Un professore americano mi ha detto che agli americani che si interessano di lingua italiana piace tanto la parola 'giro':
ci facciamo un giro; mi gira la testa, il giro del mondo ...
Allora forse possiamo offrirgli un nuovo topos letterario: quello del giro della raccolta differenziata.
Mi spiego subito.
Pensiamo ad un possibile incipit di un romanzo o un racconto: 'Anna stava facendo un giro col suo cagnolino'. Oppure: 'Claudia amava girare tra negozi e bancarelle'. O ancora: 'Tiziano e la sua famiglia stavano uscendo per il consueto giro di auguri natalizi'.
Insomma di giri ce ne sono tanti nella vita degli italiani, così come nei racconti e nei romanzi.
Negli ultimi tempi, però, gli italiani escono per un altro giro, non meno lungo e serio dei precedenti: quello che si fa per portare l'immondizia della raccolta differenziata.
Non è uno scherzo: è un giro importante e impegnativo. Si parte con tre o quattro borse, ben divise per contenuto. Ci si deve prima informare dove si possono trovare i cassonetti per gli appositi materiali di scarto. In uno si porta immondizia indifferenziata, in un altro carta e cartone, in un altro ancora lattine e vetro e in un altro, infine, plastica; ma si faccia attenzione: in quello per la plastica si può buttare solo plastica di bottiglie, mentre per la plastica di altri contenitori, di giocattoli o strumenti vari è necessario prolungare il giro di almeno dieci minuti, fino al cassonetto del quartiere vicino.
Insomma la vita degli italiani è scandita ora anche dal ritmo del nuovo giro ... tra i cassonetti dell'immondizia, così come si fa un giro col proprio gatto nel parco, o un giro in centro.
E tra non molto probabilmente anche i romanzi e la letteratura (trash? non necessariamente, anche se si occupa di trash, cioè di immondizia) registreranno questo nuovo modus vivendi.