Chissà cosa vorrà dire il giuramento di fedeltà alle istituzioni proposto da Brunetta per tutti i dipendenti pubblici.
Ha un sapore vagamente fascisteggiante.
Brunetta vuole che tutti i dipendenti pubblici, quindi anche noi insegnanti, firmino un documento di fedeltà alle istituzioni nel momento di assunzione del servizio a tempo indeterminato.
Cosa può voler dire?
Fedeltà alla Costituzione è ovvia, e se non la rispetti, te lo ricordano subito.
Ma fedeltà alle istituzioni sembra voler dire che non si possono criticare le istituzioni, cioè il governo, così come in un'azienda si è tenuti a parlar sempre bene dell'azienda.
Quindi fedeltà alle istituzioni sembra il contrario di fedeltà alla Costituzione, che implica la libertà di espressione.
In pratica, forse, vuol dire che io non potrei scrivere quello che ho scritto nel post precedente, dove ho criticato i leghisti che sono al governo.
Anche durante il fascismo c'era il giuramento di fedeltà.
E' famoso l'evento in cui, nel 1939, gli accademici italiani sono stati costretti a giurare fedeltà al regime fascista, pena il licenziamento, cioè ciò che Brunetta minaccia ai dipendenti pubblici attuali.
Notare che questo avvenne nel 1939, cioè un anno dopo la promulgazione delle leggi razziali in Italia. Come dire: chi osava criticare la condanna, anche a morte, degli ebrei, perdeva quanto meno il posto di lavoro.
Famoso anche il numero di quei coraggiosi che si sono rifiutati di dichiarare fedeltà al regime: 11, cioè l' 1 % degli accademici! Ottimo esempio di coraggio, impegno civile e libertà di pensiero del mondo accademico italiano.
Corsi e ricorsi storici? Speriamo di no.