Andare al supermercato è, ovviamente, un atto profondamente politico.
Al supermercato uno sceglie tra prodotti ecocompatibili e non, e quindi tra chi sostiene o meno, in parlamento, scelte ecologiste.
Uno può decidere se essere equosolidale e sostenere popolazioni sfruttate dai grandi cartelli industriali, o se preferisce difendere i prodotti locali e, con essi, la linea protezionistica di certi partiti politici.
Il riso Basmati è una diavoleria da rifiutare, secondo Zaia e molti leghisti. Recente è la risposta di una parlamentare di AN che chiede di boicottare i prodotti padani, comprando al sud solo beni di consumo meridionali.
Certe supermercati, come la COOP, hanno già una certa coloritura politica, per cui suppongo che simpatizzanti di AN o della Lega non siano tra i loro clienti più affezionati.
Si possono sostenere o rifiutare, insieme al supermercato, anche certe sue iniziativie sociali o umanitarie, come progetti di sviluppo terzomondisti per cui, ad esempio la Lega, non sembra stravedere.
Si può andare al supermercato con la borsa di stoffa piuttosto che abusare nell'acquisto di borsette di plastica non ecologiche.
Si può pagare con la carta di credito di una banca etica, piuttosto che con quelle del Banco Ambrosiano che rappresenta ben note vicende politiche.
Insomma ... dimmi che spesa fai e ti dirò di che linea politica sei.