Saturday, June 27, 2009

The Slovak Spectator: Slovakia to lose its Special Court


Quando ero a Bratislava, all'inizio di giugno, mi ha colpito un articolo di 'The Slovak Spectator', intitolato 'Slovakia to lose its Special Court'.
Il Tribunale Speciale di cui si parla è una corte di giustizia diversa dal tribunale comune, creata nel 2004 per reati particolarmente gravi come la corruzione o gravi delitti da parte di privati o enti pubblici.
Ha risolto questioni importanti mandando in galera, tra gli altri, un ex-sindaco, un arbitro sportivo corrotto e feroci gangster della malavita slovacca.
Ora hanno deciso di abolirla perché, dicono, costa troppo, perché ha poteri così speciali da scntrarsi con la costituzione, o forse perché, dice chi avversa questa scelta insieme alla maggior parte dei rappresentanti dei paesi occidentali, ha toccato in alto poteri troppo forti, così forti che ne hanno potuto decidere la chiusura.

Friday, June 26, 2009

'Michael Clayton' di Tony Gilroy.

Mi è piaciuto molto il film 'Michael Clayton' di Tony Gilroy, con George Clooney.
Un avvocato lavora per una multinazionale finché scopre che la ditta è colpevole di gravi reati.
Nonostante le difficoltà economiche, decide che denunciare la verità vale più del guadagno.

Sunday, June 21, 2009

Il Bel (?!) Paese

Italia. Un Presidente del Consiglio che ha una fretta sospetta di far approvare nuove leggi per limitare le intercettazioni telefoniche (personali?) e che vorrebbe, dichiaratamente, imbavagliare la stampa perchè organizza complotti contro di lui (sic).

Giovani belle donne che entrano in politica perché, parole del Premier, sono molto belle.

Lo stesso Presidente del Consiglio che si mostra insolitamente generoso con ragazzine avvenenti, star e veline, escort e accompagnatrici, tanto da pagare (come si pagano le prostitute) la loro presenza nelle sue ville private.

Un Presidente del Consiglio che continua ad avere un buon successo tra gli italiani.

Un paese in cui lo stalking, scoperta recente della giurisprudenza italiana, sembra più la regola che l'eccezione, e in cui la polizia non è troppo interessata ad indagare questi reati perché, ufficialmente, è difficile identificare gli stalker, ma in realtà perché il machismo in Italia è ancora troppo radicato, anche tra chi rappresenta la legge.

Un paese in cui una donna un po' attraente è costretta a sentire, quando passa tra la gente, solo volgarità o discorsi da bordello, e in cui una 'deve starci' a priori altrimenti è vista come una disadattata e un'asociale.

E tipi strani, in Italia, che vanno sempre in giro con un giornale davanti agli occhi perché trovano questo paese e i suoi abitanti, letteralmente, inguardabili, per i motivi sopra riportati.
Che ci vedano, in realtà, nonostante il giornale sugli occhi, meglio di altri?

Friday, June 19, 2009

'Storie di emigranti' di Roberta Barazza

Al link

http://ilmiolibro.kataweb.it/schedalibro.asp?id=258937
(oppure www.ilmiolibro.it - in 'cerca' scrivere 'Roberta Barazza')

il mio nuovo libro

Storie di emigranti.
Viaggi incredibili, per poter vivere dignitosamente.


'In questo libro ho raccontato alcune incredibili storie vere di stranieri giunti in Italia con la sola speranza di vivere in modo normale, lontano dalla povertà, la violenza e le ingiustizie subite nei loro paesi. In appendice una serie di articoli e documenti aiutano a capire le drammatiche situazioni da loro vissute.'

I protagonisti sono giovani conosciuti a Bologna. Gli sono molto grata per avermi raccontato la loro storia.

Tuesday, June 16, 2009

"Il ritorno di Cagliostro", film di Ciprì e Maresco

Se si vuol avere un'idea (raccapricciante) di com'era la società italiana alla fine degli anni '40, si veda il film "Il ritorno di Cagliostro" di Ciprì e Maresco.

Nuove elezioni in Iran

Che ci siano stati brogli elettorali nelle recenti elezioni in Iran, sembra piuttosto scontato.
Ahmadinejad propone di ricontare le schede elettorali.
E' pochino.
Ho letto, in un articolo tratto dal New York Times, che i brogli erano possibili anche in altri modi, oltre al conteggio falsato delle schede.
Il numero del candidato progressista Moussavi nelle schede era 4, e quello di Ahmadinejad 44; mettere un 4 davanti al primo 4 sarebbe stato, dunque, piuttosto facile.
Come dice Moussavi, solo una nuova elezione, trasparente questa volta, può risolvere il problema.

Sunday, June 14, 2009

'La spia che andò al fresco' di Odifreddi

Avevo sentito del capitolo 'La spia che andò al fresco' del libro di Odifreddi "La Repubblica dei numeri", Raffaello Cortina Edizioni.

Ho preso il libro perché mi incuriosiva, appunto, quel che gli era successo in Siberia negli anni '90.

Odifreddi era andato in Russia ad insegnare matematica in un'università della Siberia. Non per punizione; aveva vinto un importante premio per matematici.
Sapeva che non era permesso cambiare dollari, ma l'ha fatto ugualmente, pensando che non sarebbe stato così grave. E invece per questo è finito in galera.
Rischiava addirittura una decina d'anni, ma aver cambiato dollari sembra essere stato solo un pretesto per mandare al fresco un italiano famoso, accusarlo di spionaggio, e ottenere dal governo italiano, in cambio del suo rilascio, la scarcerazione di spie sovietiche detenute in Italia. Per la sua liberazione è dovuto intervenire il Presidente Pertini.

Liceo musicale, matematica e inglese.

Molto positiva la nascita del liceo musicale in Italia. Anzi, forse, ancora non del tutto sufficiente. Forse meglio mettere musica anche in altre scuole.

L'Italia è un paese con una tradizione musicale tra le più ricche, e con un insegnamento della musica nella scuola tra i più scarsi.
Nel libro "La Repubblica dei numeri", Raffaello Cortina Editore, nel capitolo 'La spia che andò al freddo', Odifreddi dice che una cosa i russi sanno che noi italiani non sappiamo: leggere le note.
In Italia solo uno specialista sa leggere le note, oppure un bambino nei tre anni di scuola media in cui la musica è obbligatoria. Dal primo anno delle superiori, invece, comincia a dimenticarsele.

Sembra che il pacchetto Gelmini potenzi la conoscenza della matematica e dell'inglese.
Non so se è bene o male (cioè se altre materie verranno penalizzate), ma so che se io volessi ottenere l'abilitazione all'insegnamento nelle scuole secondarie in UK, devo dimostrare un'ottima conoscenza, oltre che della materia che insegnerei, di due materie, valide per qualsiasi abilitazione: inglese e matematica.

Tuesday, June 9, 2009

Regole vaghe nelle scuole italiane

In una delle scuole in cui ho insegnato c'erano regole troppo vaghe per l'attibuzione dei voti.
Non si tratta di considerare se uno è partecipe o molto partecipe, se dimostra interesse o non molto interesse, cioè quelle sfumature piuttosto opinabili che, giustamente, dipendono dall'osservazione degli insegnanti e su cui è difficile stendere griglie precise di valutazione.
Mi riferisco piuttosto ai dati oggettivi della frequenza, del numero di compiti, dei periodi entro cui devono pervenire le prove.
Se nel primo caso è comprensibile che le valutazioni siano un po' vaghe e poco oggettive, nel secondo credo sia importante che una scuola abbia regole abbastanza precise e che gli alunni stessi ricevano al momento dell'iscrizione l'elenco delle regole essenziali da rispettare per ottenere i titoli in una certa scuola. Altrimenti finisce che una persona che in tutto un anno si è presentata solo tre volte e che in una di quelle volte ha fatto un compito sufficiente, ottiene la sufficienza a fine anno.

Criteri per la valutazione della condotta

In uno degli ultimi consigli di classe mi ha un po' sorpreso il criterio con cui vari colleghi considerano virtuoso il comportamento degli alunni.
In una classe ci sono alunni molto bravi: alcuni sono buonissimi, silenziosi, attenti e ligi al dovere; altri sono molto interessati ma anche molto partecipi: intervengono spesso e dicono sempre la loro.
Mi ha un po' colpito che i colleghi considerino da 10 il primo comportamento, e non da 10 il secondo. Ho avuto l'impressione che si considerino molto virtuosi gli alunni che non disturbano, mentre quelli che intervengono spesso, ma sempre per partecipare alla lezione e dire la propria opinione, fossero visti come meno virtuosi perchè un po' rompiscatole.
Mi sembra una visione un po' pre-sessantottina.

Saturday, June 6, 2009

Vita quasi normale di una persona diversamente abile. Conversazione con MS.

http://www.luigiboschi.it/?q=node/23725

VITA QUASI NORMALE DI UNA PERSONA DIVERSAMENTE ABILE. CONVERSAZIONE CON MS.

Roberta Barazza

Una persona senza particolari difficoltà fisiche non si rende spesso conto di quante piccole quotidiane difficoltà possa incontrare una persona diversamene abile.
Questo articolo è il risultato delle conversazioni con MS, un signore di circa quarant'anni che, dopo un grave incidente in macchina, usa la sedia a rotelle.
MS è fortunato perchè può anche alzarsi e camminare autonomamente per qualche metro. La maggior parte delle persone in sedia a rotelle è completamente immobile ed è molto meno autonoma di lui.
Vediamo cosa vuol dire essere costretti alla sedia a rotelle.
La casa in cui si vive deve avere arredamento e attrezzature adatte all'handicap.
Quando arriva a casa, di solito MS lascia la carrozzina fuori della porta. La sua casa ha le pareti del tutto sgombre perchè MS ha bisogno di appoggiarsi alle pareti. Può muoversi per qualche metro, ma poi deve sedersi o sdraiarsi, prima di rialzarsi.

Il bagno deve poter essere usato da una persona che non può stare in piedi. La doccia o i lavandini devono essere alla portata di una persona seduta.
Una persona che può muoversi solo in carrozzina non può stare in casa da solo. Ha bisogno di qualcuno che, ad esempio, lo sposti dalla sedia a rotelle al bagno o al letto. Se non si ha una corporatura molto forte e non si riesce a far leva sulle proprie braccia, è necessaria la presenza di altre persone.
Molto spesso le persone diversamente abili ricevono l'aiuto di assistenti incaricati dal comune o da istituzioni sanitarie. Vengono in casa a portare la spesa o i pasti preparati, o ad aiutare a lavarsi o a riordinare la casa.
Esiste una macchina, l'elevatore, molto utile per chi è incapace di muoversi. E' una specie di piccola gru a cui il malato si lega con corde e fasce. Una volta azionato, l'elevatore solleva la persona, la sposta e la fa poi scendere da qualche altra parte.

Questa macchina non è molto diffusa. Costa molto e a volte non la si trova neanche negli ospedali. Negli ospedali non servirebbe troppo, in realtà, perché lì vi sono sempre persone che possono aiutare a compiere movimenti, ma se si vive soli contribuirebbe molto all'autonomia della persona.
Molto spesso le istituzioni comunali o statali aiutano a sostenere le spese per il riadattamento di una casa per portatori di handicap. Le spese possono essere detratte dalle imposte. Se una persona si compra una casa attrezzata per handicap, gli enti pubblici aiutano a pagare le spese in più rispetto ad una casa normale.
Un altro elemento importante è l'ascensore. Non tutti i condomini hanno ascensori abbastanza grandi da far entrare una sedia a rotelle. Ora tutte le abitazioni devono essere costruite secondo queste norma, ma fino a pochi decenni fa non vi era quest'obbligo.
MS racconta che, subito dopo l'incidente che gli è costato vari mesi di coma e la parziale invalidità, era costretto a chiamare il taxi per spostarsi da un luogo all'altro. Non sapendo ancora come organizzarsi, nei primi mesi di invalidità spendeva quasi l'intero stipendio in taxi.
Adesso MS ha la patente speciale Bs. Molti portatori di handicap possono avere la patente perchè vi sono macchine costruite in modo tale che freni o marce siano azionabili con le mani anzichè con i piedi.
MS racconta che quando stava conseguendo la patente Bs, aveva conosciuto una ragazza completamente paralizzata dalla vita ai piedi. Anche lei ha potuto avere la patente. Aveva grande determinazione e anche molta forza fisica nelle braccia e, nonostante la paralisi totale degli arti inferiori, riusciva da sola a spostarsi dalla sedia a rotelle alla macchina o ad altri luoghi.
Il problema del trasporto è uno dei più importanti per una persona costretta all'immobilità.
Prendere bus o treni è quasi impossibile in Italia. Non lo è in altri paesi del nord Europa, dove vi è maggiore attenzione all'handicap.
Nelle città pochissimi sono gli autobus forniti di una pedana apposita per chi deve salire con la sedia a rotelle. Il massimo che si può pretendere è che l'autista gentilmente aiuti la persona con handicap. E' tenuto a farlo, ma sono situazioni del tutto sporadiche.

Le porte dei treni, in certi paesi del nord Europa, scendono fino a terra per permettere l'entrata o l'uscita dei passeggeri. Non è così in Italia, dove chi sale o scende deve passare qualche gradino. Nelle metropolitane vi è questa possibilità, non nei treni normali. Ma una persona in sedia a rotelle può addentrarsi facilmente in una metropolitana? Se non ci sono ovunque ascensori sembra piuttosto problematico anche lì.
A volte neanche nelle stazioni più grandi d'Italia ci sono ascensori: a Mestre, ad esempio, stazione situata a pochi km da Venezia e nodo ferroviario importantissimo per tutto il nord d'Italia, non ci sono ascensori; i passeggeri devono trascinare i bagagli su e giù per le scale se vogliono raggiungere uno dei dieci binari della stazione. A volte in Italia non ci sono servizi essenziali neanche per chi non ha problemi a muoversi. Per i portatori di handicap i problemi possono diventare insormontabili.
Nelle scale di certi luoghi pubblici sono installati scorrimano meccanici che aiutano a spostare le valigie, ad esempio.
Esistono anche simili strutture appositamente costruite per le sedie a rotelle. Aiuterebbero molto, ma sono ancora molto rare.
Chiedo a MS quali sono le difficoltà che si possono incontrare nel posto di lavoro.
Mi spiega che tutte le ditte di medie o grandi dimensioni sono obbligate ad assumere almeno un portatore di handicap ogni dieci lavoratori. Per questo la ditta deve avere anche le attrezzature necessarie per permettere a tutti una vita normale: i bagni, ad esempio, devono essere adatti ai portatori di handicap; gli ascensori devono rispettare le norme apposite, bar o caffè devono essere raggiungibili da chi si muove con difficoltà.
Chiedo a MS se gli è mai capitato qualche grave inconveniente come, ad esempio, un black-out. Dice di no, ma non occorrono i black-out per complicare la vita: è sufficiente, ad esempio, che l'ascensore di casa sia momentaneamente fuori servizio e si rimane bloccati fuori della propria abitazione.

Può sembrare una sciocchezza, ma per una persona in sedia a rotelle, anche spedire una lettera è un problema perchè le cassette delle lettere non sono abbastanza basse.
Per non parlare delle cabine telefoniche: non vi si può entrare con la sedia a rotelle; la cornetta è troppo alta; non si riesce a infilare le monetine o la scheda telefonica, nè tantomeno comporre il numero. E' vero che esistono in poche aree della città alcune cabine telefoniche speciali, ma son talmente poche che il malcapitato dovrebbe percorrere mezza città ogni volta che gli serve una cabina attrezzata per l'handicap.
Altre difficoltà sono, semplicemente, le strade dissestate, o i marciapiedi che non sempre hanno piccole rampe per far salire una sedia a rotelle. Ci si può forse rendere conto di tali difficoltà quando si cammina con una grande valigia con rotelle. Quante volte siamo costretti a sollevare la valigia piuttosto che continuare il percorso senza interruzioni? Quante volte abbiamo rotto le rotelle perchè le strade sono piene di irregolarità?
Anche la pioggia complica la vita: MS ammette di non aver mai visto sedie a rotelle con coperture in caso di maltempo; si deve usare copricapi o ombrelli.
Qualche tempo fa una studentessa spagnola in sedia a rotelle che doveva passare qualche mese all'università di Bologna, si lamentava, ai microfoni del TGR, delle pochissime attrezzatture a disposizione dei portatori di handicap. Raccontava che, per lei, era stato molto difficile poter frequentare i corsi all'università perchè, ovunque, i percorsi erano un grande ostacolo: ascensori, pedane insufficienti, scale non adatte a portatori di handicap. Per poter frequentare dei corsi è stata costretta a chiedere ai vari professori di spostare le lezioni al piano terra. I piani superiori non erano accessibili.
Figuriamoci se uno vuole anche solo andare ad una conferenza, ad una mostra d'arte o ad un incontro: deve sempre informarsi se le attrezzatture permettono l'accesso ai diversamente abili, e, probabilmente, dovrà rinunciare a una grande parte delle iniziative.

Mi spiega MS che, se si vuole andare al cinema, bisogna sempre telefonare prima. Se i locali sono accessibili, di solito i posti riservati a chi è in sedia a rotelle sono o vicini al palcoscenico, qundi a piano terra per evitare le scale, o nel loggione in alto, raggiungibile in ascensore, dove vi è uno spazio più vasto per sistemare una sedia a rotelle.
Se si vuole andare allo stadio ci sono entrate e spazi appositi per guardare la partita.
MS non ha mai preso l'aereo dopo l'incidente, ma mi dice che in aeroporto vi sono addetti tenuti a garantire ai portatori di handicap un percorso senza troppe difficoltà fino all'aereo. Sarà. Ogni volta che prendo l'aereo, io salgo in cabina di volo tramite una scala normale; non ho mai visto rampe lisce di accesso. Ho notato comunque che, quando si compra un biglietto in internet, si è tenuti ad indicare eventuali problemi fisici.
E fare acquisti? Mi risponde MS che andare nei negozi comuni è piuttosto problematico: sono di solito piccoli, senza rampe e non attrezzati per l'handicap. Conviene frequentare i grandi centri commerciali, più accessibili da questo punto di vista.
Anche andare semplicemente al bar è un'impresa. In quasi tutti i bar, racconta MS, si può entrare solo salendo qualche gradino; non vi sono quasi mai bagni per portatori di handicap; il banco del barista è di solito troppo alto per chi è costretto a star seduto. MS ormai c'ha rinunciato: ha sempre trovato molto difficile andare, semplicemente, a prendersi un caffé con gli amici.
Qualche altro particolare: le spiagge. Praticamente impossibile muovere la sedia a rotelle nella sabbia.
Le scale mobili: quelle piatte sono frequentabili; quelle a gradini inaccessibili.
Le palestre sono di solito ben attrezzate per i portatori di handicap; hanno strumenti e percorsi facilmente raggiungibili.
Molte cose sono cambiate negli ultimi anni. C'è molta più attenzione a questi problemi, ma molto c'è ancora da fare per rendere la vita più semplice a chi non si muove facilmente. E non è solo un problema di strutture: comunicare o far amicizia, per queste persone, è spesso più difficile a causa della diffidenza e della paura di chi non conosce questi problemi.

Thursday, June 4, 2009

Intervista a Stefano Barazza, candidato sindaco a Sacile (Pordenone)

http://www.luigiboschi.it/?q=node/23673


Interivista a Stefano Barazza, candidato sindaco a Sacile, nonché mio fratello.

Il 6 e 7 giugno ci saranno le elezioni amministrative a Sacile, seconda città per numero di abitanti (20.000) nella provincia di Pordenone, dopo Pordenone stessa. Tu ti presenti come candidato per la carica di sindaco per il gruppo politico 'Sacile Partecipata e Sostenibile'. Quali sono alcuni problemi importanti di Sacile su cui dovrà lavorare molto la futura amministrazione?


Penso che sia la necessità di ricostruire un tessuto comune nel quale tutti i cittadini si riconoscano. Ho colto contrasti tra cittadini (sul rumore del centro, sul disagio della periferia rispetto a altre zone); tra cittadini e amministrazione (magari anche per aspetti relazionali, modalità di approccio); tra commercianti e amministrazione (per la chiusura della piazza, che quasi monopolizza la discussione) ma anche tra commercianti e commercianti, tra cittadini e commercianti. E così via, per altre categorie di persone. In realtà, mancano dati “scientifici” su cui elaborare delle soluzioni, e ciò ha comportato una sorta di “tutti contro tutti”, che lascia a ciascuno la sensazione che la sua visione particolare abbia invece una valenza generale. Credo che sederci tutti attorno ad un tavolo con atteggiamento disponibile all'ascolto possa rimediare a questa situazione.


Il vostro è un gruppo politico nato in occasione di queste stesse amministrative. Qual è il vostro programma politico?

Dal nome della nostra lista (“Sacile Partecipata e Sostenibile”) si desume il programma. Punti essenziali sono quindi il Bilancio Partecipativo e la Sostenibilità.

Il Bilancio Partecipativo consiste nella partecipazione dei cittadini, e di coloro che hanno legami con il territorio (ad es. di lavoro o di studio) alle decisioni su alcuni ambiti della spesa collettiva della propria città. E' un processo ciclico che si snoda durante tutto l’anno, e segue fasi ben precise:

1. Emersione del Bisogno (Maggio/Giugno): i cittadini segnalano progetti e proposte, a livello di quartiere.

2. Verifica di fattibilità: gli uffici competenti, insieme ad una rappresentanza di cittadini, valutano la fattibilità delle proposte ricevute, indicando una stima dei costi e dei tempi necessari alla loro attuazione. Le risposte sono condivise con il Gruppo Promotore e quindi comunicate ai cittadini.

3. La Scelta delle Priorità (Settembre /Ottobre) in cui i cittadini potranno votare la propria preferenza tra le proposte fattibili. La proposta con il maggior numero di voti verrà inserita nel Bilancio di Previsione, vincolando l'Amministrazione a realizzarla.

In alcuni comuni italiani l'adozione del Bilancio Partecipativo ha dato risultati eclatanti; Sacile potrebbe iniziare questo percorso virtuoso, che vedrebbe il cittadino protagonista per tutti e 5 gli anni. Noi lo vediamo anche come lo strumento che permette di realizzare scelte sostenibili durature, perché condivise con i cittadini.


In che cosa il vostro programma differisce dai programmi degli altri due candidati?

“Sacile Partecipata e Sostenibile” si è mossa fin dall'inizio su binari inediti rispetto ad un modo che riteniamo vecchio di fare politica. La debolezza del sistema, basato sulla presenza di liste non omogenee, accomuna le due coalizioni avversarie. Il peso di questo handicap, qualora dovessero vincere, renderà loro difficili le decisioni, li obbligherà a dover mediare con logiche di partito prima che col territorio. Bisogna rovesciare la situazione: tutte le decisioni di una amministrazione devono essere una risposta alla domanda “che cosa è bene per i cittadini di Sacile?”. Se la risposta deve accontentare anche i partiti, l'esperienza insegna che ai cittadini rimane ben poco spazio. Per questo il Bilancio Partecipativo, inteso come strumento di governo, determina il riavvicinarsi del cittadino alla politica, e gli riconsegna gli spazi che gli competono.

Per sintetizzare, cita qualche motivo importante per cui un cittadino farebbe bene a votare il vostro gruppo e farebbe bene a non votare gli altri partiti politici.

I motivi per i quali non dovrebbero votare la altre due coalizioni li ho già indicati sopra. Ne aggiungo uno, dell'ultima ora. Da giorni chiedo sui giornali un confronto con i candidati sindaci alla presenza dei cittadini, ma mi è sempre stato rifiutato, in particolare da Ceraolo, candidato del PDL e di altre 5 liste che lo sorreggono. Le motivazioni: l'incontro mi darebbe visibilità, e riuscirei a convincere gli indecisi a votare per me. Ieri sera mi ha chiamato il sindaco uscente Cappuzzo, che mi ha detto di essere disponibile all'incontro per giovedì prossimo. Con o senza Ceraolo. Stamattina ho sentito che Ceraolo non parteciperà comunque. Questa la ritengo una grave mancanza di rispetto verso i cittadini e verso la democrazia in generale.

I cittadini dovrebbero invece votare per noi perché siamo al di fuori della vecchia politica. Perché pensiamo a Sacile conoscendo i suoi problemi, studiandoli e analizzandoli. Perché non abbiamo pressioni di lobby, di partiti. Perché, da sacilesi (tutti i candidati sono sacilesi, e nessuno ha una tessera di partito), non ci interessa cercare consensi al di fuori del territorio. Perché proponiamo un programma lungimirante (nelle uscite presso le frazioni c'è chi lo ha definito “vent'anni avanti” rispetto all'attuale modo di vedere le cose). E dovrebbero votare me come candidato sindaco perché, per studi fatti, per esperienze lavorative, per sensibilità personali ritengo di conoscere la situazione del terzo settore, del commercio locale, della sanità, dell'immigrazione, della sicurezza, degli anziani e dei giovani. Perché, per le cose che ancora non conosco, ritengo di essere in grado di studiarle relazionandomi con gli interessati, senza chiudermi in una stanza ad emanare provvedimenti.

Cosa succederà dopo le votazioni? Quali i pronostici e quali i possibili schieramenti politici?

Come gruppo continueremo a lavorare per proporre un cambiamento culturale, qualsiasi sia l'esito delle elezioni. All'interno è aperta la discussione tra chi accetterebbe di appoggiare una delle coalizioni in caso di ballottaggio (purché venga recepito il principio del Bilancio Partecipativo) e chi invece propone una equidistanza da entrambi gli schieramenti, con la possibilità di votare, in Consiglio Comunale, a favore di tutte le proposte, da qualunque parte provengano, che tutelino Sacile e la qualità di vita dei sacilesi.

Questa è la tua prima importante esperienza politica. Osservazioni, curiosità, impressioni.

A livello personale le impressioni sono positive. Fino a poco prima delle elezioni non avrei mai pensato di trovarmi in questa situazione; è una esperienza molto interessante, ho conosciuto molte persone che prima non conoscevo. Percepisco, passando in bicicletta, che alcuni hanno visto la foto sul giornale, e quindi mi sento più “osservato”. E' però anche piuttosto stancante, soprattutto per chi deve togliere del tempo al lavoro e alla famiglia.

A livello politico, invece, sono piuttosto deluso: anche nei paesi come Sacile si adottano tecniche simili a quelle che vediamo in TV, le strategie utilitaristiche prevalgono sulla correttezza e sul rispetto del cittadino, le parole ci sovrastano e sembra da tutti accettato che una persona possa dire qualunque cosa in campagna elettorale, tanto nessuno ci crede.

Qualche delusione anche dai giovani, per lo più molto lontani dall'interessarsi della cosa pubblica; e una sorta di schizofrenia collettiva, in cui viene detto che abbiamo un programma molto interessante, che non ci si fida di un altro candidato sindaco sia come persona che come compagnia di persone che lo circonda, ma che alla fine verrà votato lo stesso.