Saturday, May 9, 2009

Corsi di comunicazione interculturale per politici.

Secondo me i politici italiani avrebbero bisogno di corsi, oltre che di inglese, visto che risultano tra i meno preparati in Europa, anche di comunicazione interculturale.
Ancora una volta le battutine del Premier ("amo i finlandesi e le finlandesi, anzi le finlandesi solo se maggiorenni") hanno suscitato critiche e sdegno in molti giornali finlandesi.
Secondo me una maggiore preparazione culturale eviterebbe ai politici brutte figure e persino seri incidenti diplomatici.

Tanto per fare qualche esempio: in Svezia è comune che gli abitanti di uno stesso condominio non si salutino neanche. Questo per evitare interferenze che aumenterebbero molto a causa del fatto le persone vivono vicine, e non per loro scelta. Le stesse persone comunicano in modo normale o simpatico se incontrano i propri condomini in altri luoghi. A dire il vero, anch'io faccio così: non saluto i vicini. Se li vedessi altrove e ci fosse motivo di comunicare, comunicherei con loro.
Ovviamente agli scandinavi battute come quelle di Berlusconi non piacciano affatto. Piacciono poco, in realtà, anche ad altri di origine non scandinava.
Sembrano stupidaggini, ma molto spesso le conseguenze sono gravi.
Le battute disgustose di Calderoli contro i musulmani, qualche mese fa, hanno addirittura causato morti.
Il Papa, in questi giorni ad Amman, dice che gli spiace che il suo discorso su Maometto sia stato frainteso; ciò è dovuto al fatto che usiamo linguaggi diversi e conosciamo troppo poco le altre culture.
Ci sono molti esempi, anche banali: starnutire in pubblico per i giapponesi è molto offensivo.
Sputare nel piatto, in molti paesi arabi, è un modo per esprimere apprezzamento del cibo.
Dire quanto si guadagna in Italia è piuttosto antipatico. Pochi lo dicono e meno ancora lo chiedono. In USA è comunissimo.
Se vai da una signora italiana e le regali un bel mazzo di crisantemi ... te li tira dietro: i crisantemi sono i fiori che noi portiamo ai morti. Ma in Giappone li apprezzano di certo; anzi il Giappone è il paese dei crisantemi, simbolo dell'Imperatore.

Un po' più di cultura, anche tra i politici, risolverebbe forse molti problemi seri e importanti.