Sarà che ho frequentato soprattutto facoltà umanistiche, ma una cosa che sorprende nelle università italiane è lo scollamento tra realtà (concreta, sociale, delle altre persone) e il mondo degli accademici italiani. Sottolineo italiani perchè, secondo la mia esperienza in fatto di università straniere, all'estero la cosa è molto diversa.
In Italia ho studiato o lavorato nelle università di Udine, Venezia e Urbino.
All'estero nelle università di Klagenfurt (Austria), Varsavia (Polonia), Tetovo (Macedonia), West Lafayette (USA).
Ero impressionata in Italia dall'incapacità degli accademici italiani di porsi in relazione agli altri (o almeno a noi poveri studenti plebei) in maniera concreta. Con concreta intendo la loro incapacità anche solo di rivolgere la parola, comunicare in modo normale, dare informazioni concrete relative a corsi di studio, programmi accademici, attività universitarie.
Fino all'inverosimile: vi sembra possibile che un' assistente di tedesco non sappia darvi nessuna informazione su possibilità di studio e insegnamento in Germania? A me è capitato.
Vi sembra possibile che un professore con cui per un paio d'anni ho elaborato un tema di dottorato non mi abbia mai rivolto la parola se non in risposta a mie domande, non mi abbia mai mandato un'email anche solo per informazioni accademiche? Normal (in Italy), Watson.
Vi sembra normale che una persona frequenti da anni ben due università quasi quotidianamente, e all'improvviso le piomba addosso un problema molto grave che sconvolge visibilmente la sua vita tanto che da un giorno all'altra abbandona corsi e esami e non si fa più vedere, e nessuno chiede niente? A me non sembra normale, ma questo è quel che succede in Italia.
Dopo aver studiato tanti anni in Italia mi rendo conto ... di aver buttato via un sacco di tempo. Non per lo studio in sè, ma per ambienti accademici che danno pochissimo e che non ti arricchiscono per niente.
All'estero è molto diverso. Quando ho cominciato a studiare a Klagenfurt ero molto sorpresa anche solo dal fatto che col professore di dottorato si chiacchierasse con familiarità o si prendesse il caffè al bar o si andasse a pranzo insieme.
Quel professore, tra l'altro, diceva che 'Italien ist ein grosses Theater', e si riferiva in particolare alle università e alla teatralità e inconsistenza di tante loro attività.
Diceva anche che gli accademici italiani sono dei piccolo borghesi che, proprio perchè piccolo borghesi, ci tengono molto a distinguersi dai professori di scuola superiore o dai lettori delle università, un po' come i piccoli commercianti ci tengono molto a non essere confusi con i contadini. Capirai: col sistema universitario italiano basato sul merito (merito??), cioè su raccomandazioni e privilegi di famiglia, ovviamente la differenza tra insegnanti di scuola che per quanto bravi non potranno mai lavorare nelle università italiane, e loro, i docenti luminari delle accademie italiane, il divario è di certo incolmabile.
Poi vai in America e scopri anche lì che questo snobismo degli accademici italiani fa ridere i polli. Lì la familiarità tra studenti e accademici è enorme. E' quasi un unico mondo comune in cui l'interscambio tra studenti e studiosi è fluido e continuo. E questo ovviamente significa mobilità molto più dinamica tra le due sfere.
Poi ricordo che quando ho tradotto un libro di psichiatria uno psichiatra mi diceva che ancora oggi tra pratica psichiatrica e teoria molto spesso il divario è enorme. Per cui esimi studiosi continuano a scartabellare libri e a intendersene di pubblicazioni, ma magari non ne sanno molto di malati psichiatrici in carne ed ossa. Un professore italiano di cultura indiana mi ha anche detto che molti accademici italiani in questo settore sanno tutto su codici e libri di cultura indiana, ma non sono mai andati in India.
Insomma noi poveri mortali, a vedere certi comportamenti nel mondo accademico, diremmo: 'Ma questi non fanno niente di concreto, niente che valga qualcosa di reale'.
E invece no. Noi comuni mortali non cogliamo il valore di Pensiero Puro che si cela dietro questo comportamento che ci sembra quanto meno strano.
Loro pensano. Non serve a niente per la società, ma loro pensano. Che plebe ignorante, incapace di comprendere il valore del Pensiero Puro!