I fatti di cronaca successi a Gravina sono piuttosto inquietanti: ovviamente per la morte dei piccoli in luoghi che dovrebbero essere chiusi al pubblico per la sicurezza di tutti, ma anche per la piega presa dagli sviluppi dell'inchiesta.
Se la caduta accidentale del bambino finito nello stesso pozzo in cui sono stati ritrovati i poveri Ciccio e Torre non avesse fatto scoprire per caso i due cadaveri, il padre sarebbe rimasto in galera per tutta la vita accusato di duplice omicidio e occultamento di cadavere.
Che il padre dei fratellini fosse un manesco e che possa essere accusato anche di violenza sui piccoli, passi, ma che egli rischiasse di finire in carcere per tutta la vita in base a prove inesistenti e a ipotesi infondate, questo resta molto inquietante.
Chissà quanti sono in carcere senza prove effettive e in base a congetture che un caso fortuito come a Gravina potrebbe stravolgere.
La cosa ancora più inquietante è che i giudici, dopo aver appurato che i cadaveri non mostravano segni di violenza e che la caduta non poteva essere conseguenza di un delitto precedente, continuavano a ribadire l'accusa, e il Pappalardi rimaneva in carcere ancora per omicidio intenzionale. Evidentemente scocciava ai giudici, agli avvocati dell'accusa e a inquirenti vari, dover ammettere un clamoroso errore. Solo dopo vari giorni hanno finalmente ammesso che il padre non è direttamente responsabile dell'omicidio, bensì - notizia di oggi - di abbandono di minore.
Abbandono di minore? Ma se sono stati visti fino a pochissime ore prima della scomparsa proprio insieme al padre!
Certo che questi giudici ... pregare il cielo di non finirci tra le grinfie.
Si va dal delitto di Cogne in cui, onestamente, è sempre stato piuttosto evidente che c'era solo la madre in presenza del bambino ucciso, a un delitto in cui la giustizia italiana ha costruito gravi responsabilità, per caso rivelatesi poi infondate.