Monday, February 23, 2009

Quel che gli studenti vogliono dai professori e non osano chiedere

Gli studenti sono a volte più intelligenti dei professori.
Chi glielo fa fare ad uno studente di studiare o di stare attento in classe e partecipare? Glielo fa fare ... l'incentivo.
Giustamente, si scomodano solo se hanno degli interessi a farlo.
Bella scoperta, diranno molti.
Per me è stata un po' una scoperta.
Logico che studiano per avere bei voti. Ma questo lo si sa in generale. Ogni tanto c'è un compito o un'interrogazione e, ovviamente, gli interessa avere buoni voti.
Mi è capitata una cosa strana qualche giorno fa.
In una classe di ragazzini di prima superiore, visto il comportamento, ogni tanto davo dei meno per punirli del menefreghismo in classe o per il comportamento scorretto.
Durante una lezione uno studente ha risposto, unico tra tutti, a tutte le domande di un esercizio di inglese. E gli ho dato un più.
Dopodichè ho detto agli studenti che, d'ora in poi, ogni partecipazione molto attiva e interessata sarebbe stata ricompensata con un più, così come con un meno un comportamento negativo.
Da allora è cambiato moltissimo il comportamento degli studenti in classe.
La volta successiva sono entrati in classe e mi hanno chiesto se da quel giorno avrei davvero dato un più per ogni lodevole partecipazione alla lezione.
Ho confermato. Aggiungo che i più non sono coreografici: tre più hanno valore di un voto in più nell'insieme dei compiti e interrogazioni.
La lezione è stata diversissima dal solito: tutti volevano fare gli esercizi, partecipare al lavoro comune e ho dovuto dare un sacco di più.
Davvero enorme la differenza con le lezioni precedenti.
Può sembrare banale, e anzi io pensavo fosse scontato che un comportamento lodevole fosse premiato. Invece ho avuto l'impressione che i ragazzi avessero percepito finora la scuola come una realtà punitiva, piuttosto che incoraggiante: se non studi, hai brutti voti.
Questa credo sia la differenza e temo che gli insegnanti dovrebbero far capire più chiaramente che la scuola non è punizione, ma anche premio.
Credo che i ragazzi, per partecipare con entusiasmo e impegno, abbiamo bisogno di vedere sempre un risultato concreto del loro sforzo. La motivazione deve essere nutrita di piccoli premi continui. Altrimenti non si scomodano, giustamente.