Saturday, June 6, 2009

Vita quasi normale di una persona diversamente abile. Conversazione con MS.

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VITA QUASI NORMALE DI UNA PERSONA DIVERSAMENTE ABILE. CONVERSAZIONE CON MS.

Roberta Barazza

Una persona senza particolari difficoltà fisiche non si rende spesso conto di quante piccole quotidiane difficoltà possa incontrare una persona diversamene abile.
Questo articolo è il risultato delle conversazioni con MS, un signore di circa quarant'anni che, dopo un grave incidente in macchina, usa la sedia a rotelle.
MS è fortunato perchè può anche alzarsi e camminare autonomamente per qualche metro. La maggior parte delle persone in sedia a rotelle è completamente immobile ed è molto meno autonoma di lui.
Vediamo cosa vuol dire essere costretti alla sedia a rotelle.
La casa in cui si vive deve avere arredamento e attrezzature adatte all'handicap.
Quando arriva a casa, di solito MS lascia la carrozzina fuori della porta. La sua casa ha le pareti del tutto sgombre perchè MS ha bisogno di appoggiarsi alle pareti. Può muoversi per qualche metro, ma poi deve sedersi o sdraiarsi, prima di rialzarsi.

Il bagno deve poter essere usato da una persona che non può stare in piedi. La doccia o i lavandini devono essere alla portata di una persona seduta.
Una persona che può muoversi solo in carrozzina non può stare in casa da solo. Ha bisogno di qualcuno che, ad esempio, lo sposti dalla sedia a rotelle al bagno o al letto. Se non si ha una corporatura molto forte e non si riesce a far leva sulle proprie braccia, è necessaria la presenza di altre persone.
Molto spesso le persone diversamente abili ricevono l'aiuto di assistenti incaricati dal comune o da istituzioni sanitarie. Vengono in casa a portare la spesa o i pasti preparati, o ad aiutare a lavarsi o a riordinare la casa.
Esiste una macchina, l'elevatore, molto utile per chi è incapace di muoversi. E' una specie di piccola gru a cui il malato si lega con corde e fasce. Una volta azionato, l'elevatore solleva la persona, la sposta e la fa poi scendere da qualche altra parte.

Questa macchina non è molto diffusa. Costa molto e a volte non la si trova neanche negli ospedali. Negli ospedali non servirebbe troppo, in realtà, perché lì vi sono sempre persone che possono aiutare a compiere movimenti, ma se si vive soli contribuirebbe molto all'autonomia della persona.
Molto spesso le istituzioni comunali o statali aiutano a sostenere le spese per il riadattamento di una casa per portatori di handicap. Le spese possono essere detratte dalle imposte. Se una persona si compra una casa attrezzata per handicap, gli enti pubblici aiutano a pagare le spese in più rispetto ad una casa normale.
Un altro elemento importante è l'ascensore. Non tutti i condomini hanno ascensori abbastanza grandi da far entrare una sedia a rotelle. Ora tutte le abitazioni devono essere costruite secondo queste norma, ma fino a pochi decenni fa non vi era quest'obbligo.
MS racconta che, subito dopo l'incidente che gli è costato vari mesi di coma e la parziale invalidità, era costretto a chiamare il taxi per spostarsi da un luogo all'altro. Non sapendo ancora come organizzarsi, nei primi mesi di invalidità spendeva quasi l'intero stipendio in taxi.
Adesso MS ha la patente speciale Bs. Molti portatori di handicap possono avere la patente perchè vi sono macchine costruite in modo tale che freni o marce siano azionabili con le mani anzichè con i piedi.
MS racconta che quando stava conseguendo la patente Bs, aveva conosciuto una ragazza completamente paralizzata dalla vita ai piedi. Anche lei ha potuto avere la patente. Aveva grande determinazione e anche molta forza fisica nelle braccia e, nonostante la paralisi totale degli arti inferiori, riusciva da sola a spostarsi dalla sedia a rotelle alla macchina o ad altri luoghi.
Il problema del trasporto è uno dei più importanti per una persona costretta all'immobilità.
Prendere bus o treni è quasi impossibile in Italia. Non lo è in altri paesi del nord Europa, dove vi è maggiore attenzione all'handicap.
Nelle città pochissimi sono gli autobus forniti di una pedana apposita per chi deve salire con la sedia a rotelle. Il massimo che si può pretendere è che l'autista gentilmente aiuti la persona con handicap. E' tenuto a farlo, ma sono situazioni del tutto sporadiche.

Le porte dei treni, in certi paesi del nord Europa, scendono fino a terra per permettere l'entrata o l'uscita dei passeggeri. Non è così in Italia, dove chi sale o scende deve passare qualche gradino. Nelle metropolitane vi è questa possibilità, non nei treni normali. Ma una persona in sedia a rotelle può addentrarsi facilmente in una metropolitana? Se non ci sono ovunque ascensori sembra piuttosto problematico anche lì.
A volte neanche nelle stazioni più grandi d'Italia ci sono ascensori: a Mestre, ad esempio, stazione situata a pochi km da Venezia e nodo ferroviario importantissimo per tutto il nord d'Italia, non ci sono ascensori; i passeggeri devono trascinare i bagagli su e giù per le scale se vogliono raggiungere uno dei dieci binari della stazione. A volte in Italia non ci sono servizi essenziali neanche per chi non ha problemi a muoversi. Per i portatori di handicap i problemi possono diventare insormontabili.
Nelle scale di certi luoghi pubblici sono installati scorrimano meccanici che aiutano a spostare le valigie, ad esempio.
Esistono anche simili strutture appositamente costruite per le sedie a rotelle. Aiuterebbero molto, ma sono ancora molto rare.
Chiedo a MS quali sono le difficoltà che si possono incontrare nel posto di lavoro.
Mi spiega che tutte le ditte di medie o grandi dimensioni sono obbligate ad assumere almeno un portatore di handicap ogni dieci lavoratori. Per questo la ditta deve avere anche le attrezzature necessarie per permettere a tutti una vita normale: i bagni, ad esempio, devono essere adatti ai portatori di handicap; gli ascensori devono rispettare le norme apposite, bar o caffè devono essere raggiungibili da chi si muove con difficoltà.
Chiedo a MS se gli è mai capitato qualche grave inconveniente come, ad esempio, un black-out. Dice di no, ma non occorrono i black-out per complicare la vita: è sufficiente, ad esempio, che l'ascensore di casa sia momentaneamente fuori servizio e si rimane bloccati fuori della propria abitazione.

Può sembrare una sciocchezza, ma per una persona in sedia a rotelle, anche spedire una lettera è un problema perchè le cassette delle lettere non sono abbastanza basse.
Per non parlare delle cabine telefoniche: non vi si può entrare con la sedia a rotelle; la cornetta è troppo alta; non si riesce a infilare le monetine o la scheda telefonica, nè tantomeno comporre il numero. E' vero che esistono in poche aree della città alcune cabine telefoniche speciali, ma son talmente poche che il malcapitato dovrebbe percorrere mezza città ogni volta che gli serve una cabina attrezzata per l'handicap.
Altre difficoltà sono, semplicemente, le strade dissestate, o i marciapiedi che non sempre hanno piccole rampe per far salire una sedia a rotelle. Ci si può forse rendere conto di tali difficoltà quando si cammina con una grande valigia con rotelle. Quante volte siamo costretti a sollevare la valigia piuttosto che continuare il percorso senza interruzioni? Quante volte abbiamo rotto le rotelle perchè le strade sono piene di irregolarità?
Anche la pioggia complica la vita: MS ammette di non aver mai visto sedie a rotelle con coperture in caso di maltempo; si deve usare copricapi o ombrelli.
Qualche tempo fa una studentessa spagnola in sedia a rotelle che doveva passare qualche mese all'università di Bologna, si lamentava, ai microfoni del TGR, delle pochissime attrezzatture a disposizione dei portatori di handicap. Raccontava che, per lei, era stato molto difficile poter frequentare i corsi all'università perchè, ovunque, i percorsi erano un grande ostacolo: ascensori, pedane insufficienti, scale non adatte a portatori di handicap. Per poter frequentare dei corsi è stata costretta a chiedere ai vari professori di spostare le lezioni al piano terra. I piani superiori non erano accessibili.
Figuriamoci se uno vuole anche solo andare ad una conferenza, ad una mostra d'arte o ad un incontro: deve sempre informarsi se le attrezzatture permettono l'accesso ai diversamente abili, e, probabilmente, dovrà rinunciare a una grande parte delle iniziative.

Mi spiega MS che, se si vuole andare al cinema, bisogna sempre telefonare prima. Se i locali sono accessibili, di solito i posti riservati a chi è in sedia a rotelle sono o vicini al palcoscenico, qundi a piano terra per evitare le scale, o nel loggione in alto, raggiungibile in ascensore, dove vi è uno spazio più vasto per sistemare una sedia a rotelle.
Se si vuole andare allo stadio ci sono entrate e spazi appositi per guardare la partita.
MS non ha mai preso l'aereo dopo l'incidente, ma mi dice che in aeroporto vi sono addetti tenuti a garantire ai portatori di handicap un percorso senza troppe difficoltà fino all'aereo. Sarà. Ogni volta che prendo l'aereo, io salgo in cabina di volo tramite una scala normale; non ho mai visto rampe lisce di accesso. Ho notato comunque che, quando si compra un biglietto in internet, si è tenuti ad indicare eventuali problemi fisici.
E fare acquisti? Mi risponde MS che andare nei negozi comuni è piuttosto problematico: sono di solito piccoli, senza rampe e non attrezzati per l'handicap. Conviene frequentare i grandi centri commerciali, più accessibili da questo punto di vista.
Anche andare semplicemente al bar è un'impresa. In quasi tutti i bar, racconta MS, si può entrare solo salendo qualche gradino; non vi sono quasi mai bagni per portatori di handicap; il banco del barista è di solito troppo alto per chi è costretto a star seduto. MS ormai c'ha rinunciato: ha sempre trovato molto difficile andare, semplicemente, a prendersi un caffé con gli amici.
Qualche altro particolare: le spiagge. Praticamente impossibile muovere la sedia a rotelle nella sabbia.
Le scale mobili: quelle piatte sono frequentabili; quelle a gradini inaccessibili.
Le palestre sono di solito ben attrezzate per i portatori di handicap; hanno strumenti e percorsi facilmente raggiungibili.
Molte cose sono cambiate negli ultimi anni. C'è molta più attenzione a questi problemi, ma molto c'è ancora da fare per rendere la vita più semplice a chi non si muove facilmente. E non è solo un problema di strutture: comunicare o far amicizia, per queste persone, è spesso più difficile a causa della diffidenza e della paura di chi non conosce questi problemi.