Si sente dire spesso che i politici, in campagna elettorale, promettono agli elettori mari e monti, ma quando vanno al potere pensano innanzitutto ai propri interessi personali.
Questo ovviamente è vero per certi politici, e meno vero per altri.
Penso che un esempio clamoroso di quanto questo possa essere vero sia ciò che sta avvenendo in Kenia in questi giorni.
Il Presidente Kibaki ritiene di essere il vincitore delle elezioni politiche, mentre il suo oppositore Odinga denuncia brogli elettorali e chiama il popolo alla resistenza.
Risultato: eccidi etnici (o meglio politici, ma che alimentano l'odio interetnico) e, ormai, quasi una vera e propria guerra civile.
I due leader politici, che in campagna elettorale avranno di sicuro promesso al popolo keniota di voler governare per migliorare la vita della gente, si saranno accorti che è tutta loro la responsabilità di questo disastro.
Una persona qualsiasi, con un cervello medio e media sensibilità, capirebbe che se la contesa elettorale fosse riproposta e ci fossero nuove elezioni controllate in modo preciso e sicuro, in modo tale da non aver dubbi sui risultati, questa violenza tra rivali non esisterebbe.
Ai due leader politici, che in tempo di elezioni avranno promesso di candidarsi per il bene del popolo, in realtà non potrebbe interessare meno il bene dei kenioti, tanto da permettere senza rimorsi lo sterminio di moltissimi loro cittadini solo per la difesa di interessi del tutto personali.
Altro che bene del popolo! A loro va benissimo lo sterminio dei kenioti pur di ottenere potere per sè.
Spero, alla prossima puntata, di portarvi un esempio contrario, cioè fatti di clamorosa abnegazione di interessi personali da parte di politici per il bene dei cittadini.
Al momento non me ne vengono in mente.