I lavoratori, si sa, hanno dei doveri riconosciuti come ovvi: devono essere diligenti, seri, rigorosi, precisi, severi. Ma sembra che nella nostra società non si pensi per niente al dovere, che tutti dovrebbero riconoscere, di essere contenti. Sorprende? Secondo me è fondamentale per la convivenza sociale. In una famiglia i bambini crescono senza tanti problemi soprattutto se i genitori sono contenti. Altrimenti cominciano ansie, insicurezze, inquietudini, frustrazioni. Se si pensa che la società sia qualcosa di simile, non si può non pensare che ogni giorno, quando si va a lavorare, occorre porsi l'obiettivo anche di essere tranquilli e ben disposti perchè gli altri non si sentano minacciati o impauriti o criticati inutilmente. Dovrebbe essere ritenuto un dovere sociale. Una persona tranquilla suscita tranquillità anche nel suo ambiente. Come sarebbe diversa la società se le persone fossero ben disposte e si ponessero sempre quest'obiettivo nel luogo di lavoro e di vita.
Da noi quasi irrita la gioia di una persona. Basta chiedere una qualsiasi cosa, anche la più lecita, e ci si aspetta sempre reazioni irritate, spesso del tutto assurde.
In USA sembrava diverso. Lì le persone sono molto più sorridenti e ben disposte di noi e, secondo me, molto più educate. In Italia, poi, credo che la maleducazione raggiunga vette altissime. Infatti il clima non è per niente tranquillo. Se pensiamo che è molto comune prendere in giro gli americani che hanno questi atteggiamenti da spacconi o ideali da eroi, che sorridono sempre e sono sempre entusiasti di tutto e convinti che tutto debba finire in happy end. Ci sembrano naiv, bambinoni che non conoscono la complessità e la durezza della vita. O siamo noi che invece abbiamo fatto nostro stile quello di criticare sempre tutto e considerare ingenuo pensare che vi siano soluzioni ragionevoli per ogni problema? Mi sembra già di sentire le repliche: ma se poi fanno quei disastri pazzeschi in Iraq e hanno l'industria degli armamenti più forte del mondo! Ovviamento non obietto. Mi riferiro all'americano medio che ha uno stile più costruttivo e meno polemico, più entusiasta di tutto (anche della politica estera del suo governo, aimè) ma in genere un atteggiamento meno distuttivo e meno meschinamente critico di noi italiani.