Un paio di giorni fa in un'intervista sulla Repubblica, Cacciari, sindaco di Venezia, diceva che si augurava che la questione tra Gentilini e i musulmani di Treviso fosse di ordine pubblico, e non di principio; cioè diceva che può essere giustificato non concedere momentaneamente uno spazio per la moschea se vi sono problemi pratici relativi agli edifici o al traffico. Aggiungeva che però il diritto di pregare è un sacrosanto diritto per tutti.
Spiace deludere Cacciari, ma sembra che la presa di posizione di Gentilini sia ben più ottusa di una banale questione di spazi o di edificabilità.
Vorrei citare ora le parole di Gentilini stesso, così come vengono riportate nel Corriere della Sera di mercoledì 10 settembre 2008, a pag. 6.
Si commentano da sole.
Gentilini: "Spazi agli ebrei, mai ai musulmani".
"A Treviso ci sono i Testimoni di Geova e i Battisti, e con loro non c'è alcun problema. Se venisse la comunità ebraica a chiedermi uno spazio, glielo darei subito. Ma a quella islamica mai! Non c'è alcun margine di trattativa con una confessione che esorta i seguaci all'eliminazione dell'infedele."
Forse Gentilini è rimasto ai tempi di Maometto, in cui effettivamente venivano organizzati eserciti per conquistare, come avvenne, buona parte dell'Asia, l'Africa del Nord e parte di Spagna e Italia meridionale. Ma più o meno a quell'epoca, anche i Cristiani si sono prodigati a fare proseliti con le armi, specie ai tempi delle Crociate.
Al giorno d'oggi i musulmani che arrivano qui hanno ben altre preoccupazioni che convertire gli occidentali. Sopravvivere, innanzituttto. Ma anche gli occidentali che vanno in quasi tutti i paesi musulmani non occorre che si preoccupino troppo di evitare di essere convertiti.
Sono stata un anno tra gli albanesi, quasi tutti musulmani, in Macedonia, e nessuno ha cercato di convertirmi. Sono stata anche in Egitto, e, garantisco, nessuno mi ha imposto il Corano e neanche lo Chador.
Questo, ovviamente, senza dimenticare le vere violazioni di certi diritti che avvengono in varie parti del mondo. Ma dire che gli islamici vengono in occidente e fanno la jihad per uccidere tutti quelli che non si convertono ... fa un po' ridere.
Aggiungo che la jihad, questa temutissima parola che sembra indicare islamici con il turbante e la sciabola che tagliano la testa ai cristiani che non si convertono all'Islam, in realtà vuol dire, non tanto lotta armata contro gli infedeli, ma lotta interiore contro il male; tutte le religioni distinguono tra male e bene. La jihad è questa lotta interiore contro il male, la malvagità, l'egoismo, presenti in ogni uomo. Che poi i politici (come Gentilini) nel mondo arabo, strumentalizzino il Corano per interessi di parte, succede eccome. Ma la maggior parte della gente vuole solo farsi una vita tranquilla e normale, e pregare e praticare il culto periodicamente, più o meno come i cristiani.
Ovviamente c'è il problema del terrorismo islamico. Il terrorisimo islamico, come sanno più o meno tutti quelli che hanno un minimo di cultura, non è l'Islam. Ma Gentilini sembra associare troppo questo a quello. Il terrorismo è un problema reale, ma non è una situazione di vita quotidiana, non è la religione di tutti gli islamici, la pratica normale di preghiera o di culto. Il terrorismo è un problema storico, e guarda caso, chiama in causa anche altre violenze, come la presenza ingiustificata di truppe occidentali in paesi islamici, le centinaia di migliaia di morti causati anche dall'Occidente in una guerra 'contro il terrorismo' in cui hanno pagato con la vita soprattutto gli innocenti.
Ma proseguiamo con le chicche di Gentilini:
"Musulmani buoni? Sono tutti seguaci dell'Islam e la religione islamica invita non alla conversione degli avversari ma alla loro eliminazione: sono degli infedeli. Dunque finchè alla base della loro religione ci saranno questi presupposti, non credo vi possa essere alcun margine per una trattativa nella cattolicissima Treviso"
Sembra poi invece che 'la cattolicissima Treviso', nella persona del suo più alto rappresentante, il Vescovo Mazzocato, condanni queste posizioni di Gentilini e lo inviti a concedere il diritto di pregare anche ai musulmani. Anzi il Vescovo ha accusato Gentilini di mettere addirittura in pericolo con la sua arroganza la comunità intera di Treviso.
Prosegue il Vicesindaco:
"C'è una grande differenza tra l'Islam e la religione cattolica. I nostri ministri seguono una gerarchia che comincia dal popolo; loro hanno gli imam, fanno quello che gli dicono e quando qualcuno li rimprovera alzano le braccia: 'Non possiamo opporci'. "
Oddio, volendo si potrebbe ricordare a Gentilini il dogma dell'infallibilità del Pontefice, che è tutto fuorchè democratico e che va anche contro il buon senso comune. Oppure il fatto che la gerarchia c'è anche nella Chiesa cattolica, che i dogmi sono imposizioni dottrinali a cui si può obbedire o meno, ma se non obbedisci non sei più cattolico.
Anzi, una gerarchia davvero tosta la si ha nel mondo cattolico. Perchè in realtà il mondo arabo è molto differenziato (per cui magari Gentilini potrebbe cercare di essere un po' più sottile quando parla degli islamici, anzichè fare di tutta l'erba un fascio), e non vi sono delle autorità che siano un punto di riferimento assoluto come nel mondo cattolico. E anche gli imam molto spesso sono autorità locali, non guide che dipendono da una gerarchia precisa.
Altre chicche:
"Io non mi sono mai sognato di costruire muri ma c'è un muro ideale a Treviso nei confronti di quanti vogliono occupare abusivamente il nostro territorio."
Abusivamente? I musulmani di cui si parla in questi giorni sono regolari cittadini con permeso di soggiorno, cittadini che pagano le tasse e cittadini che hanno pagato un regolare affitto per poter avere uno spazio in cui pregare."
Ancora Gentilini:
"Se venisse da me la comunità ebraica, uno spazio glielo darei subito. Qui a Treviso ci sono anche i Testimoni di Geova e i Battisti, diverse sfumature ma alla base c'è sempre il Vangelo di Cristo. E non vanno confuse con l'Islam"
Gli Ebrei però non sono d'accordo. Dice Roberto Calimani, autorevole voce della Comunità ebraica di Venezia: "L'accostamento del Vicesindaco di Treviso è quanto meno fantasioso. Negare a delle persone, di qualunque religione esse siano, un luogo dove poter pregare, è un'ingiustizia gravissima. Noi dobbiamo chiedere a tutti di rispettare le leggi del nostro Paese, ma una volta che qusta richiesta trova la giusta accoglienza è una questione di civiltà concedere uno spazio che possa essere dedicato al culto. C'è il timore che una moschea possa diventare un centro di propaganda integralista e di reclutamento? Verrà chiusa. Ma la stessa cosa non accadrebbe se a trasformarsi in luogo di sedizione fosse una chiesa o una sinagoga?"