Leggendo come si stanno evolvendo le cose a Treviso, sono delusa sia delle autorità di Treviso (non dico di Gentilini, per il quale la parola 'delusa' non è esattamente quello che esprime il mio pensiero), sia del giornale La Tribuna. Se si leggono gli articoli si capisce tra le righe cose importantissime che dovrebbero essere sottolineate, e invece passano inosservate.
Ricapitolando la vicenda: Gentilini, vice-sindaco di Treviso, non vuole permettere agli islamici di pregare in un appartamento da loro regolarmente affittato. E non ne ha il diritto.
C'è stato uno scontro: i leghisti hanno offeso i musulmani e i musulmani hanno reagito. Il leghista Fanton, che sembra dall'articolo esser andato lì proprio per rompere le scatole, ha un naso rotto. E compare in una grande foto con il naso rotto (almeno così dice l'articolo, perchè dalla foto non si vede niente di rotto). La madre della leader di un gruppo giovanile di musulmani invece riscontra un trauma al ginocchio con prognosi di dieci giorni; ma a questo non segue foto e sembra un particolare insignificante, mentre il danno sembra ben più grave di quello di Fanton ed è stato causato da Fanton stesso che, nel diverbio, ha aperto la porta della macchina colpendo la gamba della signora e facendola cadere.
Delude che non si pongano in evidenza 'dettagli' così significativi, dando l'impressione al lettore, abitualmente un po' veloce, che la vittima sia solo Fanton.
Ma la questione fondamentale resta questa: hanno o no questi poveri cristi di musulmani (ossimoro?) il diritto di pregare? Lo sancisce la Costituzione. E 'sti poveracci non possono pregare perchè gente come Gentilini non glielo permette, e perchè il prefetto, il procuratore, la polizia, le autorità non difendono il diritto dei musulmani di pregare.
Hanno paura di opporsi all'arroganza fuori-legge di un potente come Gentilini?
Lo Stato non fa il suo dovere. Lo Stato è assente (ma va', mi sembra di averla già sentita).
Questa gente ha diritto di pregare e trova solo gente come Gentilini che glielo impedisce, e nessuno che riconosca e difenda il loro diritto.
Risultato: "Gli islamici rinunciano alla moschea" (titolo a pag. 3 della Tribuna di Treviso del 4 settembre 2008).
Sottotitolo: "Delusi dall'Italia". E hanno ragione da vendere!
Si possono aggiungere altri dettagli: sulla saracinesca del locale affittato compaiono scritte molto offensive per gli islamici; la giovane leader del gruppo islamico ha ricevuto minacce di morte: "Le tue ore sono contate"; il procuratore di Treviso dice: "Non tollero altri scontri".
Resta il fatto che un diritto della Costituzione è negato ai cittadini musulmani, e nessuno tra i rappresentanti delle forze dell'ordine sembra intenzionato a garantirlo.
Invece di mandare la Digos a controllare i musulmani in preghiera, farebbero forse meglio a mandare la Digos a impedire che razzisti italiani si permettano di molestare cittadini che vogliono solo pregare.