segreta'. La stampa e la televisione hanno scelto un incredibile auto-censura e anche oggi la guerra in Laos è poco nota.
Mentre Milosevic nei Balcani è stato condannato dal Tribunale Internazionale dell'Aja per crimini contro l'umanità, Kissinger, l'architetto dei massacri in Laos, non ha mai avuto problemi con la giustizia ed è celebrato come un politico esperto e di successo."
Qualche tempo fa Bush ha detto che il suo lavoro politico sarà capito e apprezzato con il senno di poi della storia.
Temo che rischia di essere ricordato come viene ricordato Kissinger nel brano precedente.
http://www.newsitaliapress.it/interna.asp?sez=267&info=137737
Spero che abbia successo perchè un Presidente che si macchia di crimini così gravi (guerra in Iraq) dovrebbe già essere stato destituito. L'Iraq è un paese quasi completamente distrutto. Credo che gli Iracheni rimpiangano, al confronto, i tempi di Saddam Hussein.
Riporto sotto un brano tratto da una mia breve ricerca sul rapporto tra potere accademico e potere politico in USA
http://barazzaroberta.blogspot.com/2007/05/intellectuals-and-political-power.html
Questo è il brano seguito da una breve traduzione:
"Another case of manipulation of information is Laos. For many years thousands of people, above all children and poor farmers, were killed in the Plain of Jars in Northern Laos: it is recorded as the heaviest bombing of civilian targets in history. The worst moment began in 1968 when Kissinger and Nixon had to begin agreements for the end of Vietnam war. Bombing was stopped in Vietnam, and they decided to shift it to Laos and Cambodia. This period of war had an average of 20000 casualties per year, the half of which were deaths.
How did the US media react to these events? We said that in Kosovo Nato’s intervention was applauded by US press because it stopped violence and ethnic cleansing, while it actually increased it. As regards Laos, US media said nothing at all, excusing this with the fact that it was a ’secret war’. Press and televisions chose an incredible self-censorship and nowadays too, Laos war is little known. While Milosevic in the Balkans was condemned by the International Tribunal for crimes against humanity, Kissinger, the architect of the massacres in Laos, has never had problems with justice and he is celebrated as an expert and a successful politician."
(traduzione)
"Un altro caso di manipolazione delle informazioni è il Laos. Per molti anni migliaia di persone, soprattutto bambini e poveri contadini, sono stati uccisi nel Plan of Jars nel Laos del Nord: è stato il più pesante bombardamento di obiettivi civili nella storia. Il peggior momento è cominciato nel 1968 quando Kissinger e Nixon dovevano cominciare gli accordi per porre fine alla guerra del Vietnam. I bombardamenti furono interrotti in Vietnam e allora decisero di spostarsi in Laos e Cambogia. Questo periodo di guerra ebbe una media di 20.000 feriti l'anno, di cui metà mortali.
Come reagirono i media a questi eventi? E' stato detto che in Kosovo l'intervento della NATO è stato apprezzato dalla stampa USA perchè ha poneva fine alla violenza e alla pulizia etnica, mentre di fatto l'ha aumentata. Per quanto riguarda il Laos, i media USA non hanno detto assolutamente niente, giustificando ciò in quanto si trattava di una 'guerra segreta'. La stampa e la televisione hanno scelto un incredibile auto-censura e anche oggi la guerra in Laos è poco nota.
Mentre Milosevic nei Balcani è stato condannato dal Tribunale Internazionale dell'Aja per crimini contro l'umanità, Kissinger, l'architetto dei massacri in Laos, non ha mai avuto problemi con la giustizia ed è celebrato come un politico esperto e di successo."
Qualche tempo fa Bush ha detto che il suo lavoro politico sarà capito e apprezzato con il senno di poi della storia.
Temo che rischia di essere ricordato come viene ricordato Kissinger nel brano precedente.
Wednesday, July 4, 2007
quiz televisivi
Ieri sera cenavo mentre veniva trasmesso un programma RAI con quiz a premi. Il conduttore era Fabrizio Frizzi.
Voglio descrivere una scenetta che mi è capitata sotto gli occhi.
Siamo alla fine della trasmissione e la concorrente deve rispondere alla domanda decisiva. 50.000 € in palio.
Domanda di Frizzi:
'Per 50.000 € mi deve dire se il concorrente che ha di fronte è ... un allevatore di lombrichi ... o se ha ... un fratello gemello.'
Seguono dieci minuti di suspence mozzafiato (imposta dalla regia). E dopo momenti da 'questione di vita o di morte' ... finalmente la risposta fatidica:
non è un allevatore di lombrichi, come pensava la concorrente, bensì ... ha un fratello gemello !!!
Sconvolgente! Dieci minuti da brivido dopo la domanda di Frizzi.
Ho anch'io una domanda: per Frizzi.
'Scusi, Frizzi, non è che può fare anche qualche domanda intelligente?'
Al confronto 'Rischiatutto' di Mike Bongiorno di 20 anni fa era una sofisticheria da intellettuali.
Possibile che si incoraggi l'imbecillità degli italiani premiando con così tanti soldi chi indovina delle cose di nessuna importanza? Che il signore dei lombrichi faccia quel mestiere o che l'altro signore abbia un fratello gemello è ovviamente importante per loro, ma non è certo una nozione che merita un premio se la si conosce.
Perchè, se proprio è necessario, non fanno dei quiz, magari pagandoli altrettanto, in cui i concorrenti sono premiati se sanno qualcosa che vale sapere?
Voglio descrivere una scenetta che mi è capitata sotto gli occhi.
Siamo alla fine della trasmissione e la concorrente deve rispondere alla domanda decisiva. 50.000 € in palio.
Domanda di Frizzi:
'Per 50.000 € mi deve dire se il concorrente che ha di fronte è ... un allevatore di lombrichi ... o se ha ... un fratello gemello.'
Seguono dieci minuti di suspence mozzafiato (imposta dalla regia). E dopo momenti da 'questione di vita o di morte' ... finalmente la risposta fatidica:
non è un allevatore di lombrichi, come pensava la concorrente, bensì ... ha un fratello gemello !!!
Sconvolgente! Dieci minuti da brivido dopo la domanda di Frizzi.
Ho anch'io una domanda: per Frizzi.
'Scusi, Frizzi, non è che può fare anche qualche domanda intelligente?'
Al confronto 'Rischiatutto' di Mike Bongiorno di 20 anni fa era una sofisticheria da intellettuali.
Possibile che si incoraggi l'imbecillità degli italiani premiando con così tanti soldi chi indovina delle cose di nessuna importanza? Che il signore dei lombrichi faccia quel mestiere o che l'altro signore abbia un fratello gemello è ovviamente importante per loro, ma non è certo una nozione che merita un premio se la si conosce.
Perchè, se proprio è necessario, non fanno dei quiz, magari pagandoli altrettanto, in cui i concorrenti sono premiati se sanno qualcosa che vale sapere?
Monday, July 2, 2007
palestina
Secondo me non è così noto all'opinione pubblica internazionale come vanno le cose in Palestina.
Consiglio di vedere il video su
www.arcoiris.tv
in cui il politico palestinese Barguti parla della Palestina.
Ciò che non è così noto è che in realtà la Palestina non è uno stato. C'è solo lo Stato di Israele. I territori palestinesi sono in realtà una parte del territorio degli Israeliani, affidato alle autorità palestinesi, che però non hanno un vero potere su questi territori.
Ovviamente non ci può essere che condanna della violenza palestinese, ma c'erano violenza e moti di ribellione anche nei territori del Nord d'Italia quando essi erano sotto il dominio austriaco.
Non è eccessivo il paragone. La Palestina non ha una sua autonomia. Tutto è controllato dalle autorità israeliane. E a volte si ha l'impressione che le autorità israeliane diano da bere al mondo che loro devono venire a termini con autorità palestinesi che a volte sostengono la violenza, ... In realtà la Palestina non è uno stato autonomo. Questo è fondamentale. Come non capire, senza giustificare, questa violenza se un popolo non ha neanche una sua terra? Anche noi italiani abbiamo organizzato moti insurrezionali nell' '800 per liberarci degli Austriaci che dominavano il nostro territorio. Il paragone è lecito.
Non sono per niente antisemita, e penso che entrambi gli stati Israeliani e Palestinesi debbano spartirsi quel territorio e convivere, ognuno a casa propria. Ma come non capire la rabbia di un popolo che era l'unico abitante di quella zona fino al 1948 e che ora non ha più nessun potere e nessun territorio.
Non è che i Palestinesi possano trattare con gli Israeliani. Non possono trattare in modo libero perchè non hanno potere sul loro territorio. I confini di Israele, ma anche i confini di Gaza e Cisgiordania, sono controllati dagli Israeliani. E' vero che ci sono le autorità palestinesi ma gli Israeliani dispongono di tutti i territori, hanno diritto di entrare, di controllare, di punire chi vogliono. La sovranità dei pseudo-territori palestinesi è ancora tutta israeliana.
Ci sono Palestinesi che dall'estero vorrebbero tornare in Palestina e per avere il permesso non chiedono alle autorità palestinesi, ma agli Israeliani.
Se si legge Herald Tribune di oggi 2 luglio 2007, si legge di tasse che gli Israeliani raccolgono nei territori - anche palestinesi - e sono tasse che vanno agli Israeliani. Poi gli Israeliani danno una parte delle tasse ai Palestinesi per gestire il territorio. Oltretutto si dice di come questo denaro per i Palestinesi, da quando è stato eletto democraticamente Hamas in marzo, sono passate da 600 milioni di dollari a 100 milioni di dollari. Ovviamente per punire un governo che non ama molto Israele. Anche in Italia nell' '800 gli italiani lavoravano per mantenere un governo straniero e anche allora, poi, i politici italiani che amministravano il Lombardo-Veneto per conto dell'Austria ricevevano soldi per gestire il territorio del Nord d'Italia. Ma sempre in un rapporto di sudditanza.
Penso che molti credano che in Palestina ci siano due governi, uno palestinese e uno israeliano che si contendono il territorio e non si decidono su una definitiva spartizione. Ma questo non è esatto. In realtà c'è solo Israele, e il popolo palestinese sottomesso al dominio straniero di Israele.
Questo ovviamente è molto diverso.
Anch'io spero di vedere presto due popoli liberi in due territori divisi e autonomi. Ma finora lì esiste solo Israele.
Consiglio di vedere il video su
www.arcoiris.tv
in cui il politico palestinese Barguti parla della Palestina.
Ciò che non è così noto è che in realtà la Palestina non è uno stato. C'è solo lo Stato di Israele. I territori palestinesi sono in realtà una parte del territorio degli Israeliani, affidato alle autorità palestinesi, che però non hanno un vero potere su questi territori.
Ovviamente non ci può essere che condanna della violenza palestinese, ma c'erano violenza e moti di ribellione anche nei territori del Nord d'Italia quando essi erano sotto il dominio austriaco.
Non è eccessivo il paragone. La Palestina non ha una sua autonomia. Tutto è controllato dalle autorità israeliane. E a volte si ha l'impressione che le autorità israeliane diano da bere al mondo che loro devono venire a termini con autorità palestinesi che a volte sostengono la violenza, ... In realtà la Palestina non è uno stato autonomo. Questo è fondamentale. Come non capire, senza giustificare, questa violenza se un popolo non ha neanche una sua terra? Anche noi italiani abbiamo organizzato moti insurrezionali nell' '800 per liberarci degli Austriaci che dominavano il nostro territorio. Il paragone è lecito.
Non sono per niente antisemita, e penso che entrambi gli stati Israeliani e Palestinesi debbano spartirsi quel territorio e convivere, ognuno a casa propria. Ma come non capire la rabbia di un popolo che era l'unico abitante di quella zona fino al 1948 e che ora non ha più nessun potere e nessun territorio.
Non è che i Palestinesi possano trattare con gli Israeliani. Non possono trattare in modo libero perchè non hanno potere sul loro territorio. I confini di Israele, ma anche i confini di Gaza e Cisgiordania, sono controllati dagli Israeliani. E' vero che ci sono le autorità palestinesi ma gli Israeliani dispongono di tutti i territori, hanno diritto di entrare, di controllare, di punire chi vogliono. La sovranità dei pseudo-territori palestinesi è ancora tutta israeliana.
Ci sono Palestinesi che dall'estero vorrebbero tornare in Palestina e per avere il permesso non chiedono alle autorità palestinesi, ma agli Israeliani.
Se si legge Herald Tribune di oggi 2 luglio 2007, si legge di tasse che gli Israeliani raccolgono nei territori - anche palestinesi - e sono tasse che vanno agli Israeliani. Poi gli Israeliani danno una parte delle tasse ai Palestinesi per gestire il territorio. Oltretutto si dice di come questo denaro per i Palestinesi, da quando è stato eletto democraticamente Hamas in marzo, sono passate da 600 milioni di dollari a 100 milioni di dollari. Ovviamente per punire un governo che non ama molto Israele. Anche in Italia nell' '800 gli italiani lavoravano per mantenere un governo straniero e anche allora, poi, i politici italiani che amministravano il Lombardo-Veneto per conto dell'Austria ricevevano soldi per gestire il territorio del Nord d'Italia. Ma sempre in un rapporto di sudditanza.
Penso che molti credano che in Palestina ci siano due governi, uno palestinese e uno israeliano che si contendono il territorio e non si decidono su una definitiva spartizione. Ma questo non è esatto. In realtà c'è solo Israele, e il popolo palestinese sottomesso al dominio straniero di Israele.
Questo ovviamente è molto diverso.
Anch'io spero di vedere presto due popoli liberi in due territori divisi e autonomi. Ma finora lì esiste solo Israele.
Sunday, July 1, 2007
dottorati in italia
L'Italia mostra una situazione piuttosto singolare nel panorama internazionale: chi vuol fare un dottorato, semplicemente, vada all'estero.
Se una persona preparata e motivata vuole fare un dottorato, la cosa più intelligente da dirle è: 'Lascia perdere, non perdere tempo in inutili esami dal risultato stabilito in partenza, e va' all'estero'.
Non conosco altri paesi in cui la situazione sia così chiara. Anche altrove è difficile passare la selezione per un PhD; anche altrove bisogna essere molto motivati e non è facile essere ammessi; ma in nessun altro paese si può dire categoricamente 'Qua neanche tentare: va' altrove.'
Ovviamente anche qui si fanno i dottorati, ma ha senso che si presentino agli esami solo quegli studenti a cui i professori hanno già fatto capire che lo passeranno.
Anche se ci sono state alcune modifiche, come l'introduzione dei dottorati senza borsa di studio, tutto è ancora molto mafioso.
All'estero se uno ha buone motivazioni e una decisa intenzione di lavorare seriamente ad un progetto di dottorato, il dottorato lo può fare con borsa di studio o lavorando.
In Italia non ci sono questi criteri.
I criteri assomigliano piuttosto a quelli dei partiti politici: posti di rilievo, come la direzione di un'azienda pubblica o di un ente statale, vengono affidati non a chi ha un buon curriculum vitae ma a chi ha la tessera del partito.
Nelle università italiane la cosa assomiglia a questo tipo di spartizione di potere.
E infatti sembra che più che il merito - l'Italia è una grande anti-meritocrazia - conti, nella logica delle attribuzioni di dottorati e posti di ricerca, l'appartenenza alla famiglia degli accademici - di cui un mirabile esempio è l'università di Bari -, o conoscenze personali, politiche, vincoli economici o altri discutibilissimi criteri - amanti, portaborse, persone servili che esaltano la 'luminosa superiorità' dei baroni accademici, che, proprio per questo, possono essere solo dei mediocri.
Tutto questo è ben noto e vi sono molti libri sull'argomento.
Quello che ancora sorprende è l'assurdità suicida, per il paese, di questa logica.
In vari paesi occidentali una persona intelligente, motivata e impegnata, può fare un dottorato, in Italia no.
Come non vedere un suicidio per il paese intero? E' come impedire l'alfabetizzazione. E' come impedire di laurearsi, o di continuare gli studi.
Il dottorato è un livello certo più avanzato e impegnativo di studio, ma pur sempre un corso di studi, che l'Italia letteralmente impedisce ai suoi studenti. Io non credo che tra un dottorato e un corso di laurea dovrebbero esserci delle differenze così abissali. Il dottorato richiede giustamente una selezione più severa ma dovrebbe, in un paese intelligente e avanzato, essere addirittura incoraggiato. In Italia no. Nessun professore ti dice: 'Fa' il dottorato'. Di solito ti dicono: 'Lascia perdere', come dire 'I dottorati e i posti importanti sono per noi, non per i comuni mortali'. I professori più onesti ti dicono: 'Lascia perdere in Italia, ma candidati all'estero'.
La mia relatrice di tesi di laurea un giorno ha detto piuttosto chiaramente che in fondo è giusto così: è giusto che un professore faccia passare il suo 'pupillo' perchè lo conosce bene e ne conosce il valore accademico. A me sembra invece che questo criterio sia assolutamente ingiusto perchè, innanzitutto, è lecito non dare per scontato il valore del giudizio dei benemeriti professori. Poi ai concorsi si presentano tante persone e il luminare di turno ne conosce poche. E si sa bene che in Italia solo quelli conosciuti dai professori passeranno il concorso secondo i criteri più o meno discutibili dei baroni di turno. Persone bravissime e con curricula eccellenti non hanno praticamente nessuna chance se non sono appoggiati dal professore che giudica nei concorsi.
Potrei aggiungere qualche dettaglio personale. Io stessa ad un concorso per lettore di italiano in una università in Veneto ho confrontato i miei punti con quelli di un mio amico che si presentava allo stesso concorso. Non lo dico per interesse, al contrario: io e questo mio amico abbiamo notato delle differenze di voti - a mio favore, ma del tutto ingiustificate - decisamente assurde. Io ho un Master ma non ho dottorato e questo mio amico ha due lauree e due dottorati - uno in Italia e uno all'estero - e aveva già attività di ricerca e insegnamento in università italiane. Anch'io, ma per più breve tempo. Inoltre lui aveva molte più pubblicazioni di me. Alla presetazione dei punteggi per titoli, il poveraccio è stato presentato all'orale con punti 3. Io con punti 9. La cosa non sta in piedi da nessuna parte. Vien piuttosto da pensare che questo mio amico fosse un concorrente da eliminare.
Altro dettaglio tra le mie conoscenze personali. Un mio amico era furioso perchè non ha vinto il concorso per ricercatore in Italia. La cosa strana erano i suoi commenti. Diceva che era infuriato perchè gli era stata chiaramente promessa la vittoria al concorso (no comment). Però due o tre giorni aveva telefonato al suo professore e questi gli aveva detto che purtroppo era stato assegnato ad altri. Due o tre giorni prima del concorso !!
A parte l'indecenza scandalosa, vedo in tutto questo un suicidio. E infatti la 'brain drain' continua dall'Italia.
L'Italia è un paese clientelare ... e molto stupido, perchè questo clientelismo porta a perdite gravissime di ciò che vale veramente: l'intelligenza, la competenza, la professionalità, il bagaglio di esperienze.
Quello che mi augurerei è una aumento delle possibilità di dottorati in Italia e, ovviamente, una gestione più cristallina.
Non riesco davvero a capire. Che cosa si perde a far studiare molte persone anzichè solo i quattro raccomandati scelti dal barone di turno?
Si perde il controllo di cattedre che sono anche controllo di potere economico, politico, manageriale.
Ma si perde soprattutto un numero enorme di persone qualificate che se ne vanno all'estero. E si perdono persone più colte. E' come impedire un aumento del livello di istruzione.
La cosa assurda è che qui in Italia se tu esprimi il desiderio di fare un dottorato, ti guardano come una che pretende chissacosa. E' assurdo: si pretende di studiare, di aumentare il proprio livello culturale.
E' una pretesa eccessiva anche laurearsi? In paesi poveri, in paesi ai limiti della sopravvivenza, uno che vuole studiare probabilmente incontrerà un sacco di conoscenti che gli fanno capire che è meglio che si accontenti di lavorare e che non pretenda chissacosa.
In Italia si ha spesso l'impressione di essere in un paese 'avanzato a metà'. E questa situazione dei dottorati mi sembra un buon esempio.
Il tutto è illogico. Mi auguro che aumentino di molto le possibilità per gli italiani motivati di continuare con un dottorato. Con borsa o lavorando. Uno non motivato difficilmente si sobbarca l'onere di anni e anni di studio post-laurea quando può avere già guadagni con una laurea.
Perchè ti fanno sentire 'una-che-pretende-chissacosa' quando vorresti fare un dottorato? Perchè in Italia è ancora innanzitutto un posto, non di interessante lavoro di ricerca, ma di potere e di prestigio.
Aggiungo che gli accademici italiani sono i più snob che io abbia mai conosciuto. E non ho studiato solo in Italia: ho studiato in università in Italia, Polonia, Macedonia, USA, Austria, Malta. Oltre a più brevi incontri in università di altri paesi.
In tutti gli altri paesi i professori sono piuttosto aperti, informali, comunicativi. In Italia sembra di andare alla corte di sublimi sovrani illuminati troppo importanti per degnare di uno sguardo i comuni mortali.
La cosa strana è che in Italia non ci sono le migliori università del mondo, al contrario. Da recenti sondaggi La Sapienza di Roma risulta la migliore università italiana nelle classifiche internazionali, ma è oltre il centesimo posto. Harvard, Oxford ... sono, come si sa, tra le migliori.
A questo punto questo snobismo cade nel ridicolo.
Speriamo in una liberalizzazione dei corsi di ricerca di più alto livello ... ne va dell'innalzamento del livello culturale di tutto il paese.
Se una persona preparata e motivata vuole fare un dottorato, la cosa più intelligente da dirle è: 'Lascia perdere, non perdere tempo in inutili esami dal risultato stabilito in partenza, e va' all'estero'.
Non conosco altri paesi in cui la situazione sia così chiara. Anche altrove è difficile passare la selezione per un PhD; anche altrove bisogna essere molto motivati e non è facile essere ammessi; ma in nessun altro paese si può dire categoricamente 'Qua neanche tentare: va' altrove.'
Ovviamente anche qui si fanno i dottorati, ma ha senso che si presentino agli esami solo quegli studenti a cui i professori hanno già fatto capire che lo passeranno.
Anche se ci sono state alcune modifiche, come l'introduzione dei dottorati senza borsa di studio, tutto è ancora molto mafioso.
All'estero se uno ha buone motivazioni e una decisa intenzione di lavorare seriamente ad un progetto di dottorato, il dottorato lo può fare con borsa di studio o lavorando.
In Italia non ci sono questi criteri.
I criteri assomigliano piuttosto a quelli dei partiti politici: posti di rilievo, come la direzione di un'azienda pubblica o di un ente statale, vengono affidati non a chi ha un buon curriculum vitae ma a chi ha la tessera del partito.
Nelle università italiane la cosa assomiglia a questo tipo di spartizione di potere.
E infatti sembra che più che il merito - l'Italia è una grande anti-meritocrazia - conti, nella logica delle attribuzioni di dottorati e posti di ricerca, l'appartenenza alla famiglia degli accademici - di cui un mirabile esempio è l'università di Bari -, o conoscenze personali, politiche, vincoli economici o altri discutibilissimi criteri - amanti, portaborse, persone servili che esaltano la 'luminosa superiorità' dei baroni accademici, che, proprio per questo, possono essere solo dei mediocri.
Tutto questo è ben noto e vi sono molti libri sull'argomento.
Quello che ancora sorprende è l'assurdità suicida, per il paese, di questa logica.
In vari paesi occidentali una persona intelligente, motivata e impegnata, può fare un dottorato, in Italia no.
Come non vedere un suicidio per il paese intero? E' come impedire l'alfabetizzazione. E' come impedire di laurearsi, o di continuare gli studi.
Il dottorato è un livello certo più avanzato e impegnativo di studio, ma pur sempre un corso di studi, che l'Italia letteralmente impedisce ai suoi studenti. Io non credo che tra un dottorato e un corso di laurea dovrebbero esserci delle differenze così abissali. Il dottorato richiede giustamente una selezione più severa ma dovrebbe, in un paese intelligente e avanzato, essere addirittura incoraggiato. In Italia no. Nessun professore ti dice: 'Fa' il dottorato'. Di solito ti dicono: 'Lascia perdere', come dire 'I dottorati e i posti importanti sono per noi, non per i comuni mortali'. I professori più onesti ti dicono: 'Lascia perdere in Italia, ma candidati all'estero'.
La mia relatrice di tesi di laurea un giorno ha detto piuttosto chiaramente che in fondo è giusto così: è giusto che un professore faccia passare il suo 'pupillo' perchè lo conosce bene e ne conosce il valore accademico. A me sembra invece che questo criterio sia assolutamente ingiusto perchè, innanzitutto, è lecito non dare per scontato il valore del giudizio dei benemeriti professori. Poi ai concorsi si presentano tante persone e il luminare di turno ne conosce poche. E si sa bene che in Italia solo quelli conosciuti dai professori passeranno il concorso secondo i criteri più o meno discutibili dei baroni di turno. Persone bravissime e con curricula eccellenti non hanno praticamente nessuna chance se non sono appoggiati dal professore che giudica nei concorsi.
Potrei aggiungere qualche dettaglio personale. Io stessa ad un concorso per lettore di italiano in una università in Veneto ho confrontato i miei punti con quelli di un mio amico che si presentava allo stesso concorso. Non lo dico per interesse, al contrario: io e questo mio amico abbiamo notato delle differenze di voti - a mio favore, ma del tutto ingiustificate - decisamente assurde. Io ho un Master ma non ho dottorato e questo mio amico ha due lauree e due dottorati - uno in Italia e uno all'estero - e aveva già attività di ricerca e insegnamento in università italiane. Anch'io, ma per più breve tempo. Inoltre lui aveva molte più pubblicazioni di me. Alla presetazione dei punteggi per titoli, il poveraccio è stato presentato all'orale con punti 3. Io con punti 9. La cosa non sta in piedi da nessuna parte. Vien piuttosto da pensare che questo mio amico fosse un concorrente da eliminare.
Altro dettaglio tra le mie conoscenze personali. Un mio amico era furioso perchè non ha vinto il concorso per ricercatore in Italia. La cosa strana erano i suoi commenti. Diceva che era infuriato perchè gli era stata chiaramente promessa la vittoria al concorso (no comment). Però due o tre giorni aveva telefonato al suo professore e questi gli aveva detto che purtroppo era stato assegnato ad altri. Due o tre giorni prima del concorso !!
A parte l'indecenza scandalosa, vedo in tutto questo un suicidio. E infatti la 'brain drain' continua dall'Italia.
L'Italia è un paese clientelare ... e molto stupido, perchè questo clientelismo porta a perdite gravissime di ciò che vale veramente: l'intelligenza, la competenza, la professionalità, il bagaglio di esperienze.
Quello che mi augurerei è una aumento delle possibilità di dottorati in Italia e, ovviamente, una gestione più cristallina.
Non riesco davvero a capire. Che cosa si perde a far studiare molte persone anzichè solo i quattro raccomandati scelti dal barone di turno?
Si perde il controllo di cattedre che sono anche controllo di potere economico, politico, manageriale.
Ma si perde soprattutto un numero enorme di persone qualificate che se ne vanno all'estero. E si perdono persone più colte. E' come impedire un aumento del livello di istruzione.
La cosa assurda è che qui in Italia se tu esprimi il desiderio di fare un dottorato, ti guardano come una che pretende chissacosa. E' assurdo: si pretende di studiare, di aumentare il proprio livello culturale.
E' una pretesa eccessiva anche laurearsi? In paesi poveri, in paesi ai limiti della sopravvivenza, uno che vuole studiare probabilmente incontrerà un sacco di conoscenti che gli fanno capire che è meglio che si accontenti di lavorare e che non pretenda chissacosa.
In Italia si ha spesso l'impressione di essere in un paese 'avanzato a metà'. E questa situazione dei dottorati mi sembra un buon esempio.
Il tutto è illogico. Mi auguro che aumentino di molto le possibilità per gli italiani motivati di continuare con un dottorato. Con borsa o lavorando. Uno non motivato difficilmente si sobbarca l'onere di anni e anni di studio post-laurea quando può avere già guadagni con una laurea.
Perchè ti fanno sentire 'una-che-pretende-chissacosa' quando vorresti fare un dottorato? Perchè in Italia è ancora innanzitutto un posto, non di interessante lavoro di ricerca, ma di potere e di prestigio.
Aggiungo che gli accademici italiani sono i più snob che io abbia mai conosciuto. E non ho studiato solo in Italia: ho studiato in università in Italia, Polonia, Macedonia, USA, Austria, Malta. Oltre a più brevi incontri in università di altri paesi.
In tutti gli altri paesi i professori sono piuttosto aperti, informali, comunicativi. In Italia sembra di andare alla corte di sublimi sovrani illuminati troppo importanti per degnare di uno sguardo i comuni mortali.
La cosa strana è che in Italia non ci sono le migliori università del mondo, al contrario. Da recenti sondaggi La Sapienza di Roma risulta la migliore università italiana nelle classifiche internazionali, ma è oltre il centesimo posto. Harvard, Oxford ... sono, come si sa, tra le migliori.
A questo punto questo snobismo cade nel ridicolo.
Speriamo in una liberalizzazione dei corsi di ricerca di più alto livello ... ne va dell'innalzamento del livello culturale di tutto il paese.
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