Monday, June 23, 2008

Gli Inglesi e l'Europa

Che gli Inglesi non stravedessero per l'Europa lo si sapeva.
Oggi il professore del nostro corso diceva che la maggior parte degli inglesi non considera l'Europa una grande invenzione. Diceva che se gli inglesi fossero chiamati a decidere sull'Europa probabilmente la maggior parte sceglierebbe di non appartenere all'Unione Europea.
Secondo lui l'Europa si perde in cose inutili e in spese inutili, come le ridicole questioni sulle forme delle banane: le banane devono avere un certo arco e non essere troppo dritte per non contrapporsi ad una scelta commerciale comune.
E fin qua siamo d'accordo: che si dibatta anche di quisquilie ridicole, vada; che i parlamentari italiani nel Parlamento Europeo siano incredibilmente pagati, vada anche questo; che si spenda troppo in traduzioni, spese eccessive per l'agricoltura e altre cose assurde, siamo d'accordo.
Però non ha visto quello che di positivo c'è in Europa. La Slovenia pochi anni fa era un paese povero e deprimente. Ora è dinamico, attivo; la gente è più aperta, sorridente e con qualche soldo in più. Da quando si intensificano i programmi europei la gente si muove, si confronta, vede come vivono gli altri; sorgono progetti comuni. Quando ero nel Baltico, nel 2003, la professoressa di inglese che ogni tanto mi invitava a casa sua a Vilnius, cercava ogni tanto di venire in Italia a guadagnare qualche soldo. Da quando i paesi baltici sono entrati in Europa, nel 2004, lei viene in Italia spessissimo, senza grandi problemi di soggiorno, e portando a casa sempre un bel po' di soldini. E ora organizza anche viaggi in Irlanda e Inghilterra. L'Europa spende anche in modo sconsiderato ma molti finanziamenti portanto denaro comune alle aree più depresse rivitalizzando economie molto deboli.
L'Europa è una sicurezza, da disastri economici che in un'Italia isolata potrebbero rovinare il paese, da disastri culturali come l'ondata xenofoba che poco tempo fa stava colpendo l'Italia a causa dei crimini di alcuni rumeni. Una sicurezza anche contro eccessiva dipendenza da paesi guerrafondai come gli Stati Uniti (e UK, peraltro).
Mi piace definirmi europea ancor più che definirmi italiana. Spero che l'Europa cresca e diventi un grande paese nel mondo, un punto di forza e sostegno economico per i paesi più deboli; un paese che medi tra un occidente troppo aggressivo e i paesi in via di sviluppo che vorrebbero vivere in modo dignitoso.