Saturday, October 31, 2009

Israeliani e Palestinesi

Riporto un brano tratto dall'intervista di Repubblica del 19 ottobre al Re Abdallah di Giordania sulla questione palestinese. Mi sembra tocchi un punto centrale del problema.
L'intervista è di Nicola Lombardozzi e Alex Van Buren.

Dice il Re di Giordania:
"Il Presidente Obama aveva chiesto subito di risolvere il conflitto israelo-palestinese. Credevo in una svolta decisiva già all'inizio dell'estate, nell'avvio di un vero negoziato di pace all'ONU. Eppure, il nodo delle colonie israeliane, illegali per la comunità internazionale, resta centrale. Tutti chiediamo un congelamento, anche temporaneo, giusto per far decollare le trattative. Se Israele davvero crede nella formula dei due Stati, sa bene che le colonie nelle terre palestinesi diverrebbero proprietà palestinese. Fermarle sarebbe una prova della sua sincerità. Infatti, la domanda oggi più ripetuta nel mondo arabo è questa: Israele vuole davvero la pace?"
(grassetto mio, RB)

Thursday, October 29, 2009

"Italians" di Giovanni Veronesi

Gli stereotipi son duri a morire! Ammesso che si tratti solo di stereotipi.
Il film di Veronesi "Italians", con Verdone, Castellito e Scamarcio, presenta la solita immagine degli italiani: furbi, un po' imbroglioni e persino ladri, puttanieri ... ma di buon cuore.
E' un film simpatico, ma sembra che dai tempi di Garibaldi, e anche prima, questa sia ancora l'immagine che gli italiani danno di sé in giro per il mondo.

Wednesday, October 28, 2009

"Heimat" di Edgar Reitz

Quando si dice "serial" in Italia, se non si pensa subito ad un killer maniaco, viene in mente una serie di episodi televisivi che, di solito, fanno rima con soap opera o telenovelas: insomma, cose che piacciono al grande pubblico, ma che sono piuttosto disprezzate da chi ha un po' di cultura.
Chissà se anche in Germania questo termine ha una connotazione un po' negativa. Se ce l'ha, comunque, la serie di episodi "Heimat" di Reitz fa eccezione di certo.
Mi sono vista tutti d'un fiato gli 11 episodi del primo "Heimat", e mi sono piaciuti molto: la storia di una famiglia tedesca di Schabbach, dall'inizio del '900 fino agli anni '80, è l'occasione per ripercorrere la Storia della Germania del '900. Episodi coinvolgenti e intelligenti. Unico punto debole, non nel senso del valore dei film, ma nel senso di una divergenza di opinioni sulla concezione della vita: sembra che abbiano ragione, alla fine, coloro che restano nel paese, coloro che non si allontanano troppo.
Contano un po' troppo le proprie origini. Paul, l'Americano, alla fine ammette di essere uno sconfitto anche se è diventato un imprenditore miliardario, perché ha trascurato, possiamo quasi dire, Kinder, Kueche und Kirche. Anche Hermann, compositore di livello internazionale, dichiara, di aver abbandonato troppo il suo paese e le sue radici, e di non aver, quindi, capito molto di ciò che vale nella vita. Contano un po' troppo Blut und Land. Ma in fondo il film finisce negli anni '80, e anche quelli che erano progressisti ai quei tempi ora, forse, appaiono già conservatori.

Far capire agli studenti italiani le difficoltà dei loro compagni straneri. Qualche metodo.

Dicono, giustamente, che noi insegnanti, e non solo, dovremmo aiutare gli studenti a capire gli altri, gli stranieri, le culture diverse, le difficoltà delle altre persone.
In una classe in cui ho insegnato, mi è capitato che i ragazzini italiani ridacchiassero delle difficoltà dei loro compagni stranieri. Sentivo commenti del tipo: "Non capisce niente", "Non sa neanche parlare l'italiano", "Finge di non capire per non studiare", e simile chicche. Tali commenti erano rivolti a ragazzini, in Italia da poco, visibilmente in grandi difficoltà con la lingua, figuriamoci con i contenuti delle varie materie. Venivano umiliati spudoratamente.
Allora ho pensato di "aiutare" i fanciulli italiani a capire le difficoltà dei loro coetanei stranieri che non conoscono la lingua, non possono capire le lezioni, non possono fare i compiti, si vedono costantemente con ovvi brutti voti, non si relazionano agli altri per difficoltà a comunicare.
Noi insegnanti di lingue possiamo facilmente "aiutare" i cari pargoli italiani a capire questo problema parlando solo in lingua straniera: ignorare i messaggi in italiano, pretendere solo comunicazione in lingua, non semplificare troppo la comunicazione, non impietosirsi quando li vedi persi ...
Ho fatto anch'io questi esperimenti, di educazione civica, più che di lingua e letteratura inglese, e mi sembrano molto validi. I ragazzi si arrabbiavano perchè capivano molto poco, pretendevano un aiuto in italiano, non seguivano perché troppo difficile.
Non avranno forse capito molti contenuti della lezione, ma avranno imparato a non snobbare le difficoltà altrui.

Sunday, October 25, 2009

Bravo, Marrazzo: dimissioni opportune. E quelle di Berlusconi?

Solidarietà al 'farabutto' di Lovanio

(Da La Repubblica del 25 novembre 2009)

http://www.repubblica.it/2009/09/sezioni/politica/berlusconi-divorzio-30/lovanio-finestra/lovanio-finestra.html

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Abitano a Lovanio ed espongono alla finestra della cucina le dieci domande di Repubblica
"Ci sono pressioni esagerate. Il Console ci ha chiesto di toglierle, offendono lo Stato"

In Belgio la resistenza di un "farabutto"
"La mia finestra non è a disposizione"

Nel collage anche la foto di Berlusconi con Obama e consorte
di CARMINE SAVIANO


Leggono, ritagliano e incollano. Spulciano i giornali alla ricerca di notizie sullo loro cara Italia. A Lovanio, vicino Bruxelles, per la famiglia Caprioli raccogliere informazioni sul Bel Paese è un tenue collegamento agli affetti, alle origini. Sono ristoratori e acquistano i giornali italiani che vengono pubblicati. E, ultimamente, restano colpiti dalle dieci domande di Repubblica al Premier. Decidono, con materiali raccolti anche da Repubblica.it, di fare un bel collage. Per qualche mese i Caprioli continuano: leggono, ritagliano e incollano. Ed espongono. Sì, perchè alla finestra della cucina di casa loro (non del ristorante), sulla strada principale di Lovanio, in Belgio, sono incollati, ben visibili ai passanti, le dieci domande di Repubblica.

Ma "c'è un problema". La famiglia Caprioli abita nello stesso stabile del Consolato Italiano a Lovanio. E, un bel giorno, l'esercizio filologico familiare viene notato da un non meglio specificato senatore del Pdl che passa lì per caso. Apriti cielo. Se "farabutti" e "sovversivi" possono essere tollerati in patria, all'estero no: fuori dai confini non hanno diritto di cittadinanza.

"Martedì ho ricevuto una telefonata dal console onorario, Fabrizio di Gianni" dice a Repubblica.it Giuseppe Caprioli, il pater familias. "Il console mi dice che c'è un problema con quel collage, con le domande di Repubblica, e mi chiede di toglierle". Ma Giuseppe Caprioli non ci sta. Già diverse volte ha esposto dalla finestra della sua cucina ritagli di giornale su altri argomenti legati al nostro Paese e "non c'è mai stato nessun problema".

La storia non finisce lì. Il giorno dopo a Caprioli arriva la telefonata del console italiano a Bruxelles. "Una telefonata abbastanza dura, nella quale mi dice che non può tollerare che ci siano offese allo Stato italiano proprio nel palazzo del consolato e che arrivano molte sollecitazioni dal ministero degli Esteri". Ma Caprioli non demorde. "Quali offese? Le dieci domande di Repubblica non sono offese allo Stato, sono, appunto, dieci domade rivolte a Berlusconi". Le domande restano in bella mostra, "é una questione di principio".

Per il Console onorario a Lovanio, Fabrizio Di Gianni, è invece una questione di contiguità: "Dopo molte lettere e segnalazioni ricevute da cittadini italiani di passaggio, ho fatto notare con gentilezza a Caprioli che data la vicinanza tra l'ufficio del consolato e la sua abitazione, forse era meglio spostare il collage. Ma la libertà d'espressione della persona è intangibile". Di Gianni non nega che tra le segnalazioni ci sia stata anche quella di un senatore e aggiunge di aver fatto aggiungere nell'atrio un cartello in cui il consolato prende le distanze da qualunque collage appeso alle finestre circostanti: "La libertà dell'amico Caprioli è comunque intangibile" conclude.

E, infatti, Caprioli non demorde. Ma non demordono nemmeno gli altri. Iniziano ad arrivare telefonate, "pressioni da tutte le parti, amici che mi dicono di essere stati chiamati per intercedere". Ma non se ne parla, "la mia famiglia resiste". Le domande restano.

Giuseppe Caprioli si arma di codice civile, carta e penna e scrive al Console italiano. "Mica possono fare qualcosa. Mica possono far togliere con la forza i ritagli di giornale che ho incollato", e ancora: "La cucina è mia, mica del consolato onorario di Lovanio". Una resistenza suffragata dalle consuetudini della città belga. "Quì è quasi un'usanza. Tutti mettono alle loro finestre ritagli di giornale, poster e quant'altro". Libera finestra in libera Lovanio. Per questo Giuseppe continua a scrivere e a difendere la propria posizione. E si avvale dell'informatica e dei social network, Facebook innanzitutto. Crea un gruppo dove mette le foto della finestra della sua cucina, "Finestra non a disposizione", e scrive ai giornali.

"La nostra è una famiglia di onesti lavoratori che amano l'Italia e che si vergognano di essere rappresentati dall'attuale primo ministro". Una questione di principio. E dopotutto "può un presidente del Consiglio che ha tutto chiedere anche la finestra della nostra cucina?". No, non può.
© Riproduzione riservata (24 ottobre 2009)

http://www.repubblica.it/2009/09/sezioni/politica/berlusconi-divorzio-30/lovanio-finestra/lovanio-finestra.html

Monday, October 19, 2009

"Cento chiodi" di Ermanno Olmi

Bellissimo "Cento chiodi" di Ermanno Olmi.
Temi per me significativi: anch'io non ho più voluto frequentare le università italiane perché mi sembravano più attente ai libri che alle persone.
Anch'io me ne sono andata da Bologna e vivo ora in un Polesine che mi ha ha colpito e attratto fin dall'inizio per una dimensione più lenta e calma della vita.

Saturday, October 17, 2009

E' qui l'America?

Chi l'ha detto che in Italia non ci sono opportunità per tutti? Al contrario: chiunque può diventare persino ministro, senza sapere né leggere e né scrivere, come si suol dire. A tal fine, però, sembra importante, più che lavorare sodo e avere grandi obiettivi, adattarsi al clima di mercificazione generale e di partitocrazia.

Wednesday, October 14, 2009

Monday, October 12, 2009

Le battute dei miei alunni.

Simpatici i miei piccoli alunni delle medie.

Ho voluto sapere, in una prima media, quali professioni i ragazzi pensavano di fare da grandi.
Uno mi ha risposto: "Voglio fare il cuoco a Parigi!"
Gli ho chiesto se aveva visto 'Ratatouille"; mi ha risposto affermativamente.
Potere dei media!

Erano i giorni della parata degli alpini a Rovigo.
Durante una lezione in una prima media indossavo una camicia a quadri un po' folk.
Un mio alunno mi chiede: "S'è messa la camicia degli alpini?"

Sono in una prima media. Si mette a piovere e a grandinare. I miei alunni, felici, si precipitano alla finestra e osservano, emozionati, il paesaggio, esprimendo la loro curiosità anche ad alta voce.
Io, in teoria, da brava professoressa con la penna rossa, avrei dovuto richiamarli e dirgli di tornare al banco. Dopo un po' l'ho anche fatto. Ma come si fa a bloccare una curiosità così entusiasta, cosa che gli adulti, per loro limite, non son più capaci di provare?
In una struttura scolastica bisogna dir loro di tornare al posto. Se fossi io la sola autorità nella scuola, li avrei lasciati un po' ad incantarsi dinanzi al temporale che stava per venire.

Sunday, October 11, 2009

"Bordertown" di Gregory Nava

Niente male anche questo film.

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Da http://it.wikipedia.org/wiki/Bordertown

'Bordertown' è un film di produzione americana e britannica uscito il 23 febbraio 2007 nella sale cinematografiche italiane, scritto e diretto da Gregory Nava. Le star del film sono: Jennifer Lopez (anche produttrice), Antonio Banderas e Martin Sheen. Il film narra la vera storia di numerose donne assassinate in Ciudad Juarez e di una repoter americana mandata sul posto dal suo giornale per redigere informazioni.

Saturday, October 10, 2009

Anno di prova

Quando si entra in ruolo nelle scuole medie e superiori italiane è indispensabile lavorarci nel primo anno di prova. Poi c'è una buona libertà di muoversi, mantenendo il posto, chiedendo l'aspettativa. Questo è il mio anno di prova. Inutile dire che non vedo l'ora di tornare all'estero.

"Si può fare" di Giulio Manfredonia.

Film fortemente consigliato:

"Si può fare" di Giulio Manfredonia

(traduzione in americano: "Yes, we can")


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(Recensione di Tirza Bonifazi Tognazzi)

http://www.mymovies.it/dizionario/recensione.asp?id=56263

Milano, primi anni '80. Nello è un sindacalista dalle idee troppo avanzate per il suo tempo. Ritenuto scomodo all'interno del sindacato viene allontanato e "retrocesso" al ruolo di direttore della Cooperativa 180, un'associazione di malati di mente liberati dalla legge Basaglia e impegnati in (inutili) attività assistenziali. Trovandosi a stretto contatto con i suoi nuovi dipendenti e scovate in ognuno di loro delle potenzialità, decide di umanizzarli coinvolgendoli in un lavoro di squadra. Andando contro lo scetticismo del medico psichiatra che li ha in cura, Nello integra nel mercato i soci della Cooperativa con un'attività innovativa e produttiva.
"La follia è una condizione umana" dichiarava Basaglia, psichiatra. "In noi la follia esiste ed è presente come lo è la ragione. Il problema è che la società, per dirsi civile, dovrebbe accettare tanto la ragione quanto la follia, invece incarica una scienza, la psichiatria, di tradurre la follia in malattia allo scopo di eliminarla". Prima dell'introduzione in Italia della "legge 180/78", detta anche legge Basaglia, i manicomi erano spazi di contenimento fisico dove venivano utilizzati metodi sperimentali di ogni tipo, dall'elettroshock alla malarioterapia. Il film di Giulio Manfredonia si colloca proprio negli anni in cui venivano chiusi i primi ospedali psichiatrici e s'incarica di raccontare un mondo che il cinema frequenta raramente, non tanto quello trito e ritrito della follia, quanto quello dei confini allargati in una società impreparata ad accoglierne gli adepti. Attenzione però. Il regista evita accuratamente qualunque tipo di enfasi, sfiorando appena la drammaticità senza spettacolarizzarla, in favore di un impianto arioso, ridente, talvolta comico, letiziando lo spettatore con una commedia (umana) che diverte e allo stesso tempo fa riflettere.

Obama Nobel per la Pace

Da La Repubblica di sabato 10 ottobre 2009.


Obama Nobel per la Pace.
"Wow, non so se me lo merito"

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Non ancora, anche se le impressioni son buone. E' un Premio Nobel sulla fiducia. Congratulazioni e tanti auguri! Tutti speriamo che il futuro prossimo dimostri che lo ha davvero meritato (ndr).

Wednesday, October 7, 2009

Industria delle armi. Una delle ragioni per restare in Afganistan?

Da Il Venerdì di Repubblica del 25 settembre 2009.

Informatica nelle scuole? Non ci sono ancora i professori.

In teoria l'informatica è diventata una materia obbligatoria nelle scuole medie e superiori in Italia, anzi l'attuale Ministro dell'Istruzione enfatizza l'importanza recentemente attribuita a informatica e inglese.
In realtà non vi sono insegnanti di informatica e non si insegna, nelle medie almeno, informatica.
In molte scuole medie si risolve il problema facendo informatica nelle ore di tecnologia, altrimenti la scuola è costretta a fare un corso di informatica extra-curriculare.
Molti professori di tecnologia (ai miei tempi c'era la materia educazione tecnica) sono professori che possono saperne qualcosa di informatica, così come ne sanno qualcosa quelli di lettere o di inglese o di educazione fisica. Non sono esperti di informatica, e non lo si può pretendere: molti di loro si sono laureati quando ancora non vi erano i computer in Italia.
Occorrerebbero professori di informatica.
Credo che il ministero dovrebbe organizzare meglio la faccenda:
o si distingue tra tecnologia e informatica,
o si fanno corsi extra,
o ci si accontenta di lezioni di informatica alla meno peggio.

Tuesday, October 6, 2009

Bloccare il Lodo Alfano

Cosa possiamo fare noi cittadini questa notte per bloccare l'approvazione del Lodo Alfano? Una penitenza? Un voto a Santa Rita? Se serve ...


Da 'La Repubblica' del 6 ottobre 2009

http://www.repubblica.it/2009/10/sezioni/politica/giustizia-12/alfano-consulta/alfano-consulta.html


Ghedini: "La legge è uguale per tutti, non la sua applicazione"
La Consulta non ammette l'intervento della procura di Milano

Lodo Alfano, seduta sospesa
aggiornata la camera di consiglio


Lodo Alfano, seduta sospesa aggiornata la camera di consiglio

Gli avvocati Piero Longo e Gaetano Pecorella

ROMA - "La legge è uguale per tutti, ma non necessariamente lo è la sua applicazione", "Il premier non è 'primus inter pares' come vuole la tradizione liberale, ma 'primus super pares'". Le nuove definizioni giuridiche di Niccolò Ghedini e Gaetano Pecorella, rappresentanti legali del governo davanti alla Corte Costituzionale dove oggi è iniziato il dibattimento sulla legge che vieta i processi alle maggiori cariche dello Stato. I giudici costituzionali dopo aver sentito le parti si sono chiusi in camera di consiglio e, dopo due ore di lavoro, hanno rinviato a domani. Dunque per oggi non ci sarà l'attesa decisione.

La Consulta si è riunita al completo, con tutti e 15 i giudici. L'udienza si è aperta con un minuto di silenzio per i morti dell'alluvione a Messina. Il presidente della Corte, Francesco Amirante, ha subito passato la parola al giudice relatore, Franco Gallo, per riassumere i motivi dei tre ricorsi contro la legge che sospende i processi contro le quattro più alte cariche dello stato.

Nel frattempo televisione e fotografi sono stati fatti uscire dalla sala. Dopo una sospensione di 45 minuti, i giudici hanno deciso di non ammettere l'intervento della Procura di Milano, che non sarebbe titolata a intervenire in giudizio come parte. "Vedo negativamente l'inammissibilità", ha dichiarato l'avvocato dei pm milanesi, Alessandro Pace, "apre spiragli alla non accettazione dei ricorsi contro il lodo Alfano".