Riporto qualche interessante pagina tratta da
Centomila punture di spillo di Carlo De Benedetti e Federico Rampini, Mondadori, Milano, 2008.
"Oggi il pubblico occidentale è sgomento di fronte alle rivelazioni che arrivano dalla Cina: la salute del consumatore, la sicurezza dei prodotti, il rispetto del copyright, ogni valore viene calpestato in nome del profitto. Reagire è legittimo, ma stupirsi è ingenuo. Solo un'amnesia storica può farci credere che le 'fabbriche dell' orrore' siano una novità." (p.89)
"La Cina - dichiara Mihm - per certi aspetti è la versione giovane di noi stessi. Se ce ne rendiamo conto, allora capiamo che il capitalismo mordi e fuggi non è un tratto del carattere nazionale cinese, né tantomeno un complotto per avvelenare noi, ma è una fase dello sviluppo. Lo chiamerei il capitalismo adolescente: scoppia di energia, è esuberante, dinamico. E come tutti gli adolescenti ha anche comportamenti folli, irresponsabili, pericolosi." (p.90)
Aggiungo, a questo confronto tra culture e epoche storiche che invita a non scandalizzarsi troppo degli 'altri', un mio post scritto in agosto 2008, in cui si legge che ciò che si dice della Cina di oggi era più o meno quello che si diceva del Giappone degli anni '30 e '40:
http://rbarazza.blogspot.com/2008/08/giappone-o-cina.html