Saturday, April 21, 2007

'La Repubblica': italiani buoni o cattivi?

C'era un forum su 'La Repubblica' qualche giorno fa in cui si discuteva se gli italiani sono buoni o cattivi. Ora è chiuso per cui, non potendo rispondere lì, rispondo sul mio blog.
Ogni paese ha pro e contro e la mia risposta si riferisce a vicende personali; ho viaggiato abbastanza per vedere problemi anche più gravi altrove.
Ma per quanto mi riguarda, l'unico paese in cui non voglio più lavorare e vivere è proprio l'Italia.
Questo dipende da molestie di italiani ignorantissimi che mi hanno letteralmente rovinato l'esistenza: mobbing, stalking. Situazioni gravi che mi hanno fatto perdere casa e lavoro e che si stanno risolvendo proprio vivendo sempre di più all'estero. Il problema non è solo l'inciviltà di questa gentaglia, ma anche un'opinione pubblica maschilista e machista che sostiene posizioni così ignoranti. Posso dire che è un po' dappertutto così, cioè l'ignoranza e il maschilismo sono diffusi in molte società, ma essendo il mio problema di origine italiana, per me l'unico paese da evitare categoricamente è l'Italia.
Devo aggiungere poi che mi è sembrata impressionante anche la reazione dei 'normali', cioè quanto la gente se ne freghi dei problemi altrui in Italia. Io nell'ormai lontano 2001 (settembre 2001, non l'11 ma quasi) comincio a essere molestata da psicopatici del nord-est e in poco tempo la situazione diventa insostenibile. Cerco subito di allantanarmi da quella città, sballando la mia stabilità anche economica, e cerco di andare sempre di più all'estero, cosa che intendo continuare a fare. Aggiungo che la legislazione italiana non protegge abbastanza da casi di mobbing e stalking (forse adesso di più: c'è stata una proposta poco tempo fa del Ministro Pollastrini) e che le persone se ne fregano troppo degli altri.
Vivevo tra scuola, dove insegnavo, e università, dove continuavo a frequentare corsi. In pochi giorni la mia vita è sconvolta da gentaglia psicopatica, e da allora sono stati anni da incubo. Sembra che negli ambienti che frequentavo - mi riferisco soprattutto alle università, dove ci si aspetterebbe qualcosa di più in termini culturali e umani - nessuno abbia neanche finto di accorgersi di questi cambiamenti impressionanti. Nessuno mi ha chiesto se c'era qualcosa che non funzionava.
All'estero è meglio, per me, ma preferisco pensare che sia una situazione particolare e che per i più tutto possa essere 'normale' in Italia.
Ormai io sono un' italiana all'estero, quindi, a voi: buona permanenza in Italia!