Monday, January 26, 2009

L'arte di non pagare le multe a Napoli

Riporto dal libro di

Andrea Vianello, Assurdo Italia, Baldini Castoldi, 2008

il seguente passo, piuttosto sconcertante.
Lo tradurrò per il mio blog in inglese, perchè vale la pena di far conoscere anche questi aspetti del nostro paese. O forse perchè spero che essere in Europa significhi la possibilità di superare certe caratteristiche, aimè, molto italiane.



(pp. 77-79)
Sostiene Furelli infatti che per non pagare una multa a Napoli esistevano (oppure esistono?) molti metodi.

C'era il metodo del morto: un tizio tira le cuoia, il camorrista della zona mette le mani sul suo certificato di residenza e si intestano al deceduto un certo numero di automobili. Così, quando queste compiono un'infrazione, la multa arriva al morto, e si sa che i morti non possono pagare ...

C'era il metodo del portalettere 'buono': arrivato a casa del contravventore, i due controllavano insieme la cifra richiesta e, se era troppo alta, si richiudeva il tutto e si rimandava al mittente con la dicitura 'destinatario sconosciuto', così passavano i tempi previsti per legge e si sperava nella prescrizione. Sostiene Furelli che, all'epoca, il 27% delle multe tornavano indietro, a torto o a ragione.

Poi c'era il metodo del bollettino bianco: con la complitcità di qualche amico nell'ufficio giusto, si trascriveva il verbale su un modulo vergine e si toglieva uno zero. Centomila lire diventavano diecimila, il verbale risultava pagato ma il comune perdeva novantamila lire ..

Poi ancora il metodo dell'avvocaticchio: un legale o un presunto tale andava a chiedere di controllare un verbale, entrava in un archivio più simile a un magazzino impolverato che a un ufficio pubblico efficiente, e in un attimo di distrazione degli addetti, zac! rimetteva il verbale nel posto sbagliato, in pratica facendolo perdere per sempre.

Oppure quello più sistematico, il metodo allagamento: chissà come mai, sostiene Furelli, il centro deposito delle multe di Napoli venne un giorno spostato in una vecchia scuola diroccata, dove periodiche perdite di acqua finirono per danneggiare migliaia e migliaia di multe originali. E quando le rimanenti vennero trasferite in un locale dismesso della prefettura, i lavori di disinfestazione furono compiuti inavvertitamente con l'uso di liquidi corrosivi che distrussero altrettanti verbali, poi consegnati alla Croce Rossa come materiale fuori uso ...
E attenzione, la scomparsa del verbale originario è decisiva in caso di ricorso: il giudice di pace può pronunciarsi a favore del Comune solo se viene esibita la prima contravvenzione. Se questa non c'è, multa annullata, e soldi perduti!

Durante la sua gestione, inoltre, Furelli visse indirettamente nel 1994 anche il primo fenomeno di 'multa pazza' italiana. che fu dovuto proprio all'informatica, anche se non quella gestita da lui: il sistema computerizzato della concessionaria esattoriale era troppo antiquato e aveva un 'baco'. Dopo il numero 99.000 ripartiva da zero: così quando vennero iscritti a ruolo centinaia di migliaia di verbali non pagati, abbinando in ordine progressivo il numero di verbale al rispettivo contribuente, arrivati a centomila si ricominciò inavvertitamente da capo, e i primi della lista si ritrovarono appioppati verbali non loro, e giù per li rami. Grande scandalo, grandi proteste, e tantissime altre multe annullate.
Insomma, incassare una multa a Napoli era per il Comune proprio come vincere un terno al lotto.