Thursday, March 26, 2009

Palmesano: giornalista-coraggio in terra di camorra.

La recente battuta di Berlusconi che invita i disoccupati a rimboccarsi le maniche, come se fossero dei pigri che non hanno voglia di lavorare, nel caso del giornalista coraggioso Palmesano è un po' fuori luogo. In realtà la battuta è fuori luogo non solo in questo caso in Italia, un paese poco dinamico dal punto di vista economico e, come si legge sotto, governato da leggi oscure e persino criminali.
Palmesano sembra essere stato licenziato dai giornali in cui lavorava perchè si era rimboccato un po' troppo le maniche: per continuare a lavorare avrebbe dovuto non scrivere così tanto e non mettere il naso dove disturbava camorristi e politici.
Se avessi un giornale aiuterei un giornalista di questo valore. Avendo molto meno che un giornale, posso al massimo sottolinearne il coraggio e la levatura morale.


Tratto da
http://it.wordpress.com/tag/giornalista-enzo-palmesano/


Pignataro Maggiore(Ce)- (Di Enzo Palmesano, giornalista ) palmesano1

Contro di me e contro la mia innocente famiglia c’è stata e c’è una manovra a tenaglia politico-mafiosa, messa in opera dalla camorra e da esponenti delle Istituzioni e dei partiti, per mettere a tacere il giornalismo investigativo in una città, Pignataro Maggiore, tristemente nota coma la ‘Svizzera dei clan’. Ora, grazie all’inchiesta dei carabinieri e della Direzione distrettuale antimafia, sono emerse una parte delle pressioni - quelle camorristiche della famiglia Lubrano, mentre attendo ulteriori indagini sul livello politico e imprenditoriale - affinché il ‘Corriere di Caserta’ ponesse fine alla mia scomoda collaborazione. Ma bisogna tener presente che è stata minacciata anche mia moglie; e, inoltre - come si legge nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere per gli esponenti del clan Lubrano-Ligato - la potente cosca mafiosa impose ad un imprenditore di Pignataro Maggiore il licenziamento di mio figlio”. E’ quanto si legge in un comunicato del giornalista professionista Enzo Palmesano (nelle foto). “Negli interrogatori dell’8 ottobre e del 12 novembre 2007 - aggiunge Enzo Palmesano - il collaboratore di giustizia Giuseppe Pettrone, le cui dichiarazioni sono state valorizzate da riscontri oggettivi, rivelò ai valorosi magistrati della Direzione distrettuale antimafia che ‘Pietro Ligato per vendetta se la prese anche con il figlio del giornalista Enzo Palmesano, Massimiliano Palmesano, che nel 2005 lavorava presso un’impresa di costruzioni per pagarsi le ferie. Io e Pietro Ligato - ha detto ancora il collaboratore di giustizia Giuseppe Pettrone - ci recammo dal figlio del titolare dell’impresa e gli ordinammo di licenziarlo. Subito il ragazzo fu licenziato, per rispetto ai Ligato’”. Pettrone ha anche confermato che Pietro Ligato mi spedì un plico con un proiettile e minacce di morte dall’ufficio postale di Vitulazio: ‘Da anni il giornalista Enzo Palmesano scriveva articoli contro la famiglia Ligato dicendo che i Ligato erano mafiosi e denunciandone a chiare lettere le azioni criminose”. “Dichiarazioni che, seppure riportate in sintesi - conclude Enzo Palmesano - danno la misura dell’azione persecutoria della camorra nei miei confronti e contro i miei familiari. Spero che presto si possa arrivare a chiarire, da parte delle forze dell’ordine e della magistratura, altri gravissimi fatti per i quali - è addirittura inutile precisarlo- ho sempre presentato circostanziate denunce, senza guardare in faccia a nessuno, contro boss mafiosi ed esponenti politici locali e nazionali”. (Articolo a cura del giornalista Enzo Palmesano)
Pubblicato da red. prov. “Alto Casertano-Matesino & d”