Sunday, November 22, 2009

Campanilismo amorale

Alla società italiana è stato attribuita in passato la definizione di 'familismo amorale', coniata dallo studioso americano Banfield.
Secondo me si potrebbe aggiungervi una variante: il campanilismo amorale.

Mi è capitato gli anni scorsi di insegnare in un piccolo paese di campagna. Molti insegnanti di quella scuola vivevano in quello stesso paese.
C'era una situazione un po' strana: una classe, in particolare, era particolarmente indisciplinata. Indisciplima eccessiva e anomala. Questa era l'opinione di vari insegnanti. Il livello di scorrettezza era tale da rendere molto difficile, quasi impossibile, svolgere qualsiasi lavoro di insegnamento: le spiegazioni venivano interrotte continuamente; le mancanze di rispetto verso compagni e insegnanti erano molto gravi. Pochi studenti interessati alle lezioni non potevano imparare quasi niente perchè disturbati dalla maggior parte degli studenti.
Cosa ancora più sorprendente: in quella classe, giunta ormai a molti anni di scuola in comune, non era mai stato bocciato nessuno. I ragazzi con una certa volontà di apprendere avevano, secondo me, quasi buttato i loro anni di scuola, perchè ascoltare e imparare era quasi impossibile.

Ma come era possibile che nessuno in quella classe fosse stato bocciato? Aggiungo che quell'ambiente scolastico si presentava come molto duro e autoritario rispetto ad altre scuole da me conosciute. Forse rigidità e autoritarismo erano solo apparenti. Guarda caso, il numero dei bocciati in altre scuole dello stesso grado era maggiore, ma il clima molto più tranquillo e meno rigido.

Qual era il problema? Secondo me il campanilismo amorale. E' solo una mia ipotesi, non confermata da discorsi chiari dei colleghi che, peraltro, per ovvi motivi, non avrebbero mai potuto confermare.
Ho pensato di quella scuola che il problema fosse il fatto che il paese fosse piccolo e vari insegnanti vivevano nel paese stesso.
E' come in una famiglia: i panni sporchi si lavano in famiglia. Secondo me gli insegnanti 'non potevano' bocciare i ragazzi perché erano magari vicini di casa o parenti, o figli del negoziante dove vai a far compere ogni giorno.
A conferma di questa mia supposizione è giunto il messaggio di un insegnante che, sorprendentemente, mi ha suggerito non di limitare note o punizioni, come mi sarei aspettata, ma di scriverle pure, di segnalare senza problemi questi disagi. Strano. Ero una di quelle che più si lamentava e più segnalava, anche per iscritto, la cosa. Quando ho sentito quell' insegnante iniziare ques'argomento, ho pensato che volesse invitarmi a ridurre segnalazioni e punizioni. Invece no: facessi pure, ben venga. Sembrava lo dicesse quasi con sollievo. Come dire: io non posso fare queste cose, quindi falle tu. Secondo me quell'insegnante, e gli altri che vivevano lì, non potevano facilmente punire o segnalare casi così gravi, o bocciare chi lo meritava. Non poteva perché vivevano tutti all'ombra dello stesso campanile.