Sunday, November 29, 2009

Per Berlusconi i problemi vanno taciuti.

Grande, Berlusconi: 'La mafia ci fa fare brutte figure all'estero. Meglio non parlarne.'

Meglio nascondere i crimini, dunque, secondo il Premier. Di certo è molto più facile che risolverli.

Quel che si dice: affrontare i problemi alla radice!

Wednesday, November 25, 2009

Autoritarismo

Anni fa ho lavorato in una scuola in cui il direttore ribadiva continuamente il suo potere: lui poteva tutto, da lui dipendeva la mia posizione, lui era in grado di crearmi problemi, lui addirittura controllava quello che scrivevo, per esempio nel blog.
La cosa era piuttosto sospetta, sia perchè io insegno da tanti anni, mi piace molto il mio lavoro e ritengo di farlo molto bene. Anche quando ci sono difficoltà resto sempre disponibile a consigli o cambiamenti di strategie per risolvere i problemi, anzi sono sempre molto curiosa di nuove strumenti e metodi che arricchiscano la mia esperienza.
Il comportamento del direttore faceva piuttosto pensare a una volontà persecutoria finalizzata ad intimorire per ottenere chissacosa. E' così che funziona il mobbing.
Poi tutto si è risolto senza problemi, ma l'atteggiamento era davvero sgradevole.
Non ho bisogno di chi ribadisce continuamente la sua autorità per lavorare in modo coscienzioso. Ho già di mio un grande senso del dovere.
Per fortuna simili direttori sono poco frequenti. La maggior parte di quelli che ho avuto erano persone collaborative, intelligenti, rispettose.

Tuesday, November 24, 2009

Scuola populista

La scuola italiana è erede del '68. Non lo dico in senso negativo. Se non ci fosse stato il '68, forse, non sarei potuta andare all'università neanch'io. L'integrazione di chi ha difficoltà per vari motivi è, ovviamente, positiva e importante. Ma a volte l'attenzione per chi è meno interessato alla scuola fa trascurare i diritti di chi è molto interessato alla scuola.
Le varie esperienze scolastiche nel passato e presente mi fanno pensare che l'atteggiamento che si è invitati ad assumere da tutto il sistema scolastico sia di attenzione per le persone in difficoltà, per chi viene da ambienti poco stimolanti, per chi ha poca voglia di studiare, per chi è rimasto indietro col programma. Tutto giusto e lecito. Ma penso che non vi sia abbastanza attenzione per chi è molto impegnato e volonteroso ed è ostacolato dagli studenti che impediscono lo svolgersi normale delle lezioni.
In certi casi della mia esperienza didattica si notavano situazioni di gravi, direi gravissime, perdite di tempo a causa degli studenti più indisciplinati. Se poi quei ragazzi si trovavano nella stessa classe da molti anni, la perdita di studio, di lavoro, di informazioni, di crescita culturale e personale diventava, secondo me, drammatica. Di ciò non ci si preoccupava abbastanza. L'importante era capire i casi problematici, integrare chi disturbava, ma per quegli studenti che avevano voglia di studiare e non lo potevano fare per colpa degli altri, per loro c'era troppa poca attenzione.
Guarda caso, poi, in Italia, continua ad esistere il problema di persone dotatissime che se ne vanno all'estero perchè qui non sono valorizzate o non possono fare abbastanza.

Scuola. Insegnanti presi tra due fuochi.

Vari miei colleghi mi hanno parlato del problema dei genitori iperprotettivi. Non avevo dato molta importanza alla cosa perché, gli anni scorsi, non avevo conosciuto simili situazioni. Sembra però davvero un problema serio.
In realtà questa è solo una faccia della medaglia. Il suo rovescio è la gestione delle scuole che le rende sempre più simili ad aziende in cui gli alunni sono dei clienti prima di essere delle persone da educare.
L'insegnante è preso tra due fuochi: deve non urtare i genitori anche se gli alunni hanno comportamenti inaccettabili. E deve star attento a non urtare la gestione della scuola, non far capire che vi sono problemi gravi nel comportamento degli alunni perchè si deve dare l'immagine di una scuola in cui ... tutto va bene. Non importa se vi sono problemi seri. Un'azienda cresce se ha una buona immagine.
Se vi sono problemi seri, che fare allora?
Penso ora che convenga non parlarne. Se vi sono problemi importanti meglio relativizzarli con i genitori, che altrimenti ti considerano un'insegnante incapace, e con la direzione della scuola, che deve innanzitutto salvare la sua immagine e che spesso preferisce non vedere i problemi.
Se un insegnante fa capire che vi sono problemi seri nel comportamento degli alunni, lui stesso rischia di passare per il problema. Lui lo segnala, ma in realtà lo diventa, agli occhi degli altri.
La situazione sarebbe molto squallida se non ci fosse un margine di salvezza: relativizziamo pure i problemi: non parliamone, tanto noi li conosciamo, e gli altri, che non li vogliono vedere, vedano quel che vogliono.
Non importa se non si può parlare liberamente dei problemi. L'importante è che poi in classe l'insegnante abbia la libertà di decidere il da farsi. Non tanto in misure disciplinari: sembra che neanche quelle siano ben viste (forse rovinano l'immagine dell'azienda-scuola), quanto in voti finali che promuovono o bloccano gli alunni. Questo è il margine di libertà di azione che ci rimane.
Consolazione ... magra.

Monday, November 23, 2009

Scuola italiana - Governo italiano

A volte ho l'impressione che la scuola italiana assomigli molto al governo italiano: sfoggio di autorità, enfasi sulla sicurezza; in realtà ben altro che giustizia: leggi ad personam, lodo Alfano, scudo fiscale, condoni e aministie. Un insegnante vuole sopravvivere senza problemi? Promuova tutti, e gli andrà tutto bene.

Sunday, November 22, 2009

Via Roma 4980

Via Roma 4980.
Vi è mai capitato di percorrere una strada come la succitata Via Roma, e di dover cercare la casa n. 4980?
Scommetto che è capitato a pochi.
Neanche a Roma o Milano, Berlino o Parigi ci sono numeri così alti. Difficile trovare un'unica strada con 4980 case.

Avete mai trovato una casa al numero 4980 di una strada?
Io sì, nel paese di Canaro, in provincia di Rovigo.

Quando l'ho vista sono rimasta molto sorpresa e ho pensato che lì i postini hanno il loro bel daffare quotidiano.
In seguito ho scoperto il mistero di questi numeri: non ci sono 4980 case nella via Roma di Canaro. Il numero vuol dire che quella casa dista 4980 metri dal municipio del paese.
Infatti, se si percorre via Roma, si nota che, tra una casa e la casa immediatamente successiva, non vi è un numero di differenza, bensì 10 o 20 o 100 numeri di differenza, corrispondenti ai 10 o 20 o 100 metri con cui ci si è nel frattempo avvicinati al municipio.

Mi hanno detto che anche in altri paesi si usa questa numerazione. Io la scopro per la prima volta.

Anche nel mondo anglosassone vi sono numeri di 4 cifre o più, e anche lì non corrispondono al numero delle case: quelle 4 cifre sono in realtà due numeri di due cifre, e bisogna scomporli per vederli in ordine di successione.
In Italia questa è la numerazione più originale che abbia mai trovato.

Campanilismo amorale

Alla società italiana è stato attribuita in passato la definizione di 'familismo amorale', coniata dallo studioso americano Banfield.
Secondo me si potrebbe aggiungervi una variante: il campanilismo amorale.

Mi è capitato gli anni scorsi di insegnare in un piccolo paese di campagna. Molti insegnanti di quella scuola vivevano in quello stesso paese.
C'era una situazione un po' strana: una classe, in particolare, era particolarmente indisciplinata. Indisciplima eccessiva e anomala. Questa era l'opinione di vari insegnanti. Il livello di scorrettezza era tale da rendere molto difficile, quasi impossibile, svolgere qualsiasi lavoro di insegnamento: le spiegazioni venivano interrotte continuamente; le mancanze di rispetto verso compagni e insegnanti erano molto gravi. Pochi studenti interessati alle lezioni non potevano imparare quasi niente perchè disturbati dalla maggior parte degli studenti.
Cosa ancora più sorprendente: in quella classe, giunta ormai a molti anni di scuola in comune, non era mai stato bocciato nessuno. I ragazzi con una certa volontà di apprendere avevano, secondo me, quasi buttato i loro anni di scuola, perchè ascoltare e imparare era quasi impossibile.

Ma come era possibile che nessuno in quella classe fosse stato bocciato? Aggiungo che quell'ambiente scolastico si presentava come molto duro e autoritario rispetto ad altre scuole da me conosciute. Forse rigidità e autoritarismo erano solo apparenti. Guarda caso, il numero dei bocciati in altre scuole dello stesso grado era maggiore, ma il clima molto più tranquillo e meno rigido.

Qual era il problema? Secondo me il campanilismo amorale. E' solo una mia ipotesi, non confermata da discorsi chiari dei colleghi che, peraltro, per ovvi motivi, non avrebbero mai potuto confermare.
Ho pensato di quella scuola che il problema fosse il fatto che il paese fosse piccolo e vari insegnanti vivevano nel paese stesso.
E' come in una famiglia: i panni sporchi si lavano in famiglia. Secondo me gli insegnanti 'non potevano' bocciare i ragazzi perché erano magari vicini di casa o parenti, o figli del negoziante dove vai a far compere ogni giorno.
A conferma di questa mia supposizione è giunto il messaggio di un insegnante che, sorprendentemente, mi ha suggerito non di limitare note o punizioni, come mi sarei aspettata, ma di scriverle pure, di segnalare senza problemi questi disagi. Strano. Ero una di quelle che più si lamentava e più segnalava, anche per iscritto, la cosa. Quando ho sentito quell' insegnante iniziare ques'argomento, ho pensato che volesse invitarmi a ridurre segnalazioni e punizioni. Invece no: facessi pure, ben venga. Sembrava lo dicesse quasi con sollievo. Come dire: io non posso fare queste cose, quindi falle tu. Secondo me quell'insegnante, e gli altri che vivevano lì, non potevano facilmente punire o segnalare casi così gravi, o bocciare chi lo meritava. Non poteva perché vivevano tutti all'ombra dello stesso campanile.

Monday, November 16, 2009

Camerun: dittatura democratica?

Ho ricevuto qualche giorno fa un'email di un ragazzo camerunense che mi chiedeva informazioni per studiare in Italia.
Accennava alla dittatura del suo paese.
Ho chiesto informazioni per mandargliene, e ne ho ricevute parecchie.
Ho ricevuto anche parole stranamente dure da parte dell'ambasciata italiana di quel paese, il che faceva pensare ad una situazione, effettivamente, poco rosea.
Ho voluto cercare in internet: mentre Wikipedia descrive la situazione come piuttosto stabile e normale,
http://it.wikipedia.org/wiki/Camerun

articoli più recenti della Reuters parlano, effettivamente, di una situazione più simile ad una dittatura:
http://www.reuters.com/article/latestCrisis/idUSLL469814

Thursday, November 12, 2009

Giuramento di fedeltà

Chissà cosa vorrà dire il giuramento di fedeltà alle istituzioni proposto da Brunetta per tutti i dipendenti pubblici.
Ha un sapore vagamente fascisteggiante.

Brunetta vuole che tutti i dipendenti pubblici, quindi anche noi insegnanti, firmino un documento di fedeltà alle istituzioni nel momento di assunzione del servizio a tempo indeterminato.
Cosa può voler dire?
Fedeltà alla Costituzione è ovvia, e se non la rispetti, te lo ricordano subito.
Ma fedeltà alle istituzioni sembra voler dire che non si possono criticare le istituzioni, cioè il governo, così come in un'azienda si è tenuti a parlar sempre bene dell'azienda.
Quindi fedeltà alle istituzioni sembra il contrario di fedeltà alla Costituzione, che implica la libertà di espressione.
In pratica, forse, vuol dire che io non potrei scrivere quello che ho scritto nel post precedente, dove ho criticato i leghisti che sono al governo.

Anche durante il fascismo c'era il giuramento di fedeltà.
E' famoso l'evento in cui, nel 1939, gli accademici italiani sono stati costretti a giurare fedeltà al regime fascista, pena il licenziamento, cioè ciò che Brunetta minaccia ai dipendenti pubblici attuali.
Notare che questo avvenne nel 1939, cioè un anno dopo la promulgazione delle leggi razziali in Italia. Come dire: chi osava criticare la condanna, anche a morte, degli ebrei, perdeva quanto meno il posto di lavoro.
Famoso anche il numero di quei coraggiosi che si sono rifiutati di dichiarare fedeltà al regime: 11, cioè l' 1 % degli accademici! Ottimo esempio di coraggio, impegno civile e libertà di pensiero del mondo accademico italiano.
Corsi e ricorsi storici? Speriamo di no.

Wednesday, November 11, 2009

Egregio Sig. Sindaco di Padova, ...

Egregio Sig. Sindaco di Padova,
ieri mi hanno raccontato delle cose infamanti sul suo conto. Sembra che lei stia con una donna di origini rom! Oltre all'ovvia sua depravazione, questa è anche un'offesa per tutte le donne italiane. Se un sindaco deve frequentare una donna, è giusto che chieda prima il permesso ai cittadini. E se tra i suoi cittadini ci sono molti leghisti ... peggio per lui.
Non dico altro.
XX


Non è una battuta di uno spettacolo di Paolo Rossi. L'ho rielaborata un po' ma l'ho sentita sul serio. Ieri, nel nord-est più leghista, un signore giovane e laureato mi diceva queste cose parlando seriamente. Raccontava, appunto, che il sindaco di Padova sta con una donna di origini rom, come se questo fosse una colpa o una vergogna. Definiva i neri 'feccia'. Secondo lui gli stranieri che sono qui si accorgono che gli italiani sono più intelligenti (sic!), mentre loro non sanno risolvere tanti problemi. Lodava l'operato di Gentilini, e simili altre oscenità razziste.

Questa discorsi sono depravazione, non certo la relazione di un politico con una donna straniera.

Friday, November 6, 2009

Stranieri sfigati e autorità 'civili'

Ricevo molte lettere di persone che, avendo visto uno dei miei blog, mi scrivono per chiedere informazioni per insegnare o studiare all'estero o in Italia.
Qualche tempo fa ho ricevuto un'email di una persona proveniente da un paese in via di sviluppo che chiedeva di borse di studio per studiare in Italia.
Borse di studio per studiare in Italia. Tutto qui.
Se me lo avesse chiesto un francese o un tedesco nessuno, probabilmente, avrebbe trovato nulla da ridire. Ma me l'ha scritta uno studente che proviene da un paese in via di sviluppo.
Ho fatto circolare l'email e, come al solito, da conoscenti e nuovi lettori ho ricevuto molte lettere gentili e ricche di informazioni.
Tutte, tranne l'email di un dipendende dell'ambasciata italiana di quel paese. Questa è stata la sola lettera scortese, non troppo nei miei confronti, quanto piuttosto verso quell'interlocutore: lo ha trattato da opportunista e imbroglione, e mi ha informato che di certo vuole approfittare della generosità altrui. Perché opportunista? Perchè di certo vuole ... sfuggire alla disoccupazione, altro che studiare! (devo ammettere che anch'io, in passato, ho avuto spesso questi disonesti desideri proibiti). Mi ha addirittura intimato di non scrivergli più e di fare attenzione perchè potevo rischiare un'accusa di favoreggiamento.
Favoreggiamento? Di che? Del diritto allo studio?
Sono rimasta molto colpita. Mi chiedo se è questo l'aiuto che le ambasciate dei paesi 'civili' riservano alle persone che vivono nei paesi poveri, e se questi possono da loro aspettarsi un qualsiasi sostegno per poter vivere dignitosamente, cosa che è un diritto di tutti.